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«PER alcuni aspetti quando si parla di interventi sui piccoli ospedali in Calabria, nel 90% circa dei casi citati anche dai giornali, li stiamo già effettuando, con la chiusura e la riconversione ad altre funzioni». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, intervenendo ieri pomeriggio al TgCom 24 sulla Spending Review in materia di sanità.
«Dal marzo del 2011 – ha aggiunto – sono state sei le strutture che hanno cessato la loro funzione ospedaliera e da marzo del 2012 se ne sono aggiunte altre otto. L’ipotesi paventata, anche per quanto riguarda i posti letto, è stata adeguatamente rispettata dalla Calabria ed abbiamo in gran parte realizzato questo percorso. Il vero problema che ci troviamo di fronte è legato, invece, al tema delle risorse in meno che verranno trasferite alle Regioni per gli anni 2012, 2013 e a seguire. Tendenzialmente, rispetto al taglio ipotizzato, avremo circa 36 milioni di euro in meno nelle casse della Regione».
«Nel nostro caso – ha detto ancora il presidente Scopelliti – essendo una Regione sottoposta al Piano di rientro, all’interno del quale sono più volte riportati i vincoli da rispettare e le azioni da assumere, si corre il rischio di costringerci ad avviare ulteriori azioni di razionalizzazione. Tutto questo non ci aiuta perchè abbiamo sempre pensato ed operato per avviare una lotta agli sprechi, tutelando i servizi al cittadino e giovedì, in un apposita conferenza stampa, comunicherò i dati del nostro lavoro ed i risultati che siamo riusciti ad ottenere in un anno e mezzo di lavoro proprio per contrastare il disavanzo nel comparto sanitario. Il nostro obiettivo è quello di liberare sempre maggiori risorse per creare possibilità di investimento in nuove tecnologie e nuove figure professionali in grado di rilanciare una nuova sanità positiva e di qualità sul territorio calabrese. Con quanto si sta prospettando a livello nazionale, invece, si corre il rischio, da una parte di tagliare e razionalizzare e dall’altra di aumentare la spesa sull’emigrazione sanitaria che è uno dei nodi centrali sul quale vogliamo intervenire». «Si tratta – ha concluso Scopelliti – di una spesa di circa 230 milioni di euro l’anno per l’emigrazione sanitaria che finisce nelle casse delle altre Regioni».
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