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LAMEZIA TERME – «La vita del consiglio comunale si concluderà in ogni caso con la votazione del bilancio e delle altre misure previste. Se non ci sbrighiamo sarà troppo tardi, sarebbe stato meglio effettuare tutto lunedì scorso per evitare il dissesto con un piano di dilazionamento del disavanzo in tre anni».
Gianni Speranza, sindaco della terza città della Calabria da quasi 9 anni, è pronto a lasciare la carica. Dopo aver prima presentato le dimissioni nella seduta del consiglio comunale che avrebbe dovuto approvare il bilancio 2013 e dopo aver ritirato la proposta di delibera del documento finanziario finalizzato in particolare ad evitare il dissesto finanziario del Comune (la Corte dei Conti a breve dovrebbe pronunciarsi dopo i ripetuti pesanti rilievi contabili), il dimissionario sindaco ieri ha convocato l’ennesima conferenza stampa annunciando che «non cambia nulla, approvato o meno andremmo tutti a casa, ma sarebbe un delitto lasciare intentato quanto si poteva fare fino all’ultimo».
La seduta sul bilancio dovrebbe infatti essere riconvocata a breve, anche perchè pende la diffida del prefetto Cannizzaro che il 6 dicembre scorso aveva dato 20 giorni di tempo per l’approvazione del bilancio. Pena, l’avvio dell’iter dello scioglimento anticipato del consiglio. Il secondo mandato dunque del sindaco e segretario regionale di Sel è arrivato all’epilogo. Dal 30 dicembre in poi ci sarà un commissario. «Sono forse colpevole di non essermi candidato alle politiche? Ho mantenuto fede al mio impegno di non lasciare la città per troppo tempo commissariata».
E sulle controdeduzioni da inviare alla Corte dei Conti prima del pronunciamento del dissesto, Speranza ha rivelato che «c’è stata una lettera del presidente del Consiglio alla Corte dei Conti che oltre agli atti della giunta informava l’organo contabile che altri strumenti erano in discussione in Consiglio. I termini del 6 dicembre sono stati rispettati, e se avessimo continuato a dibattere in quel modo in Consiglio non avremmo potuto fare neanche ciò». E che «comunque vada un commissario arriverà, se sarà solo “traghettatore” in vista delle elezioni di primavera io lo auspico perché vorrà dire aver evitato il dissesto». Una situazione, dunque, causata anche perchè il sindaco da tempo non ha più la maggioranza in consiglio. Le successive “larghe intese” infatti si sono sempre più ristrette nel corso degli ultimi mesi dopo vari “inciuci”. All’inizio della seconda consiliatura (aprile 2010) Speranza infatti poteva contare su 18 consiglieri su 30.
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