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IL QUOTIDIANO: A metà legislatura si può fare un bilancio dell’attività svolta. Come una macchina che fa un tagliando. L’impressione è però che il tagliando lei lo voglia fare, più che alla giunta regionale, ad Angelino Alfano. Giusto?

Scopelliti: Mi sono solo permesso da dirigente di partito e come parte dell’ufficio di presidenza di sollevare un problema importante, per chi come me è cresciuto in un partito e ci crede fortemente. Ho pensato di dare uno scossone, una sveglia, perché forse su Roma c’è una situazione che tende a consolidare l’esistente, a mantenere gli stessi equilibri e un po’, usando forse una parola forte, una certa cultura della conservazione. Io credo che non sia il tempo di essere conservatori in politica. Bisogna essere innovatori, capaci di sfidare questa fase che viviamo per la quale la politica ha le sue responsabilità. Ho lanciato un appello, che ha ricevuto una grandissima adesione dalla base del partito da tutta Italia. Ho ricevuto decine di messaggi anche inaspettati. Mi hanno invitato dappertutto. Inoltre ho incontrato Alfano in due diverse occasioni e lui effettivamente dice che il partito va finalmente organizzato e rilanciato, non solo parlando di uomini ma anche e soprattutto di proposte politiche che vanno presentate. Credo che le primarie di ottobre rappresenteranno una tappa importante, delineeranno scenari futuri. Dobbiamo da oggi lavorare e rafforzare la presenza del partito e poi dalle primarie in poi cominciare a disegnare lo scenario futuro non solo della coalizione, ma anche del partito. Il mio è stato solo un incoraggiamento ad andare avanti sulla strada del cambiamento. Il Pdl come partito deve continuare ad esistere e può rappresentare un punto di riferimento importante per gli italiani, non solo per i calabresi.

Primarie per la leadership del partito o per la scelta dei parlamentari?

Per la leadership, per il premier. Contiamo di poter arrivare ad avere un candidato che a oggi, per me, è sicuramente Angelino Alfano. Ci sono diversi nomi in campo, ma lui è quello più forte e autorevole  a livello generazionale, a livello politico e di prospettiva. Spero che possiamo condividere insieme tante battaglie per il bene del nostro paese, io dalla Calabria, lui a livello nazionale.

Qualcuno ha parlato di una sua fuga dalla Calabria.

Mai scappato, grazie a Dio. Ho sempre avuto il coraggio delle scelte fatte nella mia vita. Qui il discorso va proiettato su un altro versante: una cosa è essere costretti ad andare via, un’altra è lasciarti lavorare con tranquillità. Io sogno di realizzare i sogni miei e dei calabresi e spero di poter lavorare tranquillamente cimentandomi sempre più  in questa esperienza, nella quale comincio a registrare segnali positivi e incoraggianti.

Iniziamo allora questo “tagliando” di metà legislatura. Un giudizio sintetico su quello che è andato bene e sulle criticità. 

Comincerei dal Por: quello è un giudizio assolutamente positivo. L’ultimo comitato di sorveglianza è stato il migliore in assoluto per la Calabria: abbiamo solo il problema della palla al piede dell’Audit, l’organo di controllo su tutta la spesa, che deve controllare gli incartamenti e rimandarceli in tempo utile e che rischia di pregiudicare il futuro. Noi oggi non abbiamo difficoltà di cassa, potremmo averli se dovessimo avere ritardi in tal senso.

Come pensate di risolverlo?

Stiamo lavorando su questo, anche con la Commissione Europea, incontrata anche dopo il Comitato di Sorveglianza. Abbiamo condivisivo la necessità di dare un’accelerata e ridurre drasticamente questa percentuale di criticità. Sui Por abbiamo messo in campo una mole di lavoro incredibile, con una capacità di spesa importante. L’assessore e il direttore generale sanno che io però non sono contento, poiché  tendo al 100% della spesa dei Por.  Abbiamo ricevuto i complimenti ma non basta, dobbiamo ragionare in termini di impegni e di capacità di spesa, così come ci chiede l’Europa. Il problema non è la spesa ma la sua qualità: se non ho ricadute occupazionali, se non ho crescita sul mio territorio, se non c’è attività imprenditoriale dietro questo processo, di cosa parliamo? Solo di una mera spesa di soldi. Credo che questo del Por sia un primo grande segnale, poiché c’è una grande attività. Inoltre, diversamente rispetto al passato, sto costituendo un’unità operativa che avrà il compito di guardare al futuro, dividendo il passato ed il futuro in due modelli distinti. A mio avviso può diventare un modello anche per le altre regioni perché potrebbe darci maggiore facilità nell’azione e nell’attività legata ai fondi comunitari.

