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CATANZARO – Furono più di 150mila i voti di differenza tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi nella tornata elettorale calabrese del 2006. Una differenza di 14 punti percentuale per le elezioni tornate alla ribalta dopo sette anni e tre governi che si sono succeduti in questo lasso di tempo. E’ stato Silvio Berlusconi a gridare, oggi, agli brogli che all’epoca avrebbero caratterizzato il voto del 2006 in Calabria e in Campania. Così, spulciando tra i dati, emerge che la coalizione di centrosinistra che vinse le elezioni nazionali portò a casa 643.148 voti in Calabria (56,7%), mentre quella di centrodestra ottenne 485.583 voti (42,8 per cento). Sempre alla Camera le schede bianche furono 23.823, mentre quelle non valide (che comprendono anche le bianche) furono 53.811. Situazione analoga al Senato, dove la coalizione di Prodi portò a casa 563.794 voti (56,8 per cento), mentre quella di Berlusconi ottenne 422.743 voti (42,6%). Per il Senato le schede bianche furono 25.145 e le non valide 52.818.

Già all’epoca il leader del centrodestra espresse forti critiche e riserve per presunti brogli a livello nazionale. In particolare, Berlusconi disse subito di non riconoscere il governo Prodi fino a quando non sarebbero state verificate le circa 43.000 schede contestate alla Camera. Un numero sufficiente per sovvertire il dato elettorale, dal momento che Prodi vinse con un margine inferiore. Sia l’allora ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, esponente del Governo Berlusconi, che il presidente della Repubblica evidenziarono che non esistevano brogli e che l’iter di verifica sarebbe stato regolare. Cosa che poi avvenne. Da allora, dal Parlamento sono passati sia il governo Prodi (2006-2008) che quello Berlusconi (2008-2012), fino al governo tecnico di Monti durato un anno. (sa.pu.)

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