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CATANZARO – I dati riferiti da Goletta verde sugli indici di inquinamento dei mari italiani «fanno riferimento ad attività di monitoraggio esercitata sulla base di procedure e di standard che non sono quelli stabiliti dalla legge e dunque non possono essere assunti come dati di riferimento per la valutazione dello stato del mare». Lo ha affermato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, in question time alla Camera ricordando che «i finanziamenti erogati a Legambiente da parte del ministero dell’Ambiente non hanno nulla a che vedere con le attività di Goletta verde», attività «non sostenuta da finanziamenti pubblici».
Per quel che riguarda la Calabria, al centro dell’interrogazione del Gruppo misto, Clini ha reso noto che «nel 2011 in base all’elaborazione dei parametri microbiologici analizzati dall’Arpa regionale solo il 2% ha dato esito sfavorevole su 3.879 campioni, cioè 84 campioni sfavorevoli e 3.795 favorevoli. I campioni che hanno dato esito sfavorevole riguardano sempre gli stessi punti di prelievo che nel corso degli anni hanno dimostrato di avere problemi di inquinamento, soprattutto nelle province di Cosenza e Reggio Calabria».
«Le problematiche alla base di questi dati – ha confermato il ministro – sono quasi sempre dovute al malfunzionamento di alcuni depuratori costieri e di scarichi abusivi che giungono a mare tramite canali e torrenti. La situazione appare peggiore in caso di campionamenti eseguiti in presenza di pioggia soprattutto tra aprile e maggio e durante i mesi estivi».
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