Quindi oggi si è fermi solo alla gestione del presente?

Noi gestiamo il 2007-13. Siamo partiti con due anni di ritardo, i fondi comunitari sono partiti nel 2009. Non posso cristallizzare il tutto spendendo quello che ho e basta, sto immaginando di costruire una ministruttura che pianifichi il futuro, in modo da essere pronti. Nei prossimi mesi cerchiamo di partire  nella programmazione 2014-20, lavorando su questo indirizzo. Mentre si guarda alla capacità di spesa dei fondi attuali, stiamo guardando al futuro cercando di arrivare al 2014 pronti a lavorare su quei nuovi sei anni. 

Parliamo di sanità, sempre al centro di tante polemiche.

Nonostante le difficoltà che ci sono state, nei prossimi giorni faremo una conferenza stampa presentando risultati importanti.  Le Asp hanno già presentato il consuntivo, abbiamo qualche dato su Cosenza e Catanzaro che va valutato e approfondito, ma corriamo il rischio di avere un risultato straordinario, attestandoci al di sotto della fiscalità ordinaria. I calabresi pagano 126 milioni di euro di tasse, noi mettiamo una quota aggiuntiva di 51 milioni, la supertassa: la Regione Calabria, a Roma, ha 155 milioni di euro di disavanzo: 142 sono del 2011 e 13 sono quelli che non siamo riusciti a coprire nel 2010. Di questi 142, due ci sono stati attribuiti illegittimamente poiché legati alla sanità penitenziaria, quindi sono 140: corriamo il rischio di dare un dato che si assottiglia ulteriormente e che scende sotto i 126 milioni di euro. Significa che le tasse aggiuntive inserite dalla supertassa potremmo non utilizzarle interamente per la sanità. Contiamo di liberare nella variazione di bilancio circa 30 milioni di euro con cui chiudiamo la partita del socioassistenziale e del sociosanitario, trovando anche 10 milioni che servono ai trasporti, Lsu, Lpu, forestali, Why Not e via dicendo. La Regione vuole arrivare al 31 dicembre garantendo mensilmente lo stipendio a tutti, una cosa che non è stata mai fatta negli anni passati. 

Questo anche per quanto riguarda i fornitori? 

Quello è un altro livello. Abbiamo fatto un atto deliberativo con cui abbiamo creato la scaletta delle priorità e in cima vi è il pagamento degli stipendi alle famiglie. Poi vi sono le infrastrutture, la cittadella regionale per esempio. Nel sopralluogo che ci sarà lunedì, vedrete che in tre mesi abbiamo fatto grossi passi in avanti. L’andamento dei lavori  è di un milione e sette al mese, lavorano circa 150 persone, sono numeri importanti. La sanità dà questi risultati, oggi inauguriamo emodinamica a Castrovillari e stiamo lavorando al miglioramento di una serie di opportunità e servizi legati alla sanità per arrivare al percorso virtuoso che immaginiamo. Il ministro diceva che bisogna tagliare e creare buona sanità. Io condivido, si può fare. Noi non stiamo tagliando i servizi, stiamo tagliando gli sperperi, le spese inutili. Potremmo fare un libro per illustrare le risorse utilizzate inutilmente e che non servono ai cittadini. Presto andrò ad Oppido Mamertina per inaugurare la struttura di lungodegenza, i segnali importanti ci sono. Certo, come in tutte le cose manca la grande spinta dal basso. Manca l’accellerazione ad andare tutti nella stessa direzione, questo è quello che vorrei dalla Regione ma è una cosa che non si può pretendere in due anni. Questo percorso deve essere ancora metabolizzato ed è difficile farlo in una struttura così grande, con tutte le sue complessità e forse nemmeno gli stessi tuoi interessi.

Anche all’interno dell’ammnistrazione?

La nostra grande battaglia è la burocrazia in tutto il settore pubblico. Se essa sposa un progetto e diventa protagonista, lì hai un cambiamento radicale. Tu hai dei direttori generali in sintonia con te, nominati, ma se tutto il resto non si sente parte del progetto e del programma diventa difficile ottenere i risultati.

