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C’E’ anche il calabrese Cesare Marini tra gli “intoccabili” del Pd per i quali è stata disposta la deroga dalla soglia di accesso alle primarie, in vista delle candidature al parlamento. Il suo nome figura insieme a quello del presidente del partito Rosy Bindi, della capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, dell’ex leader della Margherita Franco Marini e poi a quelli di Giorgio Merlo, Giuseppe Lumia, Mauro Agostini, Maria Pia Garavaglia, Beppe Fioroni, Gianclaudio Bressa. Il voto in direzione sulle loro deroghe è stato fatto “in blocco” ed è passato con tre astenuti e tre contrari.
IN PARLAMENTO DA 18 ANNI – Nato a San Demetrio Corone – paese della provincia di Cosenza del quale è attualmente sindaco – Cesare Marini, 72 anni, è in parlamento da tre legislature. Eletto per la prima volta in Senato nel 1994, nel collegio uninominale di Corigliano sotto le insegne dei Progressisti, è stato confermato due anni dopo nelle schiere dell’Ulivo. Nella legislatura 2001-2006 è stato capogruppo del gruppo Misto. Poi ha seguito la componente socialista nella Rosa nel Pugno, che lo ha candidato nel 2006. Poi emigra nel Pd, lasciando lo Sdi, e viene candidato nel 2008 alla Camera.
BERSANI DIFENDE LA SCELTA – Oggi Pier Luigi Bersani non ha nascosto la sua irritazione per le critiche arrivate dopo la decisione di concedere le deroghe per le candidature ai parlamentari con più di 15 anni di legislatura alle spalle. «Questo non lo accetto», ha detto il segretario del Pd rispondendo ai cronisti al suo arrivo ad un incontro con gli ambasciatori del Sud Est asiatico. «Il nostro statuto parla del 10% di deroghe e ieri alla direzione si è discusso di qualcosa che non è neanche il 3% – ha spiegato – perchè ne parlate solo per il Pd? Questo è inaccettabile».
A non doversi sottoporre alla prova delle primarie sarà invece chi entrerà nella “quota” del 10% (una cinquantina di nomi): a sceglierli sarà direttamente Bersani. Un “listino” di componenti della “società civile” che dovrebbe comprendere “eccellenze” ma anche, ad esempio, la candidatura di un giovanissimo. Bersani avrà poi a sua disposizione i capilista (47 tra Camera e Senato) che potranno essere scelti anche da chi passa per le primarie.
LE REGOLE PER LE PRIMARIE – Per tutti gli altri ci saranno le primarie. Secondo il regolamento approvato, possono partecipare alla corsa tutti i parlamentari uscenti che non dovranno raccogliere le firme per gareggiare. Chi non è parlamentare uscente, per partecipare dovrà invece raccogliere firme pari al 5 per cento degli iscritti su base provinciale. Per tutelare la parità di genere, è prevista la doppia preferenza uomo/donna con l’obbligo di garantire almeno il 33 per cento della presenza femminile nelle liste. Non potranno candidarsi, invece, salvo deroga concessa dal partito, gli europarlamentari, i sindaci di città superiori a 5mila abitanti, assessori e consiglieri regionali. Potranno votare alle primarie gli iscritti del Pd fino al 2011 e i votanti delle primarie del 25 novembre che dichiarino di essere del Pd.
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