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LE elezioni non hanno solo decretato l’inizio o la prosecuzione, a seconda dei casi, di un’avventura per i 30 parlamentari calabresi (di cui 3 provenienti da oltre i confini regionali) nella massima istituzione deliberativa nazionale, ma oltre a chi oggi festeggia c’è anche chi si morde le labbra avendo visto sfumare una possibile elezione che alla vigilia, sondaggi alla mano, sembra essere quasi certa. Il primo tra i “bocciati” tra i calabresi è senza dubbio l’assessore regionale all’Agricoltura, postazione che di conseguenza non abbandonerà a meno di possibili futuri rimpasti della giunta di Giuseppe Scopelliti, Michele Trematerra. L’assessore era candidato al Senato nella lista Monti immediatamente dietro Casini con la garanzia che il leader centrista avrebbe optato per il seggio in altra regione lasciando strada libera a Trematerra che, tra l’altro è anche figlio d’arte del coordinatore regionale, nonché europarlamentare, dell’Udc Gino Trematerra. Ma così non è stato, visto che la lista unica che faceva capo al presidente del consiglio uscente non ha raggiunto la soglia dell’8% necessaria per ottenere il seggio, e tra l’altro il partito guidato da Trematerra ha dovuto registrare una pesante sconfitta proprio in casa e cioè nel cosentino e ad Acri dove Gino Trematerra è sindaco uscente e dove il Movimento 5stelle, come del resto in tutta la regione, ha fatto segnare percentuali elevatissime. Ma a restare fuori nell’ambito del gruppo politico di centro non è stato solo Trematerra, beffato all’ultimo minuto grazie al calcolo dei resti anche Beniamino Quintieri che in un primo momento sembrava essere riuscito a conquistare l’unico seggio della coalizione di Monti alla Camera per poi vederselo sfuggire a vantaggio della lista dell’Udc che nella coalizione ha preso meno voti di Scelta Civica, di cui Quintieri era capolista, ma per via di un complicato sistema di calcolo ha “vinto” il biglietto per Roma.
Fuori anche Pietro Fuda capolista per Centro Democratico al Senato, una missione quella di Fuda già difficile in caso di vittoria del centrosinistra ma arrivata anche la sconfitta il sogno di diventare senatore della Repubblica si è esaurito senza speranza. Resta fuori anche Bruno Villella, coordinatore del Pd cosentino che aveva ottenuto il terzo posto al Senato dietro Marco Minniti e Doris Lo Moro con la certezza di ottenere l’incresso a Palazzo Madama ma anch’egli ha scontato la tenace rimonta del popolo berlusconiano che ha confermato la Calabria al Pdl di Scopelliti che in tal modo ha conquistato i sei seggi del premio di maggioranza, ma per Villella c’è stata la beffa nella beffa perché il notevole successo del Movimento 5 stelle ha portato la coalizione ha conquistare solo 2 seggi e non 3 relegando Villella al comunque appetibile ruolo di primo dei non eletti nella speranza che un eventuale incarico di governo di Minniti o Lo Moro possa consentirgli l’ingresso in Parlamento in caso di dimissioni di uno dei due.
Il risultato del Pd ha fatto strage di eletti in pectore della vigilia. Altra vittima illustre è il deputato uscente Franco Laratta decimo in lista alla Camera dei deputati e anch’egli come Villella primo dei non eletti fuori dal Parlamento e fermo a sperare in un futuro subentro tutto da vedere alla luce della situazione complessiva nazionale.
La soddisfazione di Scopelliti per l’elezioni di Bilardi al Senato nelle fila di Grande Sud non esime Alberto Sarra dal dover ingoiare amaro e incassare la mancata elezione in Parlamento dimostrando che anche tra le linee di chi in Calabria ha vinto non mancano i malcontenti. Infine, ultimo candidato eccellente che si vede chiudere in faccia le porte della massima assemblea legislativa nazionale è il segretario regionale di Sel Andrea Di Martino che deve accontentarsi anch’egli del ruolo di primo dei non eletti non riuscendo ad entrare in Parlamento dove, invece, entra Franco Bruno di Centro Democratico che sempre grazie al particolare sistema di attribuzione dei seggi soffia il secondo posto proprio a Sel lasciando a casa appunto Di Martino.
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