Massimo Giletti
2 minuti per la letturaNon sempre, ma a volte “bisogna alzare un po’ il volume”. Il nostro giornale ha fatto sempre mille battaglie, mille denunce su fatti e misfatti, cercando di mantenere la schiena dritta. Spesso col nostro lavoro abbiamo colto nel segno. A volte, invece, i nostri articoli, le nostre anteprime, non hanno sortito quell’effetto sperato, ovvero la soluzione del problema denunciato, la fine di un’ingiustizia scoperta, una di quelle tante ingiustizie che scoviamo durante il nostro lavoro di cronisti sul campo, cronisti di strada.
Ne è la prova un nostro articolo del 2015, citato dal vicedirettore Paride Leporace, nel suo editoriale (LEGGI) sull’ultima puntata della trasmissione di Massimo Giletti. L’articolo in questione è un articolo del collega Rino Muoio, che già nell’ottobre del 2015, denunciava la stortura di un edificio appartenente alla struttura Asp di Amantea, non completato, con l’azienda sanitaria costretta a pagare affitti per l’utilizzo di locali necessari per i servizi da garantire. Notizia ripresa domenica sera da Giletti, perché, a distanza di sei anni dall’articolo-denuncia del Quotidiano, la situazione è rimasta tale e quale. Con l’aggravante di nuovi stabili nel frattempo affittati, ma mai aperti.
Che a volte, dopo i nostri articoli “bisogna alzare un po’ il volume” lo dimostrano alcune intercettazioni dell’inchiesta sull’Asp di Cosenza, pubblicate in questi giorni, dal collega Marco Cribari e riprese dal vicedirettore del Quotidiano nel summenzionato editoriale: in una di queste intercettazioni si parla di questioni legate ai conti dell’azienda sanitaria di Cosenza, già denunciate dal nostro giornale e da altre testate calabresi nel 2014 e nel 2015, invano.
In queste intercettazioni si parla della rilevante spesa sostenuta per quantificare e ripianare il debito della sanità calabrese. Milioni di euro spesi per far quadrare i conti delle Asp commissariate, dove, però, i conti continuano a non tornare e i disavanzi, purtroppo, continuano a crescere anno dopo anno, con le gravi ripercussioni che ne discendono sui cittadini. In Calabria, si badi bene, già risulta un’ardua impresa quantificare il debito della sanità regionale, cioè stabilire precisamente a quanto ammonta!
E se risulta così difficile quantificare un debito, figuriamo, poi, come sarà difficile risanarlo. Su tale delicatissima problematica, fiumi di inchiostro sono passati sui giornali calabresi, ma la soluzione tarda ad arrivare.
Anche il nostro direttore Roberto Napoletano, autore di pungenti e dettagliati articoli sulla Questione meridionale, spesso e volentieri va sulle reti nazionali, per “alzare un po’ il volume”, sulle sue giuste battaglie giornalistiche.
Ed allora, ben venga in Calabria Giletti, se ci aiuta a risolvere annose questioni, se ci aiuta a portare avanti e a compimento le nostre battaglie giornalistiche.
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