Jack e Rose nell'iconica scena a prua del Titanic
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IL 2023 è un anno particolare, 25 anni da Titanic, più altri 25 da Dawson’s Creek e Paola e Chiara di nuovo insieme sul Palco dell’Ariston a riaprire il varco della nostalgia di noi ragazze del Millennio. «Le situazioni evolvono», dice Joy Potter all’amico piagnucolone e ha ragione – del resto oggi i rocker si lamentano e inscenano matrimoni vestiti con abiti Gucci, mentre prima mordevano pipistrelli -, ma lasciateci per favore in pace per un momento e fateci godere appieno questo triplice revival dal filtro seppia.
Venticinque anni fa i nati nel Novanta accanto ai puttini Fiorucci sulla parete della cameretta avevano anche il poster delle Spice Girls – che oggi il Principe e il Pulitzer sbeffeggiano in “Spare” -, e di un altro angelo biondo. Si chiamava Di Caprio, Leonardo Di Caprio. Erede di River Phoenix, ma più fortunato e dall’aria meno ribelle, sconvolse le vite placide di giovani vergini (non suicide) nelle cittadine di provincia.
25 ANNI FA TITANIC, UN FILM CHE HA SEGNATO UNA GENERAZIONE
A Cosenza la prima di Titanic fu al Garden (oggi il film, restaurato in 3D e 4K, è in programma all’Andromeda di Zumpano e sotto ecco disponibile l’elenco delle sale in Calabria – poche – che ne permettono la visione). E a questo punto, mi spiace, ma contravvenendo a tutte le regole del buon giornalismo, tocca parlare in prima persona, perché è un argomento troppo intimo quello tra me e Jack Dowson.
Io nel ’98, anno in cui il kolossal arrivò in Italia, avevo 7 anni, seconda elementare. Non mi permisero di andare al cinema con mia cugina Giovanna, più grande di 4, e mia nonna Elvira perché Titanic avrebbe potuto sconvolgermi: l’iceberg, la tragedia, una storia d’amore proibita. Così ricordo che loro tornarono a casa in lacrime, mentre io bramavo vendetta per questa censura cinematografica.
Più Giovanna raccontava di questa scena con una mano che si schianta contro il vetro appannato di una vecchia macchina d’epoca, più mi adoperavo, con le compagne della II A della “Lydia Plastina Pizzuti” non a protestare contro la strada aperta di via Roma, ma a trovare un modo per vedere questo “Ultimo tango a Parigi” girato su una nave. Non esistono più i sit-in di una volta.
IL CORONAMENTO DI UN SOGNO, L’EMOZIONE DI UNA “VISIONE” SPECIALE
Ecco, non so come, ma ci riuscimmo. Riuscii a vedere tre ore e passa di film in Vhs pochissimo tempo dopo dall’uscita ufficiale, dove una lei borghese e un lui proletario si incontrano su una nave prima che affondi e il resto, si sa, è storia. La proiezione avvenne a casa di Carlotta – tutte bambine più un nostro compagno, l’unico dei maschi ammesso a feste e tombolate probabilmente per la grazia con cui intonava “Tra te e il mare” di Laura Pausini durante i compiti in classe – e diedi ragione per la prima e ultima volta alla critica cinematografica di ogni dove. Avevano tutti ragione. Titanic era sconvolgente. Titanic era entrato nella mia vita sulle note di Celine Dion per non uscirne più ed eccola la mia prima, nostra, esperienza di amore non corrisposto.
Oggi noi ragazze cresciute non possiamo fare a meno di rivedere Titanic. Io ho persino pregato un collega di fare a cambio di corta (per i non addetti ai lavori, trattasi del giorno di riposo). Lui mi fa: «Che devi fare?», e io, davanti a tutti e con la voce flebile della vecchia del film, ho risposto: «Guardare Titanic». Silenzio in redazione.
25 ANNI DI TITANIC, PERCHÉ GUARDARLO ORA?
Cosa significa guardarlo ora? Ora che sappiamo tutto – e cioè che sulla zattera in due non potevano starci, che sono le mani del regista Cameron a disegnare Kate nuda, che la vita vera è piena di Schettino e non di Edward Smith? Significa forse voler affrontare un viaggio verso il Tar di Catanzaro per fare ricorso contro chi ci ha fatto credere, lo ha ribadito Rivista Studio che pure di questo anniversario ha scritto, che fidanzato ricchissimo uguale a vita infelice, mentre fidanzato poverissimo uguale a grande storia d’amore. Col senno di poi non butteremmo mai il cuore dell’oceano nell’oceano, ma lo svenderemmo al primo Compra oro per diventare il re del mondo.
Tutto ciò vuol dire dunque solo una cosa. Gli anni, le cose che evolvono, ci hanno cambiate. Non più innamorate dell’amore. Consapevoli che niente è eterno, che il mito, l’estate, l’infanzia – come tutte le cose belle, finiscono. Che peccato. Pertanto oggi, a 25 anni di distanza, recarsi in una sala cinematografica (guarda, mamma, sto volando!), e guardare Titanic è l’unico modo per ottenere un assaggio di un tempo ormai passato (qualcuno direbbe per scrivere a Pikkola Kiara). E per avere l’illusione che se adesso incontrassimo un tipo biondo e dagli occhi azzurri alla domanda “Salti tu?”, lui risponderebbe, saldo e sicuro, così: “Salto pure io”.
DOVE VEDERE AL CINEMA TITANIC 25 ANNI DOPO
CATANZARO: The Space cinema Catanzaro Lido; The Space Cinema I Due Mari.
REGGIO CALABRIA: Multisala Lumiere.
COSENZA: Andromeda River
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