Sulla sanità ha annunciato che in autunno sarebbe  stato acceso il mutuo per il risanamento dei debiti, ma gli imprenditori ancora si lamentano.  

Sì ma il fabbisogno è sceso e ho cercato di dare un’accelerazione. Noi abbiamo acceso un mutuo incontrando anche il favore di Confindustria. Dal 2000 al 2008 tutto ciò che è sanità entra nella BBE, l’ufficio che si occupa di tutto ciò. Se le Asp, però, non ci mandano i documenti relativi ai pagamenti che  certificano il debito noi non possiamo pagare. In alcuni casi abbiamo dato molte risorse: dei circa 15 milioni pagati finora la maggior parte sono imprenditori calabresi, mentre i grossi debiti sono verso le grandi società di factoring. Noi abbiamo incontrato per la sanità il commissario della spending review Bondi e ci ha fatto i complimenti per i risultati ottenuti. Ci ha detto che vuole studiare meglio i nostri bilanci  e che presto verrà in Calabria anche perché vorrebbe fare con noi un’analisi sul mondo dei trasporti, argomento che vorrebbe affrontare con le Regioni. 

Argomento anche questo in cui le polemiche non mancano.

Anche lì c’è stata una spesa che si è ridotta, attraverso un primo taglio di previsione che si attesta intorno ai 7 milioni di euro. Anche qui, però, bisogna porre fine all’idea di fare delle corse a lunga percorrenza, ad esempio da Reggio Calabria a Cosenza, per mantenere cosa, un autista con un utente? Non possiamo più permetterci tre corse che partono quasi contemporaneamente da San Giovanni in Fiore per Cosenza. Abbiamo eliminato i doppioni, razionalizzato ed eliminato sperperi per 7 milioni, anche con l’utilizzo del controllo satellitare GPS.  Le corse vanno fatte, non pagate. Tu quante corse fai, 50? Io te ne pago 50. Dall’osservatorio nostro abbiamo visto che non venivano sempre fatte bene. Questa è una cosa per la quale feci una dichiarazione forte a Cosenza con l’Anas, spiegando che possiamo anche andare oltre. Da qui in poi tutti dobbiamo essere intelligenti e fare uno sforzo straordinario. Molti hanno recepito, non tutti. L’assessore Fedele e Orsomarso stanno lavorando anche su Ferrovie della Calabria, dove ci cono sperperi e spese inutili. Il governo ci sta aiutando mettendo risorse a disposizione, ma se i soldi sono quelli che si prospettano, ovvero 20 milioni, noi non abbiamo la capacità di accollarci un’azienda con 40 milioni di debiti. Dobbiamo lavorare sul settore dei trasporti che sono sempre stati uno dei settori più clientelari. Inoltre, trasformeremo tutti gli enti sub-regionali, rendendoli funzionali tramite accorpamenti e abolizioni. Il cambiamento lo determina chi è a capo di un ente e riesce a fornire risposte, non chi ha più presidenti dalla sua parte. Se invece di avere 30 presidenti ne avrò 8 questo non  determinerà nessuna sconfitta, 22 presidenti perderanno un posto ma ne avremo 8 che funzioneranno in maniera efficace.

Quindi anche Afor e Comunità Montane si sposeranno?

Sì. Aspettiamo solo che l’8 agosto i colleghi del centrosinistra si determinino in aula per sentire il loro parere. Ci vogliono i due terzi, aspettiamo il sì della minoranza anche ascoltando i sindacati. Aspettiamo questo provvedimento legislativo che è il primo passo avanti nel solco delle riforme.

Sempre sui trasporti: vi è stato uno sforzo per razionalizzare la rete ma forse serve una sorta di regolamentazione nei settori. State pensando, ad esempio, ad una azienda unica che copra le esigenze dell’area urbana di Cosenza? E poi, a che punto siete con le metropolitane leggere di Cosenza e Catanzaro? Sempre sulle infrastrutture, che ci dice dei 59 chilometri mancanti dell’A3 e dei rapporti con l’Anas?

