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Il Consigliere Gaetano Ottavio Bruni

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CATANZARO – In relazione all’inchiesta «Black Money» ed alle notizie che lo riguardano, il consigliere regionale dell’Udc Ottavio Gaetano Bruni ha diffuso una dichiarazione.

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SULL’OPERAZIONE BLACK MONEY

«Con riferimento alle vicende relative all’inchiesta denominata ‘Black Money’ – scrive – che mi attribuisce determinati rapporti ‘amicali’, suscitando in me grande stupore, ritengo siano indispensabili alcune chiare precisazioni a tutela non solo della mia onorabilità, come uomo e come politico – amministratore in tanti lunghi anni di onestà, umile, trasparente, limpida attività, ma anche e soprattutto per rassicurare, ancora oggi, molti, tantissimi amici cari che mi sono stati sempre e mi sono ancora vicini con affetto e solidarietà. Ferma restando, comunque, come sempre, la massima fiducia e stima nelle forze inquirenti e nella magistratura, non posso non precisare che: non ho mai conosciuto nè direttamente nè per interposte persone ambienti e /o personaggi che hanno avuto problemi con la giustizia e che comunque gravitano in ambienti delinquenziali; non ho mai avuto con gli stessi contatti diretti o indiretti; non ho mai avuto alcun tipo di rapporto, quindi, nè personale, nè attraverso terzi, nè attraverso strumenti tecnologici quali telefoni fissi, cellulari, ecc. Confermo, certamente, – continua – di conoscere Aurelio Maccarone per essere stato, con me Presidente, Consigliere provinciale per circa sette anni e per essersi candidato al Consiglio Provinciale in una lista a me vicina nelle elezioni del 2008 nelle quali io non ero candidato. Ribadisco che questo rapporto mi ha convinto di trovarmi di fronte ad una persona leale ed un consigliere onesto e laborioso. Dico ribadisco – prosegue – in quanto già in una mia relazione al Consiglio Provinciale in data 05/07/2005 trasmessa, poi, a S.E. il Prefetto di Vibo Valentia corredata di tutti gli allegati, ebbi modo di dire che conoscevo il consigliere Maccarone Aurelio, eletto dal popolo, come giovane imprenditore turistico serio, onesto e capace».

Bruni aggiunge: «Abbiamo fatto tante campagne elettorali limpide e trasparenti con alterne fortune; ed in questo contesto si inseriscono tanti messaggi telefonici come quello intercettato a marzo 2010 a seguito della mia elezione a Consigliere regionale. Era avvenuto infatti che, la sera dello scrutinio, alla notizia che non ero stato eletto, in Provincia, almeno da ciò che mi era stato riferito, alcuni pseudo amici tra cui l’ex Presidente (Francesco De Nisi, ndr) festeggiavano alla grande. Il giorno dopo, invece, a seguito di conteggi definitivi che sancivano la mia elezione ho chiamato il Maccarone per comunicargli la buona notizia invitandolo, come reazione ai festeggiamenti della sera precedente, a comunicarlo a ‘quello’, riferito al suo Presidente, il quale aveva lottato con tutte le sue forze per non farmi eleggere. Qualsiasi altra interpretazione a questa telefonata è semplicemente fuorviante. Le mie campagne elettorali sono state improntate sempre alla massima trasparenza e sobrietà e condotte sempre con l’aiuto e la vicinanza di tante, tantissime persone umili, oneste e limpide, alle quali non cesserò mai di essere grato, rifiutandomi sempre di ricorrere ad eventuali ‘aiuti esterni’. Cosi – conclude – è stato anche nelle elezioni regionali del 2010, nelle quali, mi chiedo, dopo circa dieci anni di Presidenza della Provincia, senza tener conto di tanti altri incarichi importanti quali Presidente del Consorzio industriale, Sottosegretario della Giunta Loiero e capo di Gabinetto di Loiero stesso, era cosi difficile prendere 70 voti a Limbadi su 1139 voti validi e 135 a S. Calogero su 1767 voti validi?». 

IL RICERCATO. Intanto, si è costituito ai carabinieri di Limbadi, Antonio Cuturello, di 23 anni, sfuggito alla cattura nell’ambito dell’operazione di polizia, carabinieri del Ros e Guardia di finanza contro la cosca della ‘ndrangheta dei Mancuso. Cuturello, nipote del boss Pantaleone Mancuso, di 66 anni, si è presentato ai carabinieri dove gli è stato notificato il provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro. I Carabinieri del Ros hanno successivamente provveduto a portare il giovane in carcere.

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