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Un treno ad alta velocità

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Sembra finalmente giunta l’ora dell’alta velocità ferroviaria anche nell’estrema propaggine del nostro derelitto Sud. Ma è davvero proprio così o non invece un bluff che lascerà tutto ancora immutato?

A ben guardare, si tratta infatti di un investimento privo di una visione prospettica sul futuro, finalizzato primariamente a portare l’alta velocità (si fa per dire) a Cosenza, ma che impedirà di fatto, per l’enorme dispendio di risorse, all’intera Calabria ed al porto di Gioia Tauro, in particolare, di beneficiarne effettivamente.

Le risorse spropositate dell’intervento previsto, che si fermerà in quel di Tarsia, almeno secondo il progetto di tracciato più accreditato, potrebbero consentire infatti di completare l’intero tracciato fino a Reggio, dove, invece, non arriverà mai perché, con la fine delle risorse europee, l’Italia sarà costretta a restituire i fondi avuti in prestito e non ci sarà un euro per nessuno, tanto meno per l’ultima regione d’Italia.

Far giungere, infatti, la ferrovia dai primi rilievi del Pollino immediatamente a sud di Buonabitacolo a Praia a Mare, dalla montagna alla spiaggia, con un tratto in accentuata discesa, dove non si potranno superare i 120 KM orari, e poi in salita verso Tarsia dove si dovrà fare altrettanto, e poi da Cosenza a scendere verso Lamezia, non certo ancora in piano, e dunque con una velocità certamente limitata rispetto ai 300 KM orari, e con un centinaio di KM in galleria, tra impervie montagne e coline che hanno impedito all’autostrada di essere ammodernata nel tratto da Cosenza ad Altilia, vera vergogna contro cui nessuno ha gridato allo scandalo, significherà non soltanto dilapidare un mare di risorse ma concretamente annullare quell’alta velocità così decantata, e, d’altro canto, impedire quel collegamento tra Gioia Tauro ed il Nord Europa, vero primario obiettivo per la rinascita della Calabria ed il riscatto delle sue genti.

Non solo. Il progetto della “lenta alta velocità” con una linea priva di logica e razionalità tecnica, impedirà alla Calabria, ancora una volta, di agganciare il futuro del trasporto ferroviario, che sarà garantito dai treni a levitazione magnetica, con velocità di 500 – 800 Km all’ora (comprendo che in Calabria questi concetti stenteranno ad essere compresi), tant’è che si parla di prime sperimentazioni sulla tratta Milano-Bologna e si ipotizza di collegare Milano e Napoli in solo un’ora, mediante l’utilizzo della stessa linea A.V. esistente, per effetto del progresso tecnologico.

E dunque avremo un’alta velocità di facciata solo per collegare direttamente la città di Cosenza alla linea ferrata principale, che col raddoppio della galleria verso Paola, già potrebbe beneficiarne ugualmente.

Né può razionalmente sostenersi che si voglia raccordare l’A.V. con la linea ionica, che ben la potrebbe intercettare sia verso Taranto e Bari sia sulla tratta tirrenica attraverso i collegamenti da Catanzaro Lido verso Lamezia e da Sibari a Paola, indubbiamente da ammodernare ed adeguare, come la stessa ed intera linea ionica.

La Calabria ha bisogno di una politica seria e lungimirante, che tenda al benessere di tutti. L’alta velocità non dovrà perciò prescindere dal primario obiettivo di collegare il porto di Gioia Tauro, unico vero volano di sviluppo esistente.

I campanilismi non possono pregiudicare l’interesse dell’intera regione e quel futuro che passerà dai treni a levitazione magnetica che potranno consentire alle merci ed ai prodotti già trasformati di raggiungere, da Gioia Tauro, il Nord Europa, in due tre ore, e dunque settimane prima rispetto alle navi dirette a Rotterdam od Amburgo.

Una occasione unica per fare della Calabria e dell’Italia intera il porto e la porta dell’intera Europa, spostando a Sud la ricchezza di cui adesso gode soltanto il Nord.

*Avvocato Vibo Valentia

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Francesco Ridolfi

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