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CATANZARO – Dopo la manifestazione dei centro-sinistra, che ieri ha portato in piazza circa duecento persone in difesa della regolarità del voto, c’è attesa, a Catanzaro, per la proclamazione dei consiglieri comunali. Le verifiche, secondo quanto si apprende, procedono a rilento, probabilmente anche alla luce degli esposti e dei ricorsi annunciati contro l’elezione del candidato di centro destra, Sergio Abramo, al primo turno. Abramo, ieri destinatario di un avviso di garanzia nella sua veste di presidente della Sorical, (la società a partecipazione regionale che gestisce il servizio idrico in Calabria) è intanto all’opera per definire la squadra. Negli ambienti del centro-destra si prevedono tempi stretti per la nomina degli assessori. Per quanto mi riguarda sono tranquillo. Ho dato la mia disponibilità al riconteggio di tutte le schede, ma se le opposizioni non si fidano del lavoro del magistrato che ha fatto la proclamazione è un problema loro». Così Sergio Abramo all’indomani della manifestazione promossa dal centrosinistra, dall’area di Centro e dalla lista Mauro con la quale si è rinnovata la richiesta di fare chiarezza sui risultati del voto amministrativo del 6 e 7 maggio nella città capoluogo di regione. «Attendo in assoluta tranquillità – aggiunge Abramo – e sono fermamente deciso a svolgere il mio lavoro sulla base degli impegni che ho preso con chi mi ha votato. In questo momento sono impegnato con il bilancio».
Per quanto concerne la Procura in questo momento il lavoro dei magistrati si sta concentrando sull’accertare se si è trattato di un caso isolato oppure se esisteva una sorta di organizzazione che gestiva la compravendita dei voti per le elezioni comunali. Il sostituto procuratore Gerardo Dominijanni ha delegato gli agenti della Digos ad effettuare una serie di interrogatori di alcuni componenti dei seggi elettorali e rappresentanti di lista, in qualità di persone informate sui fatti, per cercare di stabilire se il fenomeno della ‘scheda ballerinà era una forma diffusa un tutte le sezioni oppure se riguarda solamente il seggio che ha portato all’inchiesta sui tre indagati. Gli investigatori proseguiranno gli interrogatori anche nei prossimi giorni per poi arrivare alla stesura di una informativa che sarà depositata in Procura a metà della prossima settimana. Per gli esiti delle indagini saranno importanti, oltre alle testimonianze, anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza nei pressi dei seggi elettorali dai quali potrebbero emergere elementi utili alle tesi accusatorie. L’ipotesi sul quale stanno lavorando gli inquirenti è l’esistenza di un ‘nucleò ben consolidato che avrebbe organizzato nel dettaglio la compravendita dei voti in favore di alcuni candidati al consiglio comunale di Catanzaro. Questa sorta di organizzazione sarebbe stata capace sia di mettere in atto il sistema della ‘scheda ballerinà ma anche di riuscire ad individuare gli elettori giusti pronti a vendere il loro voto. Ed è proprio sulla base di questa ipotesi investigativa che non si esclude la possibilità che l’inchiesta della Procura, anche in tempi molto brevi, possa portare al coinvolgimento di altre persone.
Nel frattempo il centrosinistra riconferma che ricorrerà per vie legali sul risultato elettorale di Catanzaro. Entro la prossima settimana, infatti, sarà inoltrato dai legali che l’area Scalzo ha già individuato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. Non sono noti i contenuti del ricorso ma da quanto trapela non ci si limiterebbe alle contestazioni su quanto avvenuto e certificato nella sezione n.85 ma anche a quanto sarebbe avvenuto in altre sezioni elettorali del capoluogo calabrese.
Nella regione, intanto, si attende l’esito dei ballottaggi in alcune città medie, che possono offrire un test politico importante per i principali schieramenti in campo. Si tratta di centri con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Si tratta Paola, Cassano allo Ionio e Castrovillari (in provincia di Cosenza), e per Palmi, in provincia di Reggio Calabria.
Proprio a Palmi il candidato sostenuto da centrodestra e Udc, Giovanni Barone, ha visto sfumare la vittoria al primo turno per una manciata di voti. A Barone sono andati, infatti, il 49,81 per cento dei consensi, che non sono stati sufficienti per chiudere subito la sfida. Al secondo turno il candidato del centrodestra dovrà vedersela con l’ex magistrato Salvatore Boemi, fermo al 22,78 per cento e sostenuto dal centrosinistra. Quest’ultimo, tra l’altro, si candida dopo l’esperienza alla guida della Stazione unica appaltante della Regione, che ha portato notevoli risultati in termini di risparmio per la spesa sanitaria grazie all’introduzione delle gare centralizzate.
A Castrovillari, invece, non ci sarà il candidato del centrodestra e il ballottaggio sarà tra Domenico Lo Polito, centrosinistra, che ha ottenuto il 44,15 per cento dei voti, e Ferdinando Laghi, 35,8 per cento, alla guida di una coalizione composta da Italia dei valori, Futuro e libertà più alcune civiche. A Cassano Ionio il confronto sarà tra Domenico Lione, che ha il sostegno del centrodestra e Udc e che ha conquistato il 43,80 per cento al primo turno, e Giovanni Papasso, centrosinistra, che ha avuto il 39,26 per cento dei consensi. Secondo turno necessario anche a Paola, tra Basilio Ferrari (centrodestra e Udc) con il 48,85 per cento, e Carlo Gravina, centrosinistra, con il 33,96 per cento.
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