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Finalmente abbiamo una data. In Calabria si voterà il prossimo 26 gennaio per il rinnovo del consiglio regionale. È quanto ha anticipato il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, a margine della convention che si è appena conclusa a Lamezia Terme e che lui stesso ha definito la “Leopolda calabrese”. Si pone così fine a una telenovela che dura da settimane, anche se il presidente, così come prevede la legge, deve prima sentire il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro prima di emanare il relativo decreto.
Ma la convention di Lamezia è stata importante anche per i contenuti politici. “Il centrosinistra calabrese – ha detto Oliverio – è quello che oggi è qui. Sono presenti tutte le forze riformiste, laiche, liberali, socialiste, democratiche e progressiste. Insieme a loro tante espressioni civiche, competenze, professionalità e una folta rappresentanza della imprenditoria produttiva. La location scelta per questo incontro (una nuova azienda insediata nel vecchio complesso ex Sir, realizzato ma mai entrato in produzione, ndr) è essa stessa il simbolo della Calabria del riscatto, del cambiamento e della innovazione».
Oliverio si è detto «un po’ emozionato per la partecipazione e la numerosa presenza di iscritti, dirigenti sindaci ed amministratori del mio partito, del Pd». Il partito ufficialmente era assente vista la nota polemica che da mesi vede contrapposti il commissario regionale, Stefano Graziano, e il gruppo che fa riferimento a Mario Oliverio. “Dispiace – ha aggiunto il presidente – che il commissario nominato da Roma (Stefano Graziano, ndr) non sia anch’egli presente. Senza confronto e senza dialogo si fanno solo sfaceli. Non c’è una azione trasparente. Si lascia prevalere il non detto. Pur se non mi rendo conto del perché di un diniego alla richiesta della mia candidatura avanzata da oltre 250 sindaci, dalla maggioranza dei circoli territoriali del Pd e dalla coalizione di centrosinistra, rimango ancora in attesa di conoscere quale è una eventuale proposta di candidato presidente che intendono avanzare il commissario regionale e la segreteria nazionale del mio partito».
L’idea di fondo è sempre la stessa: le primarie come unico strumento per trovare una sintesi fra le due posizioni e non andare ad uno scontro che favorirebbe solo il centrodestra
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sicuramente non esiste una classe dirigente valida son ben 30 anni che andate alla regione a farvi i fatti vostri , personalmente non voto e’ non faccio votare più’ sia nelle pubbliche amministrazioni e sia nei privati avete fatto carne di macello con promozioni avanzamenti ecc questo vale sia per tutti siti tutti i stessi