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SALGONO le rette per le case che accolgono le ragazze madri, ma non quelle che si occupano dei minori. E in Calabria si scatena una guerra tra poveri sul fronte dei servizi sociali, con il coordinamento dei servizi per i minori che fa notare come si tratti di una «discriminazione».
«Abbiamo appreso con soddisfazione dalla stampa che, finalmente, dopo anni di richieste, insistenze e denunce, il Governatore Giuseppe Scopelliti e la sua Giunta hanno deciso di applicare quanto stabilito dalla delibera del 2009 aumentando le rette per le case di accoglienza per ragazze madri. Nello stesso tempo, però, siamo rimasti sconcertati e amareggiati per la persistente, assurda discriminazione attuata nei confronti degli altri servizi come le case famiglia per minori e i Centri Diurni, che pure sono contemplati nella suddetta delibera». È quanto afferma, in una nota, il presidente del Coordinamento dei servizi per minori Gianni Romeo, chedendosi se «chi più grida e sbatte i pugni, riesce a farsi ascoltare di più e ad ottenere ciò che vuole».
In Calabria, denuncia, l’assistenza ai minori avviene con una retta di 31 euro a bambino che, fanno notare, è la più bassa d’Italia. «Dopo anni di suppliche e di battaglie, dopo mille viaggi a Catanzaro per incontrare un Governatore che non si è mai fatto trovare, adesso ci ritroviamo punto e a capo, presi in giro, raggirati per l’ennesima volta con giochi di parole e con atti fasulli e generici».
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