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REGGIO CALABRIA – Quando nel corso della riunione di giunta convocata per approvare l’assestamento di bilancio, gli hanno chiesto dei tempi di restituzione dei 30 milioni di euro che la Regione ha anticipato ai comuni per affrontare l’emergenza rifiuti, Franco Pugliano ha perso il tradizione aplomb, manifestando tutta l’amarezza di questi tre anni di gestione del settore. Un assessorato difficile che si trova «senza risorse», «senza poteri» con impianti «che non funzionano come dovrebbero», «senza discariche», con il problema di dover pagare il trasporto dei rifiuti «fuori regione per smaltirli». Quei 30 milioni, ha spiegato Pugliano, «si stanno esaurendo, dovevano servire ai Comuni per organizzarsi, ma dagli enti locali non arriva un euro». Da una parte i colleghi di giunta e il presidente Scopelliti che nel chiedere conto agli assessori dello stato dell’arte, prova a capire dove trovare i soldi per affrontare le tante emergenze a partire da quelle del lavoro e trasporti, e dall’altro constatare l’impotenza di fronte ad un muro di gomma rispetto all’emergenza rifiuti. «Dopo 16 anni di commissariamento con risorse illimitate, ci troviamo al punto di partenza», è stato l’amaro sfogo dell’assessore che ha voluto condividere con tutta la giunta le difficoltà che incontra in questa fase. In primo luogo il problema sono i soldi che «i Comuni non versano più per il servizio di smaltimento», lasciando le casse della Regione prosciugate. Pugliano ha manifestato anche la «stanchezza fisica» nel gestire una delega che «non dà soddisfazioni», perché «la rete istituzionale non funziona». L’amarezza di trovarsi di fronte a problemi enormi: «non ho poteri straordinari per espletare le gare» e poi l’impotenza di fronte ad amministrazioni che incassano dai cittadini i tributi ma questi non vengono poi trasferiti alla Regione per lo smaltimento. «Ho solo strumenti coercitivi (la diffida ndr) che sto utilizzando», ma null’altro. «Non ho bacchette magiche», ha detto Pugliano e «mi aspetto nelle prossime settimane la crociata sul mare sporco», così mi ritroverò «in un cocktail difficile da ingoiare, se devo berlo da solo». I sensi di colpa perché «non so chi chiamare alle responsabilità, sento il peso in solitudine, non mi sento inserito in una rete di enti che vogliono risolvere i problemi». La drammatica consapevolezza che c’è bisogno di una «rivoluzione culturale» ma lui in queste condizioni non è in grado «di farla da solo» di fronte ad una situazione in cui gli impianti «sono obsoleti» e la gestione «non è efficiente». La sensazione è che Pugliano abbia voluto mettere le mani avanti investendo del problema tutta la giunta a partire dal presidente Scopelliti. 

 

NELL’EDIZIONE CARTACEA DE IL QUOTIDIANO TUTTI I DETTAGLI DELLO SFOGO DELL’ASSESSORE PUGLIANO DURANTE L’ULTIMA GIUNTA E I PROVVEDIMENTI ADOTTATI DALL’ESECUTIVO NEL SERVIZIO A FIRMA DI ADRIANO MOLLO
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