La sala del consiglio regionale della Calabria
3 minuti per la letturaCOSENZA – Per i partiti adesso è finito il momento di scherzare. Varato finalmente il Governo Draghi tutti si dovranno concentrare sui prossimi appuntamenti elettorali. Fra questi ci sono anche le regionali in Calabria, teoricamente fissate per l’11 aprile Covid permettendo. Qui la nascita del Governo Draghi non è stata neutrale, soprattutto per il centrodestra.
La fotografia che ci restituisce il Governo è quella di una svolta in senso moderato di Forza Italia. Mara Carfagna si era da tempo messa alla testa di una sorta di corrente “Voce Italia” di matrice meridionalista e riformista per contrastare l’ala sovranista e filo-leghista della Lega e fino a qualche settimana fa molto tentati dallo strappo per dar vita a un nuovo contenitore politico di centro con i “totiani” di Cambiamo e magari “Azione” di Carlo Calenda.
La nomina della Carfagna a Ministro del Sud, così come le nomine di Brunetta e della Gelmini, sembrano segnare una crescita dell’ala moderata di Forza Italia. Di quest’area fanno parte a pieno titolo di fratelli Roberto e Mario Occhiuto. Ma è sul primo che bisogna concentrare le attenzioni perchè il nuovo governo gli ha aperto un ventaglio di possibilità. La più immediata è quella di ricoprire il ruolo di capogruppo alla Camera, lasciato vacante proprio dalla Gelmini (LEGGI). Per il momento è proprio Occhiuto, che nella sua qualità di vicepresidente vicario di FI, sta svolgendo il ruolo che potrebbe avocare a sè. Così come potrebbe chiedere al partito un ruolo nei posti di sottogoverno.
Ma Roberto Occhiuto potrebbe rinunciare alle proiezioni nazionali in cambio della candidatura a presidente della Regione. Su questo avrebbe l’appoggio non solo del Ministro Carfagna, ma anche di altri autorevoli colleghi che vedrebbero così liberare una casella.
Insomma le quotazioni di Occhiuto in questo momento sembrano in salita, anche se ancora niente è deciso e molto dipenderà anche dalle aspirazioni personali del deputato che potrebbe presto essere chiamato a decidere fra una di queste opzioni. Sappiamo che guidare la Regione è aspirazione alla quale Occhiuto ha sempre tenuto e che diventa ancora più appetibile per il momento storico che stiamo vivendo.
Se le cose si stanno diradando nel centrodestra, nell’altro campo il Governo rischia di rimescolare le carte. E’ vero che con Draghi si rinnova l’alleanza fra Pd, M5s e Articolo 1 ma di certo non può essere così stringente rispetto a quando erano da soli al Governo. In più bisogna considerare i venti di scissione che spirano fra i grillini. Sono molti i delusi per questo nuovo governo. Il senatore Nicola Morra, ad esempio, ha deliziato i suoi elettori con un video su Facebook di ben dieci minuti in cui ha bocciato senza appello il Governo. «Non posso avere fiducia in un governo che mi sembra essere, per certi versi, Jurassic Park», rimarca il presidente della commissione Antimafia, contestando la presenza nell’esecutivo di Forza Italia, «nata – ha detto Morra – anche grazie a uomini che avevano relazioni con Cosa Nostra».
Non è l’unico. Ieri alle 18 è iniziata l’assemblea dei senatori. Almeno in sette hanno annunciato che a Palazzo Madama giovedì voteranno no alla fiducia. Fra questi c’è anche la senatrice calabrese Silvia Abate. Tutti termometri dell’insoddisfazione della base che in Calabria è più propensa ad un accordo con il polo civico di de Magistris che con il Pd. Anche perchè la candidatura di Nicola Irto viene contestata nel metodo in quanto è spuntata fuori non dal tavolo del centrosinistra ma da una riunione degli eletti del Pd senza, quindi, alcuna condivisione con gli ipotetici alleati.
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