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CATANZARO – «O si azzera tutto o si cambia modello, così non si può andare avanti»: e’ tranciante il giudizio del generale Luciano Pezzi sulla gestione della sanità calabrese ed è deciso ad andare fino in fondo. La decisione di autospendersi insieme al collega Luigi D’Elia dalle funzioni di sub commissari per il piano di rientro della sanità è esplosa ed è arrivata sui tavoli dei ministri competenti (Saccomanni e Lorenzin). Mercoledì 23 è convocata da tempo a Roma una riunione di affiancamento per analizzare il caso del Campanella e la verifica dei Lea e probabilmente sarà discusso anche il caso dei due sub commissari che si sono autospesi perchè il presidente Scopelliti, nella qualità di commissario, ha firmato il nuovo Piano operativo che prevede la dipendenza funzionale dei due sub commissari dal dipartimento salute, violando la normativa nazionale.
Questo è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di contrapposizioni tra tra sub e commissario e tra la struttura commissariale e il dipartimento salute. Ora Scopelliti ha chiesto al ministero una nuova riorganizzazione con un solo commissario, soluzione che è stata prospettata anche dallo stesso Pezzi. Ma sul tavolo dei ministri e del governo c’è anche la richiesta dei consiglieri regionali e parlamentari del Pd si revocare Scopelliti dall’incarico. «E’ una questione che va avanti da molto tempo – spiega il generale Pezzi – il ministero deve intervenire e fare chiarezza, non possiamo ancora una volta lasciare le cose come stanno».
Pezzi già per due volte aveva minacciato e rassegnato le dimissioni e il ministero le ha respinte e ad ogni tavolo di verifica, come risulta dai verbali, i ministeri vigilanti hanno raccomandato alla struttura commissariale di assumere ogni decisione con atti collegiali, cose che non sempre è avvenuta. «Quando sarò chiamato dal ministero – spiega Pezzi al Quotidiano – dirò che o si cambia tutto, sub commissari e direttore generale o si cambia il modello, così non possiamo andare avanti». Pezzi chiarisce di non avere «interessi personali e particolari da difendere». E perché di fronte alla paralisi resta al suo posto? «Io voglio bene alla Calabria, non sono qui per soldi, non dico che ci rimetto, ho una buona pensione, mi ha mandato qui la Guardia di Finanza per fare delle cose, ma ci vogliono atti concreti, altrimenti me ne posso andare anche domani mattina. Conosco la Calabria ci ho lavorato per 20 anni, cerco di fare il bene di questa terra che ha tanti problemi. Qualcuno valuterà il mio lavoro e deciderà».
Chiediamo cosa non va nella sanita. «Il sistema dei controlli è inesistente – spiega – la struttura commissariale è asfittica, siamo in cinque, basteremmo se avessimo un dipartimento che funzionasse, ma non è così». A questo punto si aspetta da parte del ministero «un atteggiamento concreto». E poi Pezzi conferma che c’è «una difficoltà concreta a dialogare con il Dipartimento e Scopelliti». Un problema è stato già affrontato «ma non risolto». In primo luogo, spiega, il ministero deve chiarire il ruolo dei sub commissari, «oggi non possono mettere becco nemmeno sulle nomine e se i direttori delle aziende non funzionano che facciamo?» si chiede Pezzi. Sulla decisione di autosospendersi Pezzi si dice preoccupato perché «si innescano polemiche di carattere politico e noi non vogliamo entrarci. Se dovessi andarmene continuerò a volere bene alla Calabria, mi ci sono affezionato, ho il mio ombrellone fisso a Montepaone».
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