Siamo orientati a creare due aree di bacino per gli autotrasporti in Calabria, che è anche il desiderio degli imprenditori del settore. Un unico bacino è impossibile. Sulle metropolitane, finora abbiamo pensato ad unificare le risorse. Nelle gare d’appalto servono i fondi Por, del CIPE, i fondi FAS, le risorse liberate: con i vecchi modi di progettare, non saremmo mai potuti partire poichè oggi le risorse liberate non ci sono in quando andavano a copertura delle criticità del passato. Al momento, sono stati fatti i sopralluoghi dei funzionari Ue e hanno preso atto che si può partire. Il progetto su Catanzaro e Cosenza è stato approvato e si può fare la gara d’appalto del grande progetto. Andiamo ai 59 km dell’Anas: quando mi sono dimostrato ottimista, nei giorni del sopralluogo, abbiamo visto che a fine luglio 32 km saranno aperti. Io sono comunque tra i più critici, l’autostrada la faccio tutti i giorni. Ma chi quel giorno è salito sull’autobus ha potuto vedere che ci sono grandi cambiamenti, sono opere che vanno avanti. Il ministro ha detto fine luglio e rispetteranno la consegna, aprendo 32 km che per noi non sono pochi. In questo, pur continuando ad essere controparte dell’Anas devo dare atto che Ciucci si interfaccia col territorio. Moretti, invece,  ti dice due parole e amen poiché non vuole investire nel Sud. Se mantengono gli impegni quelli dell’Anas nell’apertura dei 32 km, io vedo che da Lamezia a Cosenza ci saranno dei cambaiamenti. I tempi si sono allungati, poiché paghiamo i ritardi del passato. Ci sono operai che lavorano sempre, fanno quattro turni di sabato e domenica. Sono sempre stato critico nei confronti dell’Anas, non avrei motivo di modificare la mia opinione, ma loro stanno mantenendo il loro impegno attraverso una serie di opere colossali ed importanti.

Anche in Calabria bisogna far crescere il Pil creando nuove occasioni di svuluppo. Si parla tanto di rigassificatore e della Centrale a Saline: lei crede in questi progetti?

Non ne sono un grande sostenitore, non credo che possano rappresentare il grande momento di rilancio del territorio. Credo molto di più al Ponte, lo trovo più funzionale. Il Ponte, ad esempio, spinge alla realizzazione dell’alta velocità nel ferrato. Purtroppo siamo un paese che ragiona al contrario, quindi il Ponte potrebbe chiamare altri investimenti, e non il contrario. Per l’alta velocità nel ferrato, un’opera che ci serve realmente, ci vogliono 4 miliardi di euro che il governo difficilmente riesce a reperire. Sarei più per le centrali alternative che in altre parti del paese sono state realizzate. Su queste opere abbiamo espresso un parere certamente non positivo. Poi ascolteremo la posizione del territorio, serve la condivisione dei sindaci.

In che senso? E’ un modo per galleggiare senza dire ne sì ne no?

La nostra posizione è di contrarietà totale. Poi se mi arrivano i sindaci del territorio che mi dicono che il progetto lo vogliono, io ho fatto anche il sindaco, ne prendo atto e lo riporto in consiglio regionale, altrimenti resto contrario. Per quanto riguarda il rigassificatore siamo ancora in una fase di confronto. Per Rossano abbiamo aperto un tavolo  poiché i sindacati sono favorevoli e abbiamo voluto dare voce a tutti, anche se poi non se n’è fatto nulla.

Andando alle energie alternative, non le pare che troppe pale eoliche stiano deturpando il territorio calabrese?

Da quando noi siamo arrivati  non ne sono state messe e spero che non ce ne saranno più. Però  abbiamo sbloccato il settore energia che può dare occupazione e rispetto al territorio: io sono più attento a sviluppare gli accordi con grandi società che hanno un maggiore senso del rispetto, soprattutto su questioni poco chiare di affidamento di licenze. Speriamo di recuperare i ritardi e smaltire le pratiche, anche se ribadisco che sono contrario all’eolico, poiché deturpa il territorio.  

Partiamo dalla quantificazione del buco di bilancio di Reggio Calabria, un debito certificato di 118 milioni.  Questo buco va sotto le responsabilità dei funzionari, del modello Reggio o di un certo modo di fare politica?

