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L'aula del Consiglio regionale

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Chiusa la fase di negoziato con la commissione europea, il nuovo programma regionale Fesr e Fse 2021-2027 della Regione Calabria entra nella sua fase operativa con la ‘benedizione’ del Consiglio regionale, che ieri ha dato l’ultimo via libera a maggioranza.

Un piano che vede la dotazione finanziaria crescere di quasi un miliardo di euro, per attestarsi nel complesso a 3 miliardi 170 milioni di euro. La sfida ora è riuscire a spenderli tutti (e bene): tasto, questo, su cui hanno battuto a più riprese nel dibattito i consiglieri d’opposizione.

IL NUOVO PROGRAMMA

Si basa su cinque direttrici, illustrate in aula da Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia). La prima punta su competitività, sviluppo digitale e innovazione, indispensabili – dice Neri – per colmare il divario: a queste misure saranno destinati 680 milioni di euro.

La seconda direttrice ‘disegna’ una Calabria «resiliente e sostenibile». L’obiettivo è quello di promuovere la transizione verso l’energia pulita ed equa e un’economia a bassa emissione di carbonio. Qui l’imposto stanziato è di 850,6 milioni.

La terza missione è quella di una Calabria più connessa a livello locale e regionale. Tradotto, significa colmare il gap trasporti e potenziare la mobilità locale e regionale. Tra le azioni previste, ha spiegato Neri, l’aumento della percentuale di rete elettrificata sul territorio regionale e connessioni più stabili e sicure. Tutto questo con 413 milioni di euro.

La quarta direttrice è quella di una Calabria «con  più istruzione, competenze e inclusione». Qui rientrano gli interventi destinati a  migliorare l’accesso al mercato lavoro, a un’istruzione di qualità, a servizi migliori. Lo stanziamento complessivo ammonta a 920 milioni di euro. Infine, una «Calabria più vicina ai cittadini». Come? «Rafforzando le strutture territoriali e offrendo alle comunità locali – spiega Neri – spazio nei processi decisionali con focus su sviluppo culturale e turismo» Per questo obiettivo 194 milioni di euro.

IL DIBATTITO

Poco ‘entusiasmo’ dai banchi dell’opposizione per l’incremento delle risorse. Il punto, su cui si insiste da più parti, è la capacità di spesa: della vecchia programmazione si è riusciti finora a investire il 60 per cento dei 2 miliardi 260 milioni previsti dalla dotazione. «Rischiamo di perdere 776 milioni di euro entro fine anno – dice il capogruppo del Movimento 5 Stelle Davide Tavernise – Al momento ci sono un solo nuovo bando pubblicato e un secondo annunciato. Va bene l’aumento di risorse, ma oggi io chiedo ai colleghi di maggioranza di fare da pungolo nei confronti del presidente Occhiuto e di spingere i dipartimenti a fare di più. Non possiamo più permetterci di consegnare l’immagine di una regione che non sa spendere risorse. Prendiamo esempio dalla Lombardia e pensiamo a una commissione speciale che vigili su attuazione Por e Pnrr».

Raffaele Mammoliti (Pd) lamenta l’assenza nel piano «di un’anima» e suggerisce di «di aprire una nuova stagione, basata su tre direttrici chiare e semplici: capacità progettuale, gestione degli interventi e analisi delle ricadute concrete». Sarà utile, dice, per un uso proficuo delle risorse, visto che «nel corso di questo anno e mezzo abbiamo rimodulato qualcosa come oltre 200 milioni di euro, in parte per contesto mutato ma in parte anche per esigua capacità di spesa».

Antonio Lo Schiavo (gruppo Misto) stigmatizza – e a seguire lo fa anche Tavernise – l’assenza dell’assessore alla Programmazione comunitaria Marcello Minenna. «La presenza di questo super assessore aleggia su quest’aula, forse un giorno si degnerà di venirci a salutare» commenta. Della discussione in corso paventa il rischio che «nell’enfasi dei numeri si perda di vista il dato vero». Ovvero che di fronte all’aumento delle risorse «si dimentichi di dire quanto siamo riusciti a spendere del vecchio piano e quali obiettivi sono stati raggiunti». La sfida però non coinvolge solo la macchina regionale, perché parte della spesa passa da altri enti, come i Comuni. «Ma se i Comuni – prosegue Lo Schiavo – non hanno strutture tecniche anche solo per scrivere materialmente i bandi, come si fa a realizzare la spesa? Io direi allora cominciamo a pensare a una task force a sostegno delle amministrazioni».

Dai banchi della maggioranza Pasqualina Straface (Forza Italia) rimprovera i colleghi di minoranza, per non essere entrati «nel merito» della programmazione. Passa poi in rassegna alcuni degli interventi previsti, garantendo che tra gli obiettivi c’è anche quello di rafforzare la capacità della macchina amministrativa. «La strategia politica della nuova programmazione regionale – dice – si presenta come un ambizioso piano di riforma che mira a migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini». In chiusura di dibattito – prima delle dichiarazioni di voto, in cui segnala l’astensione del Pd – l’intervento di Antonello Talerico (gruppo Misto). «Non registro, dagli interventi dei consiglieri di minoranza, una proposta concreta – dice Talerico – Ma concordo con l’intervento di Lo Schiavo sulla necessità di rafforzare la rete dell’assistenza nei confronti dei Comuni che rischiano di esporsi a un’azione di restituzione delle risorse. È necessario agire con chiarezza per evitare uno scollamento tra i cittadini calabresi e i loro rappresentanti».

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