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CATANZARO – Secondo Antonella Stasi, presidente facente funzioni della Regione, «prima della riunione dell’esecutivo, l’ex Presidente, Giuseppe Scopelliti, già a Palazzo Alemanni per recuperare i propri oggetti personali, ha salutato gli ex assessori ed è andato via». Resta un giallo e fa molto discutere, però, la presenza dell’ex governatore sospeso dopo la sentenza per il caso Fallara, proprio nel giorno in cui si è riunito l’esecutivo regionale dal quale lui stato estromesso. Anche perché tra le decisioni della giunta ce n’è una ad alto potenziale politico.
E’ stato deciso infatti di rimuovere l’attuale direttore generale dell’As di Cosenza, Gianfranco Scarpelli (LEGGI), uno dei manager che provengono dall’area dei fratelli Gentile. Scopelliti, ha commentato il segretario Pd Ernesto Magorno,ha voluto «dare prova che si è scatenata una vera e propria faida all’interno del Ncd: ha sostituito Scarpelli dopo che i fratelli Gentile non l’hanno votato e dopo averlo tenuto in carica mentre era sospeso dalle sue funzioni dalla magistratura». Secondo il leader dei democratici, «alla Regione si è perso il senso della misura: è grave – aggiunge – che Scopelliti, oggi, abbia di fatto presieduto la seduta di Giunta. E’ come se avesse voluto mettere la sua firma sulla destituzione del dirigente dell’Asp di Cosenza».
Nei giorni scorsi Magorno era intervenuto sulle fratture interne al centrodestra, tendendo una mano in vista delle Regionali, per sperimentare alleanze civiche (LEGGI). Ora l’affondo su Scopelliti: «Si rappresenta inoltre una situazione che da l’idea di una regione sottoposta al saccheggio, mentre i governanti sono in fuga dopo la caduta dell’impero. Infatti, pare sia stato nominato, senza il voto dell’Udc e di Forza Italia, Alessandro Moretti, esponente di una lobby romana vicina a Scopelliti e del subcommissario Andrea Urbani. E’ giusto che i calabresi sappiano che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza democratica».
Eva Catizone, componente della presidenza nazionale di Sel, ha commentato: «Io non so se la Legge Severino prevede, nelle sue pieghe, che Scopelliti possa varcare la soglia di Palazzo Alemanni, so di certo però che non lo prevede quel senso di etica pubblica che dovrebbe essere la caratteristica di qualsiasi amministratore, di qualsiasi colore politico esso sia. Chissà cosa ne pensa il neo parlamentare Roberto Occhiuto, che anni addietro impedì, per un’accusa che si sarebbe rivelata decisamente infondata, a Giacomo Mancini di varcare la soglia di Palazzo dei Bruzi. Non vorrei che col passare degli anni e delle alleanze fluttuassero anche le regole minime di qualsiasi grammatica politica».
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