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REGGIO CALABRIA – «Il Comune è vicino al dissesto, e vorremmo evitare quest’altro trauma alla città, dopo quello dello scioglimento. Bisogna rimettere ordine nell’amministrazione, verificare la fedeltà dei dipendenti, e il prefetto, che incontrerò a breve, sa che siamo con lui». Con queste parole il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha parlato di Reggio Calabria, confermando quanto anticipato oggi dal Quotidiano. E cioè che dopo lo scioglimento per contiguità con la ‘ndrangheta su palazzo San Giorgio incombe l’ombra del dissesto finanziario. Nel pomeriggio, poi, il ministro ha ricevuto al Viminale il coordinatore della commissione straordinaria per la gestione del comune di Reggio Calabria, Vincenzo Panico. Nel corso del colloquio il prefetto Panico ha riferito sulle attività avviate alla guida dell’amministrazione comunale per il ripristino della legalità e il rilancio della città. Il ministro Cancellieri ha assicurato il massimo sostegno all’azione della Commissione straordinaria impegnata per venire incontro a tutte le esigenze della comunità reggina.
L’azzeramento del consiglio comunale da parte del ministro potrebbe essere solo un punto di partenza di un tunnel in cui si è infilata la città. Non è un rischio nuovo. Reggio già da mesi era sulla soglia del default. Il dissesto non era prima e non è ora una ipotesi lontana, ma un rischio concreto. Gli ispettori ministeriali scrivono di un buco nelle casse comunali che si aggira sui 170 milioni di euro, l’allora amministrazione di Demetrio Arena “ridusse” i conti in rosso ad una cifra di 118 milioni di euro. Un valzer di cifre su cui la commissione prefettizia guidata da Vincenzo Panico è chiamata a mettere un punto fermo e soprattutto a fornire una certezza contabile. Ma le premesse non sono delle migliori. Anche se è possibile che di fronte ad una scelta “sofferta ma meditata”, per citare le parole del ministro Cancellieri all’annuncio dello scioglimento del comune, questa volta si cercherà di non dare un altro colpo pesante alla città e non certo alla politica.
In caso di dissesto le conseguenze sarebbero catastrofiche non solo per Reggio, ma anche per l’intera Calabria. Gli amministratori, sindaci e presidenti di provincia, che la Corte dei conti, riconoscesse anche in primo grado, responsabili del crack finanziario dell’ente non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni incarichi politici, da quello di consigliere comunale sino a quello di parlamentare europeo. In caso di dissesto l’unico che si salverebbe sarebbe Demetrio Arena, il sindaco dei 17 mesi sciolto per continuità nella contiguità. La scure si abbatterebbe sull’ex primo cittadino Giuseppe Scopelliti, attuale governatore della Calabria, e sul sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa, ora alla guida dell’amministrazione provinciale di Reggio. In un sol colpo verrebbe spazzata via la gestione del governo regionale e di quello provinciale. Una catastrofe politica e amministrativa senza precedenti. E con gravi ripercussioni anche sulla collettività.
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