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AMMONTANO a oltre 82 milioni di euro i fondi Pnrr assegnati alle scuole calabresi dal ministero dell’Istruzione nell’ambito del Piano Scuola 4.0. È l’investimento destinato alla transizione digitale della scuola italiana – le risorse totali stanziate sul Pnrr superano i 2 miliardi di euro – con la trasformazione di circa 100mila classi tradizionali in connected learning environments, con l’introduzione di dispositivi didattici connessi, e la creazione di laboratori per le professioni digitali del futuro.

Le risorse assegnate alle scuole calabresi sono così ripartite: 52 milioni saranno destinati alla trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento e 20,6 saranno invece utilizzati per la realizzazione dei nuovi laboratori. A questi si aggiungono circa 10 milioni per progetti già in essere. Ad elaborare i dati, destreggiandosi tra il decreto ultimo di riparto delle risorse e atti precedenti che avevano dirottato altre risorse, è la Fondazione Openpolis, che mette a disposizione dei cittadini un ‘cruscotto’ per il monitoraggio e la valutazione del Pnrr.

Dal report si ricava anche che la Calabria, in questa distribuzione di risorse, si piazza quasi a metà classifica. Tuttavia, non parliamo di una graduatoria di merito. Come nota la fondazione, il riparto delle risorse tra le scuole delle diverse regioni del Paese ha seguito per la maggior parte un criterio demografico.

«Sostanzialmente infatti, almeno per i nuovi progetti, i criteri adottati per la ripartizione sono stati due: per l’azione 1 (le nuove classi, ndr) ci si è basati sul “numero delle classi attive” (più studenti frequentano le scuole di un territorio, più classi saranno presenti). Per l’azione 2 (i laboratori), invece, è stata stanziata una cifra fissa sia per i licei (circa 124mila euro) che per le altre scuole secondarie che abbiano attivo almeno un indirizzo di istituto tecnico o professionale (circa 165mila euro)» ricostruisce Openpolis. Criterio che potrebbe anche apparire di buon senso – più alunni ci sono, più risorse assegno all’istituzione scolastica – ma, sottolinea Openpolis, «questa scelta sembra andare in direzione opposta rispetto all’obiettivo di ridurre i divari tra i diversi territori. Finalità che invece dovrebbe essere tra le principali del Pnrr». Insomma, dal momento che le condizioni di partenza non sono le stesse tra il nord e il sud del Paese, si rischia di mantenere lo status quo. Le scuole del sud potranno anche colmare gli attuali ritardi tecnologici, ma nel frattempo quelle del nord avranno fatto ulteriori passi in avanti. «Sarebbe stato più opportuno analizzare prioritariamente i bisogni reali di ogni scuola e individuare quelle più in difficoltà per colmare le disparità territoriali» sottolinea la Fondazione. L’assegnazione delle risorse, in ogni caso, non è ancora definitiva. Le scuole dovranno prima caricare sulla piattaforma del ministero il progetto preliminare: la scadenza è fissata per il 28 febbraio. Il rispetto delle scadenze e delle procedure è essenziale per non perdere i fondi.

Un passaggio che non si può derubricare a mera formalità perché anche le scuole, come gli enti locali, soffrono di carenza di personale. Si pensi solo agli effetti del dimensionamento, che negli anni ha ridotto sempre più le dirigenze, accorpando gli istituti. In Calabria ci sono presidi che dirigono più scuole, spesso dislocate in comuni diversi e non semplici da raggiungere, vista anche la condizione in cui versano le strade e la disponibilità di collegamenti pubblici. Insomma, la sfida è ancora tutta da vincere.

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