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UNA riduzione di 300 consiglieri regionali in tutta Italia. E’ questa la proposta avanzata dalla Conferenza delle Regioni per ridurre i costi degli enti. Un terzo in meno rispetto a quelli attuali. La proposta è stata illustrata in serata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e poi al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Antonio Catricalà. Ad annunciare quella che potrebbe rappresentare una svolta in tema di regionalismo, è stato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi.

«Abbiamo illustrato al Presidente della Repubblica e proposto al governo di adottare un provvedimento urgente – ha detto Formigoni – fatto in tempi molto rapidi per omogenizzare la riduzione dei costi in tutte le Regioni. Si tratta di una riduzione drastica per un numero di consiglieri di oltre 300 in meno, una riduzione di un terzo». Tra le altre proposte messe sul tavolo, anche «le spese per la politica saranno tutte sottoposte alla Corte dei Conti. Si tratta – ha spiegato ancora il presidente della Lombardia – di una iniziativa di autoriforma obbligatoria per tutti perchè sono previste sanzioni per chi non la attuerà entro tempi congrui, ad esempio 60 giorni».

I TEMPI. Per approvare una «riforma complessiva e coerente degli assetti istituzionali» le Regioni propongono al governo «l’adozione di un provvedimento legislativo concordato urgente, da emanare entro la prossima settimana». E’ quanto si legge nel piano di tagli ai costi della politica presentato dalle Regioni al Presidente della Repubblica e al Governo.

Le Regioni, si legge ancora, ritengono «indispensabile intervenire al più presto sui seguenti punti: una riduzione netta e significativa di tutti i costi della politica, a partire, per le regioni che non si sono ancora adeguate, dalla piena applicazione delle norme per la riduzione del numero dei consiglieri regionali di cui al decreto legge numero 138 del 2011, promuovendo l’omogeneizzazione delle diverse situazioni regionali anche attraverso la valorizzazione delle migliori pratiche; un’azione volta ad assicurare la piena trasparenza dei dati relativi ai costi di funzionamento delle Istituzioni e dei gruppi consiliari; L’attivazione di procedure di controllo, attraverso la Corte dei Conti, anche per quelle spese connesse ai costi della politica, oggi ancora non sottoposte a tale forma di controllo».

SODDISFAZIONE DEL COLLE. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo avere ricevuto la delegazione dei presidenti delle Regioni guidata da Vasco Errani e della quale faceva parte anche Giuseppe Scopelliti ha espresso la propria soddisfazione. «Nel corso dell’incontro – si legge in una nota del Quirinale – è stata presentata la risoluzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome riunitasi oggi a Roma che propone al governo l’adozione di un provvedimento legislativo urgente. Il Presidente della Repubblica ha espresso il suo apprezzamento per la sensibilità  e la disponibilità così dimostrate in un momento particolarmente critico della vita istituzionale del Paese».

LEGGE COSTITUZIONALE. Il Governo «è orientato» a presentare un disegno di legge costituzionale che intervenga sulle competenze e sui controlli delle Regioni. Se non dovesse essere approvato entro la legislatura, sarebbe il punto di partenza nella prossima. Lo ha detto il ministro Patroni Griffi in commissione Affari costituzionali della Camera.

«Il Governo sta riflettendo – ha detto Patroni Griffi – se un ddl costituzionale potrebbe essere approvato in tempo utile per la fine della legislatura. Ma è  orientato a presentarlo comunque, perchè partendo da esso nella prossima legislatura si possa riflettere sull’ autonomia Regionale».   Ricordando come il Titolo V della Costituzione assegna delle materie di competenza esclusiva allo Stato e alle Regioni, il ministro ha sottolineato che lo Stato in settori come l’urbanistica e l’edilizia, «può emanare delle leggi con i principi», ma che poi non può intervenire con i regolamenti attuativi. «Si potrebbe almeno prevedere la possibilità per lo Stato – ha aggiunto – di emanare i regolamenti sulle leggi statali».   Quanto ai controlli dei Bilanci delle Regioni, Patroni ha sottolineato che «forse potrebbe anche andare bene la Corte dei Conti», però così «si interverrebbe solo in sede di rendicontazione».

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