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REGGIO CALABRIA – La vera spending review calabrese giace nei cassetti delle commissioni regionali di Palazzo Campanella. Si tratta di una riforma che potrebbe incidere per oltre dieci milioni di euro sul bilancio del consiglio, ossigeno puro per le casse della Regione Calabria che hanno bisogno di nuovo sostegno. La “madre” di tutte le riforme è quella che prevede il taglio dei consiglieri regionali. Una proposta che dovrebbe portare alla cancellazione di almeno 11 posti fra i banchi dell’aula di Palazzo Campanella. Lo stato di crisi che attanaglia tutta la penisola e che ha colpito la Calabria, il dibattito che si è aperto prepotentemente dopo lo scandalo scoppiato alla Regione Lazio, impone scelte più drastiche. Senza aspettare il riscontro dei dati Istat sull’ultimo censimento, infatti, gli amministratori regionali potrebbero studiare una proposta di riforma che, in un sol colpo, cancelli 21 consiglieri regionali e porti a 30 le presenze a Palazzo Campanella.
Il taglio del numero dei consiglieri regionali porterebbe alla riduzione dei costi delle strutture e di quelle per la composizione della giunta regionale e per la gestione dei dipartimenti regionali. Quello dei costi per i direttori generali, poi, è un altro dei capitoli da affrontare. In Calabria ogni organismo di vertice dei dipartimenti usufruisce dell’autovettura e di un autista e, nella struttura, ha la facoltà di chiamare a collaborare un paio di consulenti esterni. Un’eventuale crisi, infatti, potrebbe accelerare improvvisamente il ritorno alle urne e la Calabria andrebbe al voto con la vecchia legge. Nulla cambierebbe. In Calabria, infatti, dal 2005 i consiglieri regionali sono saliti dai quaranta della passata legislatura ai 50 della situazione attuale. Il ritorno alle urne cristallizzerebbe questa situazione. Nel dimenticatoio, poi, non può finire la proposta di riforma del finanziamento che ogni gruppo regionale riceve dal bilancio regionale.
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