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LE chance che il nuovo presidente della Repubblica possa essere il frutto di un accordo tra M5S e Pd non sono altissime ma la presenza tra i possibili candidati dei grillini di Stefano Rodotà, giunto alle spalle di Milena Gabanelli e Gino Strada nelle Quirinarie, potrebbe aprire uno scenario nuovo sullo scacchiere politico nazionale con possibili “disponibilità” del centrosinistra che risulterebbero l’occasione migliore per portare un calabrese per la prima volta alla carica più alta della nazione. 

Rodotà è nato nel 1933 a Cosenza da una famiglia piccolo-borghese di San Benedetto Ullano. Laureato a Roma presso l’Università La Sapienza nel 1955 ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma La Sapienza, dove è stato professore ordinario di Diritto civile e dove gli è stato conferito il titolo di professore Emerito. Il 5 ottobre 2008 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria della città di Rossano. 

Non è certo un nome nuovo della politica anche se non è mai stato toccato dalla politica cosiddetta professionale. Dopo essere stato iscritto al Partito radicale di Mario Pannunzio, rifiuta nel 1976 e nel 1979 la candidatura nel Partito Radicale di Marco Pannella. Viene eletto deputato nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, diventando membro della Commissione Affari Costituzionali. Nel 1983 viene rieletto e diventa presidente del Gruppo Parlamentare della Sinistra Indipendente. Deputato per la terza volta nel 1987, viene confermato nella commissione Affari Costituzionali e fa parte della prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal Pci di Occhetto e successivamente aderisce al Partito Democratico della Sinistra, del quale sarà il primo Presidente. Nell’aprile del 1992 torna alla Camera dei deputati tra le file del Pds, viene eletto Vice Presidente della Camera dei deputati e fa parte della nuova Commissione Bicamerale. Nel maggio del 1992 presiede in sostituzione di Oscar Luigi Scalfaro l’ultima seduta del Parlamento convocato per l’elezione del capo dello Stato. Al termine della legislatura, durata solo due anni, Rodotà decide di non ricandidarsi, preferendo tornare all’insegnamento universitario. Dal 1983 al 1994 è stato membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Nel 1989 è stato eletto al Parlamento europeo. Dal 1997 al 2005 è stato il primo Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il Gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell’Unione Europea. È tra gli autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea. Vari i riconoscimenti a livello internazionale che ne fanno un personaggio di caratura e autorevolezza. Caratteristiche che assieme alla sua storia politica nell’ambito della sinistra potrebbero spingere il Pd a trovare un accordo con Grillo e a gettare le basi per la formazione di un possibile governo.
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