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Salvini e Spirlì alla giornata conclusiva degli stati generali della Lega a Zambrone

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COSENZA – Contr’ordine leghisti! Il candidato è di Forza Italia, non nostro. Il lider maximo Matteo Salvini, nonostante le temperature africane di ieri, ha raffreddato le ambizioni di Nino Spirlì e dei suoi fedelissimi. Una vera e propria doccia gelata, visto che la tre giorni della Lega sembrava costruita ad hoc per “incoronare” il facente funzioni.

Non si vede, altrimenti, quale fosse il senso politico della kermesse se non il lancio della candidatura di Spirlì. In questi tre giorni, infatti, non ci è sembrato di ascoltare un bilancio di quanto fatto in questi mesi di reggenza da parte della Lega. Non sono stati nemmeno annunciati clamorosi nuovi ingressi nel partito e nemmeno è stata lanciata un’idea programmatica rivoluzionaria per la Calabria.

Anziché la corona dalla kermesse per Spirlì è arrivato un boomerang. Se la sua ipotetica candidatura fosse rimasta nel vago il facente funzioni da qui alle elezioni avrebbe avuto maggiore peso politico, magari da giocare al meglio muovendo le leve che il ruolo gli mette a disposizione. La porta in faccia del segretario, invece, è indiscutibile che lo indebolisca.

D’altronde sin dalla vigilia era difficile dar peso all’indicazione che pure è arrivata da un esponente autorevole della Lega come Crippa. Salvini in queste ore ha una partita molto più importante da giocare rispetto alla Calabria.

Sta meticolosamente e con pazienza provando a creare la famosa federazione dei partiti di centrodestra che ha come vero obiettivo quello di confermarsi alla leadership della coalizione e mettere in un angolo Giorgia Meloni.

In questa operazione il ruolo di Forza Italia diventa determinante. I colonnelli del partito sono contrari, ma Berlusconi sta provando a forzare la mano. Insomma la partita è troppo delicata per mandarla a mare per la Calabria. Va anche considerato che, un anno e mezzo fa, la Lega ha avuto la presidenza di Emilia Romagna, Toscana, Umbria.

C’è anche da aggiungere che Spirlì non riscuote molto consenso fra i consiglieri di maggioranza. In tanti dicono che il facente funzioni si muove troppo autonomamente senza concordare nulla con nessuno e troppo spesso i consiglieri fanno fatica ad essere ricevuti o a parlargli.

Infine qualche frizione c’è anche nella Lega. Ricordiamo che Spirlì è lì per volontà della Santelli mentre all’inizio gli assessori in pectore del Carroccio erano ben altri. «Adesso deve capitalizzare le funzioni che sta esercitando e candidarsi consigliere per portare voti al partito. Poi quale sarà il suo ruolo si vedrà», dice off record un autorevole esponente del Carroccio.

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