Wanda Ferro
2 minuti per la letturaROMA – «Si tratta di una questione istituzionale. Il presidente Morra è presidente di una commissione di garanzia a cui sono assegnati compiti di un’importanza capitale. Si tratta di un ruolo di garanzia, che presuppone terzietà, equilibrio, rappresentatività di tutte le forze politiche e di tutti i cittadini. A fronte di parole incompatibili con il ruolo che ricopre e di una disumanità incomprensibile noi riteniamo che non esistano più le condizioni per partecipare alle sedute della commissione Antimafia fino a che non riceveremo le dimissioni del presidente Nicola Morra. Purtroppo le scuse non sono possibili, Morra non è capace di scusarsi».
Così la capogruppo di FI al Senato Anna Maria Bernini aprendo la conferenza stampa “Centrodestra unito a tutela delle Istituzioni”, parlando a nome dei colleghi di FI Mariastella Gelmini; della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari; di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida; e il presidente di “Noi con l’Italia”, Maurizio Lupi.
«Abbiamo scritto una lettera al presidente Fico e alla presidente Casellati per dire loro che non parteciperemo alle sedute della commissione e per conoscenza anche al presidente Morra». Lo ha detto la deputata FdI Wanda Ferro nella stessa conferenza.
«Oggi siamo qui tutti insieme per valutare con attenzione che non venga dimenticato questo spiacevolissimo episodio delle imbarazzanti dichiarazioni del presidente della commissione Antimafia. Non è la prima volta che il presidente Morra fa qualche dichiarazione particolare. E’ un personaggio arrogante che ha portato anche scarsi risultati», ha aggiunto il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo.
«Stiamo parlando di una commissione di garanzia, di estrema importanza istituzionale. Il registro linguistico usato da Morra è inaccettabile. E’ riuscito ad offendere la memoria di Jole Santelli. Contestualmente è riuscito ad offendere l’intelligenza e la libertà di voto dei cittadini calabresi e tutti i malati oncologici – ha sottolineato Isabella Rauti, senatrice di FdI – Siamo oltre una questione politica, io ritengo che il suo linguaggio si configuri come incompatibilità istituzionale. Non c’è appello. Di fronte a queste dichiarazioni pensiamo che non sia né umanamente né politicamente degno di restare al posto che ricopre».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA