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CATANZARO – Abolire gli assegni di vitalizio ai consiglieri della Regione Calabria attraverso un referendum. Questo è uno degli obiettivi che si propone il Movimento 5 Stelle regionale che ieri ha presentato a Catanzaro l’iniziativa. Che si dovrebbe attuare con la proposta di abrogazione degli articoli 4 e 6 della legge regionale n. 38 del 7/10/2011. L’articolo 4 è dentro le disposizioni transitorie mente l’articolo 6 afferisce all’efficacia della legge medesima. In altre parole, secondo i desiderata dei penta stellati, l’abbattimento del vitalizio avrebbe efficacia immediata mentre l’autoriforma dell’assemblea lo prevede per la prossima consiliatura. Secondo un calcolo fatto dai grillini il risparmio mensile per le casse regione è pari a 81,6 mila euro, pari a un risparmio di circa un milione all’anno. Con questa proposta non si vengono a toccare i diritti acquisiti. Infatti ci sono quattro consiglieri regionali che hanno già acquisito il diritto ad avere il vitalizio. Essi sono Giuseppe Bova con 5 consilitaure compresa quella attuale, Nicola Adamo, Luigi Fedele e Giuseppe Gentile con 4 consilitaure ciascuna compresa quella attuale. A presentare la proposta di referendum sono stati Silvia Scerbo, Francesco Palaia e William Panzino. Questa proposta si inserisce all’interno di una campagna più vasta, che si chiama “Zero Privilegi”, che conta di fare le pulci a tutto l’apparato pubblico-amministrativo di tutte le istituzioni elettive. Perche si faccia il referendum regionale occorre che l’ufficio di presidenza dell’assemblea di Palazzo Campanella accolga formalmente fattibilità del referendum medesimo. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno, però, lanciato un appello al Consiglio regionale per evitare il ricorso al referendum, per cui sarebbe necessario raccogliere 75.484 firme, pari al 4% degli aventi diritto al voto in Calabria (un milione 877mila persone). «Diciamo al presidente Talarico – ha continuato Palaia – di dare il buon esempio in una condizione congiunturale molto difficile per tante famiglie calabresi e di proporre l’abolizione di questi 2 articoli. In questo modo si risparmierebbero anche i costi che bisognerebbe sostenere per il referendum. Noi siamo disposti a dialogare e ottenere una legge che abolisca i privilegi già da questa legislatura»
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