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CROTONE – Il presidente della Provincia di Crotone, Stanislao Zurlo, è indagato per voto di scambio dopo la deposizione dell’ex assessore Marino al processo Hydra. Marino disse al pm Bruni di aver parlato di Antonio Vrenna, figlio dell’ex boss Pino (oggi pentito), durante un briefing elettorale nell’ambito della campagna per le provinciali vinte dal centrodestra, nel giugno 2009 e ammise di aver saputo che la competizione elettorale a sostegno di Zurlo la fece anche il figlio dell’ex capocosca. Nel mirino degli inquirenti un assegno che secondo l’accusa comproverebbe il voto di scambio. L’importo è di tremila euro ed era datato 26 giugno 2009. Ma Zurlo sapeva? E’ questo il punto.
L’INCHIESTA SULL’ASSESSORE – Marino nell’aprile scorso fu assolto, nel filone processuale svoltosi col rito ordinario, dall’accusa di voto di scambio politico-mafioso ma condannato per violazione della legge elettorale, esclusa l’aggravante mafiosa, a un anno e quattro mesi di reclusione. L’inchiesta Hydra fece luce sulle presunte infiltrazioni mafiose del clan Vrenna alla Provincia e Marino si dimise in seguito al clamore suscitato dal suo coinvolgimento, nel gennaio 2011. Le carte hanno anche fornito elementi per l’accesso antimafia alla Provincia nell’agosto dello stesso anno ma gli accertamenti si conclusero con l’affermazione dell’insussistenza di condizionamenti o infiltrazioni della ‘ndrangheta sull’ente intermedio.
ZURLO SERENO, SI FIDA DEI MAGISTRATI – Il presidente delal Provincia fa sapere di essere «estremamente sereno per una vicenda – aggiunge – che ha già avuto il vaglio di una Commissione d’Accesso che ha accertato la regolarità e la trasparenza amministrativa dell’Amministrazione Provinciale e, ancor di più, una sentenza assolutoria del Tribunale di Crotone nei confronti dell’avvocato Gianluca Marino. Nelle prossime settimane sarò sentito dal Pm per chiarire ulteriormente questa vicenda». E proprio alla magistratura Zurlo conferma «totale fiducia»: «Ho sempre pensato che le Istituzioni devono essere rispettate, sempre e comunque».
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