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VIBO VALENTIA – Nessuna rottura. Ma solo in apparenza. Perché dietro le quinte…L’interpartitica di ieri sera non ha deciso nulla, anche se l’Udc la sua mossa l’ha fatta. L’attuale maggioranza consiliare Pdl-Udc non è riuscita, dunque, a sanare le sue ferite. E continua a traballare. Lo strappo, insomma, non è stato ricucito. Peggio: le distanze si allungano. L’intento ieri sera era quello di tastare la tenuta o meno della maggioranza. I dirigenti provinciali dei due partiti che sostengono il sindaco Nicola D’Agostino alla guida del Comune capoluogo si erano, infatti, dati appuntamento proprio per questo. Ma quando la delegazione dell’Udc ha messo sul tavolo del confronto l’azzeramento della giunta, i toni si sono alzati. Chiaro lo scudocrociato: l’esecutivo comunale va azzerato. Punto. Contrario, invece, il Pdl che ieri sera ha, invece, chiesto al partito alleato tempo prima di determinarsi. Giorni per pensare, meditare una strategia. Venuti, poi, meno i margini del confronto, in quanto ognuno si è arroccato sulle proprie posizioni, la riunione è terminata. Senza alcun aggiornamento. Dunque, la maggioranza rischia la rottura. Lo scudocrociato non ha inteso ingoiare la pillola ed ha fatto capire chiaro e tondo al Pdl che vuole tutti gli assessori pidiellini oggi in carica a casa. Poi se ne riparlerà. Questa, insomma, la reazione nuda e cruda del partito alla decisione del primo cittadino dello scorso 27 novembre, esattamente il giorno dopo la conclusione di un consiglio comunale convulso, di licenziare l’intera delegazione dell’Udc in giunta: le deleghe sono state ritirate dal sindaco agli ex assessori Salvatore Bulzomì (vicesindaco con delega alle Politiche sociali), Mario Di Fede (Attività produttive) e Sabatino Falduto (Urbanistica). I tre – lo ricordiamo – hanno pagato a caro prezzo l’avere deciso di lasciare i lavori consiliari insieme all’intero gruppo dell’Udc in aperta polemica proprio con D’Agostino. Decisione assunta dopo che il sindaco aveva annunciato che non avrebbe ridimensionato la giunta. E questo nonostante sia il Pdl quanto l’Udc avessero già messo nero su bianco, al termine di una precedente interpartitica, l’esatto contrario rispetto a quanto dichiarato dal capo dell’amministrazione comunale: ossia il taglio dell’esecutivo dagli attuali undici a otto assessori al fine di abbattere i costi della politica comunale. Ma il sindaco, assente però a quell’interpartitica di maggioranza di fine ottobre, ha fatto finta di non ascoltare. Da qui la rivolta in Consiglio dell’intera compagine comunale dell’Udc nei confronti del primo cittadino, reo, insomma, di non avere dato seguito alle decisioni della sua stessa maggioranza. E la conseguente apertura della crisi in seno alla due forze politiche di centrodestra. Crisi di maggioranza messa, poi, senza riserve sul tavolo del confronto politico dell’interpartitica, svoltasi presso la segreteria del Pdl di piazza Spogliatore, conclusasi a tarda sera con un nulla di fatto e con gli animi ancora più esasperati. Presenti ieri per il Pdl il coordinatore provinciale del partito ed il suo vice, Nazzareno Salerno e Alfonsino Grillo, nonché i coordinatori cittadini Giuseppe Scianò e Giuseppe Patania e il capogruppo Mario Mazzeo. Presente anche il senatore del Pdl Franco Bevilacqua. Per l’Udc, infine, sono giunti in piazza Spogliatore il coordinatore provinciale Iconio Massara e quello cittadino Bruno Greco e il capogruppo Giuseppe Pugliese.
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