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VIA libera, dal Consiglio dei ministri, alla razionalizzazione degli uffici giudiziari e dunque al taglio dei tribunali – ma senza esuberi di personale – con la sola esclusione di sei sedi, rispetto alle originarie 37 individuate nella lista di quelle da sopprimere, che rimarranno aperte in zone ad alta densità mafiosa. Ma contro il provvedimento – che potrà essere cambiato nei prossimi due anni – e contro il Guardasigilli Paola Severino, che lo ha fortemente voluto, si è subito scagliata una bufera. 

Anche dalla Calabria, dove tre dei quattro tribunali in bilico sono stati salvati, proprio per la presenza sul territorio di una ‘ndrangheta radicata. E così è festa a Lamezia, Paola e Castrovillari, dove tra l’altro sta per essere completata la nuova struttura destinata a ospitare aule e uffici giudiziari. Ma a Rossano, l’unica sede calabrese tagliata, esplode la rivolta. 

Secondo i criteri di «criminalità mafiosa omogenea», «contiguità territoriale» e «comunicazione tra i territori» indicati dal ministero, il tribunale jonico è stato accorpato a Castrovillari: «La notizia è mortale per l’area urbana Corigliano-Rossano e per un’intera zona della provincia di Cosenza, tra le più popolose e produttive della regione e del Sud, colpite senza alcun criterio degno di senso e di logica» ha denunciato il sindaco Giuseppe Antoniotti, convocando per stamattina una conferenza stampa aperta al pubblico, alla presenza del deputato Giovanni Dima, del consigliere regionale Giuseppe Caputo, dei consiglieri comunali e dei sindaci del territorio. 

Anche Dima ha fatto sentire la sua voce: «E’ uno scandalo – ha detto – e invito i colleghi parlamentari calabresi ad individuare le soluzioni più opportune per porre rimedio allo sfregio compiuto dal governo nazionale». Per ora, in realtà il suo appello è caduto tra dichiarazioni entusiastiche di deputati e senatori che hanno visto salvare i tribunali delle loro città. 

E’ solidale, invece, il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, che parla di «una scelta miope e schizofrenica»: con il taglio della sede giudiziaria di Rossano, aggiunge «la Calabria viene penalizzata nonostante le difficili condizioni causate dalla presenza asfissiante della criminalità organizzata e quella del Governo è una scelta che indebolisce notevolmente il rapporto tra Stato e cittadini i quali, ancora una volta, devono accettare decisioni imposte dall’alto, in contrasto con le esigenze locali». 

Critiche anche le posizioni di altri governatori, tra i quali il campano Caldoro. Ma un duro attacco al provvedimento arriva dal Nord, dove la Lega con Calderoli tuona: «Come sempre, al Nord si taglia e al Sud si regala». Secondo il senatore Pittoni «la sensazione era che si volesse arrivare proprio a questo. Ma eliminare i tribunali nelle zone che ancora resistono all’avanzata delle organizzazioni malavitose, di fatto costituisce un incentivo per la criminalità a spostarsi nelle zone più “tranquille”, spalmandola così in modo più “omogeneo” sul territorio: un etto di mafia, insomma, non si rifiuta a nessuno…». 

Ancora più tagliente il commento del governatore leghista Zaia, infuriato per il taglio di Bassano: «Nel Sud, per quanto ci riguarda, sono liberi di aprire un tribunale per ogni paese, a patto che se lo paghino con i loro soldi e non con quelli dei veneti».

Redazione web

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