CATANZARO – «La riforma del settore dell’edilizia residenziale pubblica serve, è urgente, e deve mirare ad una ottimizzazione delle risorse esistenti», ma assodato questo i cinque responsabili delle Aterp provinciali puntano il dito sul testo della riforma approvato dalla Prima Commissione del Consiglio regionale che «introduce innovazioni che, ad una analisi attenta, appaiono non pienamente corrispondenti ai reali bisogni del settore e che rischiano di generare inaccettabili disservizi nei confronti di una utenza che, per sua conformazione, è particolarmente bisognosa di attenzioni. La scelta della Prima Commissione di procedere a degli emendamenti rispetto alla proposta iniziale, senza peraltro aver avuto l’attenzione di sentire in audizione singola o di gruppo i dirigenti generali e i commissari delle Aterp provinciali, genera seri elementi di preoccupazione perché impedisce che si dispieghi appieno la portata della riforma proposta e ripetutamente confermata dall’Assessore regionale ai Lavori Pubblici On. Giuseppe Gentile che, giustamente, non si ferma a una semplice rivisitazione e/o semplificazione della struttura degli organi di governance delle Aterp ma che ripropone, rilanciandolo, l’intero settore dell’edilizia residenziale pubblica attraverso una nuova organizzazione che mira a renderlo strumento moderno, avanzato e inserito in un sistema di welfare regionale in grado di innalzare la capacità di risposta ad esigenze consolidatesi nel tempo ma anche di aggredire, in termini anticiclici, nuove povertà ed emergenti bisogni riposizionati nella drammaticità dell’attuale condizione economica del precario tessuto sociale della Calabria».
I responsabili delle Aziende di edilizia residenziale pubblica affermano di non pensare «a comode dilazioni temporali e ad attendismi ingiustificati» ma «l’esigenza di operare con rapidità non deve trasformarsi in un pasticcio. Come si può, infatti, pensare di poter affidare da subito ad un solo commissario e ad un solo revisore l’onere di gestire tutte le cinque province. Inoltre, con la riforma così come congegnata si avrebbero grosse difficoltà nella gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria di stabili che necessitano di interventi quasi quotidiani per l’alto grado di vetustà, senza dimenticare, inoltre, i problemi legali alle cessioni degli immobili che verrebbero inevitabilmente frenate se non ostacolate dal sistema che deriverebbe da questo tipo di riforma. Già una volta il settore, soprattutto per le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, ha subìto una riforma mal congegnata che ha dato luogo a problematiche rilevanti sfociate spesso in contenziosi legali di entità sempre crescente». Inoltre, «la particolare condizione istituzionale delle ATERP, enti pubblici non economici che godono di piena autonomia finanziaria in modo sganciato da legami con il Bilancio regionale, consente un approccio e uno snodo orientato a un processo nuovo e a un impianto ispirato alla efficienza, all’efficacia, alla razionalizzazione positiva degli strumenti normativi ed alla snellezza delle strutture organizzative». In questo senso «riteniamo – concludono – non ostativo, anzi forse necessario, un supplemento di riflessione e di approfondimento che meglio accompagni lo sforzo globale del Presidente della Giunta regionale On. Giuseppe Scopelliti, della stessa Giunta e in particolare dell’Assessore alla Politica della Casa On. Giuseppe Gentile che hanno sempre puntualmente saputo garantire tempestività ed orizzonte positivo per le Aterp e per l’intero settore, pertanto invitiamo il Consiglio regionale a voler prendere in considerazione l’eventualità di convocare i management delle Aterp per ascoltare direttamente da chi le affronta quotidianamente le problematiche del settore e poter in tal modo elaborare una riforma più stringente e certo più consona e adeguata rispetto alla bozza licenziata dalla Prima commissione».