Finalmente si fa chiarezza su questa vicenda. C’era chi diceva che erano 300 milioni, poi 170, adesso abiamo scoperto che sono 118. Il sindaco Arena ha fatto una dichiarazione che condivido. Ha spiegato che c’è una responsabilità di carattere personale, che investe le poche risorse sottratte in maniera diversa. Questo buco è una capacità di investimento maggiore dell’amministrazione rispetto alle proprie potenzialità di cassa. Qualcuno dice: ma come avete speso questi soldi? In opere pubbliche, iniziative ed altro. Oggi il Comune di Reggio Calabria ha un bilancio certificato che non è da poco. Ad esempio, Venezia ha un buco di 150 milioni, Parma di 300, Roma ha addirittura 12 miliardi di buco. Sono tanti in Calabria, ad esempio, Cosenza ha un buco, Catanzaro, Scilla, Paola, ed il sindaco di Soverato non paga gli stipendi da maggio. Cosa significa? Che anzichè fare una battaglia di carattere personale e politico bisognerebbe concentrarsi tutti sul problema vero. Chi è tecnico e chi è politico sa che, al di là delle cifre che la Fallara ha liquidato a sé o all’architetto, lì non c’è qualcuno che ha rubato, non ci sono distrazioni di fondi. E’ un caso isolato che è stato elevato a sistema, è stato strumentalizzato. Si è giocato, purtroppo, molto su questo tema, io lo so più di tutto. Il problema è un altro: se in Calabria vi son 127 comuni su 409 che hanno dichiarato il dissesto, allora i problemi ci sono. Se oltre a questi vi sono altri comuni in difficoltà, molti con la vendita del patrimonio riusciranno a risolvere il problema del buco di bilancio. Dobbiamo porci il problema del perchè 127 comuni hanno difficoltà, e me la sono posta da molto tempo. Troviamo una soluzione insieme. L’Amaco ha problemi e il sindaco mi scrive. Il sindaco di Catanzaro con l’Amac è a rischio, come a Reggio. Vogliamo capire che c’è un problema di governabilità degli enti, che riguarda tutti? Reggio Calabria è il caso simbolo perché lì si è costruita un’aggressione a una persona. In tutte queste situazioni,  lo dico seranamente, io sono l’unico che è indagato. Questo mi fa riflettere. Sono molto sereno e pronto anche ad aggiungere altri elementi quando sarà il momento, ma come classe politica ci dobbiamo porre un problema. Vuol dire che abbiamo speso soldi in più di quelli che si poteva, ma  non ci sono persone che hanno rubato, vi sono stati solo investimenti. Adesso il bilancio del Comune di Reggio Calabria è certificato, attraverso il controllo dei ministeri competenti, talmente veritiero che non avrà difficoltà nel futuro. Se guardo ad esempio gli altri bilanci, come Cosenza, in cui l’assessore mi informa che nei residui passivi degli ultimi sei anni c’è una cifra intorno ai 50 milioni di euro, questo è quello che faceva la Fallara. Il dirigente cosa fa, gonfia i bilanci per non cercare di far ricadere il tutto sui cittadini compensando la spesa sugli altri anni, garantendo la governabilità ed inserendo voci sulle quali però non ci sono entrate, veritieri ma non certe.

In sintesi, ad uscite certe non hai entrate certe. Ma come si fa una politica di entrate certe? 

Io da sindaco, attraverso il condono finanziario, nel 2004 ho recupero 2600 evasori che non pagavano tributi da anni; con l’istituzione della Reges, siamo andati a fare la misurazione dell’Ici e verificato 5mila posizioni di inadempienza. L’azione legata all’evasione è un’altra cosa che i comuni si erano impegnati a fare per recuperare delle risorse. Queste sono alcune delle strade che ci portano a un’amministrazione condivisa e partecipata in cui tutti pagano, e tanti comuni questo tipo di organizzazione non ce l’hanno. Noi se recuperiamo gli sperperi offriamo servizi migliori. Cosa cozza con tutto questo? Il fatto che devi andare dai cittadini che non pagano a dire che devono pagare, questo è quello che fa una buona amministrazione che ha coraggio. E’ un problema che va al di là della battaglia politica nei miei confronti, nella direzione della gestione delle amministrazioni locali, e che la Regione si sta ponendo. Ad esempio, prima che noi arrivassimo l’assessore all’Urbanistica Aiello ha movimentato 110 milioni di euro per i centri storici: io ero preoccupato ed ho scritto al prefetto perchè questi fondi non c’erano, anzi dovremmo recuperarli attraverso dei fondi CIPE, poichè i sindaci hanno utilizzato queste risorse ed hanno già pagato i lavori rischiando ora il dissesto. Potevamo dire che non era un problema nostro, noi ci siamo impegnati ed abbiamo trovato le risorse.  

Sul turismo però ci sono responsabilità più vostre che altrui, sui tre bandi ritirati. 

Su questi tre bandi abbiamo avuto una carenza di comunicazione. Anche se domani mattina trovassi le risorse, non potremmo finanziarli perchè i bandi non corrispondono ai parametri dell’Ue. Avevo la rimodulazione del Por, potevo prendere 26 milioni e trasferirli sul turismo, ma non era possibile. Hanno fatto il bando, è stato approvato dal Comitato di Valutazione e poi è stato pubblicato modificato: quelle modifiche però non sono compatibili con le indicazioni europee. Mi pare di capire che ci sia un po’ un confronto a più voci tra i due assessorati, ma la paura è di non poterli recuperare. Dobbiamo ora recuperare le risorse e produrre un nuovo bando rimettendoci in carreggiata: questo significa  tempi ulteriori ma è al momento l’unica soluzione. A proposito di turismo: abbiamo dei dati molto importanti sulla presenza di turisti stranieri. Molti sono tedeschi. Stiamo cercando però di diversificare le presenze ed i settori, poiché se crollasse il mercato andremmo in difficoltà. Vi sono mercati nuovi in espansione che vanno intercettati. Il centrosinistra attacca sull’assenza di un assessore al turismo, ma se si vuole fare un lavoro del genere bisogna prima sudare, ci vuole l’approccio giusto. Ad esempio, ricordo che da sindaco facevo venire 1500 spagnoli ogni anno a Reggio Calabria, stimolando tour operator, ambasciate e compagnie aeree. Nei primi anni bisogna agevolare, poi il mercato si crea da sé.

Domanda sul mare. Sulla Sibaritide avete investito tanto, ma si lamenta una mancanza delle infrastrutture per raggiungere i litorali. Cosa si sta facendo in questa direzione?  

Noi dobbiamo essere chiari e comprensivi per tutti: sul mare abbiamo detto più volte che abbiamo messo in campo 38 milioni di euro e 42 sindaci hanno sottoscritto questo finanziamento. I Comuni hanno fatto i bandi ma nessuno ha iniziato i lavori. I 250 milioni del Cipe sono le risorse che possono cambiare il tema e dare certezze alla Calabria sulle sorti del suo mare. La tensione alta che si è generata ha portato innanzitutto al controllo su tutto l’anno insieme alla Guardia Costiera al mare e ha dato corso ad una sempre più attenta valutazione delle Procure che sono intervenute. Stiamo eliminando per ora con la Protezione Civile e i Comuni i fanghi da smaltire. Se riusciamo a smaltirli in maniera adeguata e non finiscono a mare sarà un primo grande risultato. L’attenzione alta che c’è genera anche preoccupazione per chi vuole fare il furbo. A Reggio Calabria ad esempio sono stati arrestati uomini che scaricavano liquami nel fiume. Abbiamo messo in campo sistemi di controllo sull’energia elettrica, quindi se si staccano i depuratori ce ne accorgiamo subito. Poi monitoriamo i batteri valutandone le percentuali, e si vede subito se qualcosa non funziona. Se noi riusciamo a tenere alta l’attenzione anche sulla pulizia del mare tutto ciò potrebbe dare un segnale estremamente positivo. Abbiamo risolto il problema? Io dico di no, ma almeno questa attenzione che investe un po’ tutti ci permette di monitorare in maniera più puntuale il territorio.

Ma i Comuni lamentano che i 38 milioni non sono partiti, c’è stata anche un’aspra polemica in merito. Avete informazioni aggiornate?

Qualcosa si sta muovendo. Ad esempio, sul Por abbiamo una spesa del 60% in capo alla Regione, ma il restante 40% è in capo soprattutto ai Comuni. Li stiamo chiamando, comparto per comparto,  per dire: stiamo impegnano 80 milioni sull’inquinamento, vogliamo sapere che state facendo. Noi stiamo impegnando una serie importante di risorse, ma non sta tutto a noi. Gli enti locali devono spendere, ma si procede molto a rilento. Abbiamo degli obiettivi da raggiungere, faremo una tabella e stimoleremo tutti attraverso incontri e dibattiti. 

Capitolo cultura. In questo settore forse il fiore all’occhiello dell’attività svolta è  il progetto delle residenze teatrali. Qual è il risultato che si aspetta? E cosa si aspetta dalla nuova edizione del Magna Graecia Teatro?

Sulla cultura stiamo investendo e guardiamo molto anche nel settore della ricerca e dell’università. Sono segnali importanti che danno la prioiezione di una regione  che supera l’emergenza  e che guarda in prospettiva. Col progetto delle residenze teatrali abbiamo cercato di dare un po’ di respiro alle compagnie locali, perchè c’è bisogno di un circuito che li metta in vetrina. Sul versante della cultura però è difficile muoversi per tanti aspetti. Ci sono tante idee innovative e importanti ma le risorse sono poche e noi possiamo utilizzare quasi esclusivamente i fondi Por. Io però sono fiducioso perché anche con pochi soldi si sta mobilitando molto la spesa su questo comparto. 

Finora non si è parlato di un’altra questione spesso molto “calda”, come lo smaltimento dei rifiuti. A che punto è, per esempio, il progetto di cittadella energetica di Castrolibero al quale guardano con molto interesse diversi comuni del Cosentino?

Castrolibero è molto attenzionata dal commissario per l’Emergenza e dall’assessorato. Siamo in una fase in cui si cerca di capire come muoversi. Il problema generale, ma  non è il caso di Castrolibero, è che i sindaci vogliono, ad esempio, la strada, i lavori per i quali vi sono spese importanti, ma poi vogliono anche prendersi tutti gli introiti dei rifiuti. Io ho incontrato molti sindaci. Si sta cercando di creare un sistema funzionale e utile al territorio, con dei segnali estremamente positivi. Ho cercato di stimolare su Castrolibero l’attenzione del commissario perché Cosenza e la sua provincia hanno bisogno di un’area per i rifiuti. Le due realtà indietro più indietro nel settore  sono Vibo e Cosenza e qui dunque bisogna creare quel contesto che sia da riferimento per tutto il territorio.  

E’ realistico parlare della costruzione del Ponte sullo Stretto quando a livello europeo si taglia il corridoio Palermo-Roma-Berlino, pregiudicando di fatto la possibilità di attrarre fondi europei su questo settore?  

Io credo che questo corridoio sia saltato perché i governi non hanno pensato alla costruzione delle infrastrutture necessarie. Il governo Berlusconi aveva ribadito il concetto della priorità della Berlino-Palermo. Siamo però purtroppo in una situazione in cui bisogna lavorare per stimolare questa scelta: condivideremo sempre questo tipo di percorso, ma senza alta velocità, per il Ponte, vengono meno i presupposti. Su cosa corre un corridoio privilegiato? Non possiamo poi fare battaglie di questo tipo.

Parliamo di università: vi sono state grosse difficoltà nel pagamento delle borse di studio: cosa si può fare per garantire ai calabresi un’istruzione pubblica di eccellenza nel momento in cui atenei come l’Unical vanno verso le privatizzazioni?

Sull’università, ci sono stati ritardi legati alle priorità e sul tema delle risorse è uno dei settori che abbiamo sempre attenzionato. Speriamo di poter sviluppare sempre, nella speranza che nei grandi atenei si privilegi il ragazzo calabrese rispetto alle tentazioni che emergono rispetto agli stranieri. A volte le nostre università sono state troppo aperte al contributo esterno. Ho sempre sostenuto che la giovane età dei nostri atenei ha comportato una certa invasione da parte dei docenti provenienti da altre regioni e questo ha comportato difficoltà perchè non c’è stato un inserimento agevole del territorio. Quando il territorio era pronto a intervenire, con ragazzi formati e pronti per l’insegnamento, magari il docente di un’altra nazione privilegiava il ragazzo formato da lui e proveniente da un’altra nazione. Tutto questo non arricchisce il territorio. Il fatto che ora ci siano tre rettori calabresi è una garanzia. Negli anni passati le  università, che ricevono fiumi di contributi, dovevano dare un ritorno sul territorio ma c’è stato chi lo ha fatto di più, come Cosenza, altre molto meno. 

Il Pdl ha perso in diverse parti d’Italia tranne che in Calabria. Ma già ben prima delle elezioni lei aveva avviato questa Casa dei Moderati, partendo con l’alleanza con l’Udc. Poi avete fatto questo allargamento con settori estranei al centrodestra, avete avviato rapporti con l’Api o con il Terzo Polo. In quale direzione intendete muovervi? E con la minoranza in consiglio regionale pensate che ci sia materia sulla quale poter convergere? 

A livello nazionale se ci uniamo col terzo polo non superiamo il 37% e non sarebbe una risposta ad un bisogno di costituire una maggioranza. Lanciamo un progetto che vada oltre i moderati perché i partiti, in questa fase, non sono dei grandi attrattori. Io ho detto a Berlusconi e  ad Alfano che come “Casa dei Moderati” ho il 58% ma non posso sapere il dato tra un anno, dipende da chi trascina chi. Se sul territorio recuperiamo le liste civiche e ne porto con me 40 o 50 con una media di consenso di 50mila voti, in Calabria avrò preso il 5% in più. Io devo guardare al futuro, e il sentore che oggi abbiamo è una sorta di sfaldatura che si è creata nei partiti storici. Dobbiamo aggregare intorno al Pdl quelle forze che non hanno la possibilità di presentarsi sullo scenario nazionale ma che sul locale concorrono al rafforzamento. Questa è l’idea che voglio portare in Calabria discutendo sulle linee di intervento, anche a livello nazionale, rinnovando la classe politica intorno a una leadership giovane. Chi sono i leader? Vendola, Bersani, Di Pietro? Io credo che Alfano si giochi una partita importante. E’ un modo per recuperare ciò che i partiti non riescono a dare. 

La lista Scopelliti dunque sarà della partita? 

La lista Scopelliti non sarà protagonista l’anno prossimo, a meno che non le venga richiesto. Nei nostri progetti c’è una coagulazione introno al Pdl. Noi dobbiamo avere una linea chiara e netta di demarcazione con l’opposizione, sui temi di prospettiva soprattutto. E’ giusto avere il dialogo su cose concrete perchè la Calabria ne ha bisogno, ma non ci sarà mai una commistione. Non è un atto di aggressione ma in Calabria c’è necessità di creare questa spaccatura, soprattutto sui grandi temi.  Auspico comunque che vi sia un  partito d’opposizione che cresca, lo spero affinché ci sia un interlocutore importante. 

Mancano pochi giorni alla chiusura del lavoro della Commissione d’accesso al Comune di Reggio. Si parla di infiltrazioni mafiose. Secondo lei è tanto o poco per sciogliere un Comune? 

Questo dovrà valutarlo la Commissione. Io so soltanto che questa Commissione è stata una forzatura politica che la città di Reggio Calabria poteva risparmiarsi e credo che quando si commissaria un Comune grande si corrono rischi ancora più gravi. Quando manca la politi ca c’è il rischio che altri poteri si infiltrino.  

A Reggio Calabria vi è uno scontro all’arma bianca, con accuse velenose da una parte e dal’altra che hanno sfiorato sia lei che Naccari. Reggio sembra un mondo a parte, in alcuni casi. 

Reggio è solo il luogo che ha espresso un governatore e che diventa il campo della più grande battaglia in Calabria. Si è pensato di colpire la città di Reggio per colpire il governatore, e questo è ciò che non potremo mai perdonare alla sinistra. Noi non siamo andati in Procura a fare alcuna denuncia, noi facciamo politica. Si corre il rischio che un problema da politico diventi  giudiziario, ed al momento opportuno difenderò le mie scelte. Guardiamo  quello che è successo a Catanzaro: nella sezione 85 ci sono tre schede in più, non vidimate da tutti. Sono votate a Scalzo, non ad Abramo. Hanno montato una polemica assurda. Vivo da anni l’aggressione del centrosinistra che ha pensato di abbattere gli uomini noncurante dei problemi della città. I catanzaresi in quei giorni hanno provato l’onta di andare da tutti i giornali nazionali, una città si è trovata in una bufera incredibile per due schede in più.  Qualcuno ha pagato dei voti, ha fatto votare col normografo? Bene, ne risponda.  Il Pd doveva fare solo il ricorso, legittimo, al Tar. Se sono innamorato della città la tutelo, la valorizzo, non la svergogno dappertutto. Abramo è una persona perbene, l’ho visto molto preoccupato, in balia di una situazione drammatica, ed io cercavo di spiegare loro quello che succedeva perchè già successo a me ed alla mia città. Noi facciamo politica, altri hanno deciso di fare altro, cose che non ci competono. Ma la politica, la nostra politica, si basa sul costruire, non sull’abbattimento degli altri. 

 

 

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