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CATANZARO – «Sono stati giorni umanamente tribolati ma belli perché tanti pezzi di Calabria hanno mostrato di avere fiducia in me. Ma penso che il mio compito principale, in questo  momento, sia dare risposte alla città di Catanzaro e rappresentare quei 25mila elettori che mi hanno votato. Di certo mi impegnerò con grande forza dall’interno per rilanciare il partito e favorire il protagonismo della nuova generazione». 

Dopo 48 ore di incontri e trattative in giro per la Calabria, Salvatore Scalzo rinuncia a candidarsi a segretario regionale del Pd: lo ha annunciato, stamattina, nel corso di una conferenza stampa nella sede dei democratici di via San Nicola, stesso luogo dove, fino alle 2 di ieri notte, ha dibattuto con iscritti e amministratori della provincia sul da farsi in vista del congresso del 24 giugno.

E nella corsa alla leadership del Pd calabrese, il giovane dirigente democratico sosterrà il deputato crotonese, Nicodemo Oliverio, che ha incontrato ieri pomeriggio a Cosenza. «L’intesa su alcuni punti – ha spiegato – è una conditio sine qua non per l’appoggio: promuovere il ricambio nelle liste al Parlamento e al Consiglio regionale; fare le primarie nei collegi calabresi se la legge elettorale non verrà cambiata; impedire la candidatura ai condannati in primo grado, favorendo un patto etico, che deve portare a  pubblicizzare on line il bilancio e tutte le spese del partito, comprese le attività del gruppo consiliare regionale che costano 300mila euro l’anno; infine, un’apertura completa al protagonismo della nuova generazione. Ma i particolari – ha aggiunto Scalzo – li presenteremo  in una conferenza stampa che si terrà nel giro di uno o due giorni». 

L’ex candidato a sindaco del centrosinistra è tornato anche sulla polemica relativa al tesseramento, alimentata, tra gli altri, dal consigliere regionale, Enzo Ciconte, che – in disaccordo con la mancata riapertura delle iscrizioni a Catanzaro – ha restituito la tessera che aveva preso qualche giorno prima, uscendo dal gruppo regionale dei democratici a Palazzo Campanella. «Se necessario – ha detto Scalzo – mi assumo la responsabilità che il tesseramento non venisse riaperto. Creare solo una condizione psicologica in deroga allo statuto sarebbe stato tornare indietro di anni. E poi chi si iscrive ad un partito non lo fa perché poi i suoi devono votare in un certo modo al congresso».

Scalzo ha, quindi, anticipato che il 5 giugno verrà presentato il ricorso al Tar per l’annullamento delle amministrative del capoluogo. «La mia – ha concluso – è la scelta di una persona libera, su cui ho molto riflettuto, che ad alcuni non andrà giù e di cui mi assumo tutta la responsabilità. Il mio dovere ora è costruire un’opposizione dura in Consiglio comunale contro un’era Abramo, che già dopo le prime battute,  fa intravedere quel disastro che avevamo preannunciato». 

 

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