2 minuti per la lettura
LA tensione a Reggio Calabria è stata altissima già nel pomeriggio, in attesa della decisione del Consiglio dei ministri che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose. E si avvertiva anche a Palazzo Campanella dove era in corso la seduta del Consiglio Regionale. Il governatore Giuseppe Scopelliti, sindaco di Reggio negli anni presi in esame dalla commissione d’accesso antimafia, mette già le mani avanti: «Perché in comuni limitrofi a quello di Reggio in cui sono state dimostrate evidenti commistioni tra amministratori e appartenenti al crimine organizzato, non si è proceduto con lo scioglimento? Se la scelta sarà politica assumeremo le nostre decisioni chiedendoci se questa sia democrazia». Per Scopelliti «questo grande conflitto è emerso perchè in questa Regione si vuole cambiare. Ed a qualcuno non sta bene. Perchè dietro il meccanismo degli articoli cadenzati c’è gente che nella regione ci ha mangiato e non può più farlo. Ma negli anni vedremo quale stampa era asservita a quelle logiche. La giustizia arriverà a più livelli. Prima o poi capiremo – ha proseguito Scopelliti – perchè una parte dell’informazione anche locale ha agito così. Non abbiamo l’obbligo di stare qua, ma abbiamo l’obbligo di stare in piedi. Dobbiamo andare avanti. Chi amministra commette errori, rischia di sbagliare, ogni giorno. Ma ancora più grave è vedere giudicare quelli che non hanno mai firmato nulla. Noi vogliamo continuare a dimostrare le scelte fatte che hanno cercato di offrire un contributo alla crescita del nostro territorio. Entro fine ottobre – ha annunciato Scopelliti – proseguiremo nel nostro percorso di riforma, intervenendo sugli enti sub regionali, il cui costo di gestione può essere razionalizzato per gli obiettivi di crescita del nostro».
In precedenza, l’ex sindaco di Reggio è entrato anche nel merito di uno degli aspetti più spinosi della relazione redatta dalla commissione antimafia. Parlando delle società miste ha infatti affermato: «Sulla mia città è rivolta una ferocia incredibile. Ma ricordo che le società miste sono state volute dall’Amministrazione Falcomatà e furono presentate come “fiore all’occhiello” di quell’amministrazione».
Redazione web
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA