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SULL’IMMIGRAZIONE la Calabria, terra di frontiera, prova nuovamente a giocarsi una carta. Nei giorni scorsi il presidente Mario Oliverio ha firmato un appello all’Unione europea insieme ad altri dieci governatori delle regioni mediterranee di Italia, Francia, Spagna e Grecia con la richiesta di un maggiore coinvolgimento nelle politiche di integrazione. Inoltre ha annunciato che nei prossimi giorni lui farà un proposta per accogliere in Calabria decine di migliaia di immigrati da insediare in tutti quei comuni dell’entroterra che stanno scomparendo per effetto dello spopolamento.
Certo, nulla di nuovo viste le esperienze di Badolato oltre 20 anni fa, e di recente di Riace, Caulonia e Acquaformosa. Esperienze che la Regione oggi ha il dovere di valorizzare perché appartengono alla storia recente di questa terra. Nel 2009 il consiglio regionale (a maggioranza di centrosinistra) ha approvato una legge sull’integrazione poi rimasta disapplicata per la scelta non solo della Regione ma anche del Governo nazionale (entrambi di centrodestra) di modificare le norme su diritto d’asilo ed integrazione.
Ora che la questione immigrazione è diventata la vera emergenza per l’Europa intera bisogna ripartire da quell’immagine che il regista Wim Wenders ha descritto nel 2009 al summit dei premi Nobel per la pace, tenutasi quell’anno a Berlino per festeggiare i 20 anni dalla caduta del Muro. “Voi pensate che l’evento da festeggiare sia la caduta del Muro. Sbagliate – disse – Il Muro appartiene al passato, mentre l’evento vero deve guardare al futuro del mondo, alla sua difficile capacità di convivenza. Voglio qui segnalare quello che sta accadendo, in Calabria, dove alcuni comuni, Riace, Caulonia ed altri praticano una spontanea forma d’accoglienza. Bimbi afgani, eritrei, somali che vengono da luoghi di fame, di guerre e di malattie vengono accolti e assistiti e integrati con i bimbi del luogo”.
Wenders aveva girato un cortometraggio in Calabria, “Il Volo”, voluto e finanziato dal presidente della Regione del tempo Agazio Loiero a quei tempi definito un visionario, ma che aveva previsto quello che inevitabilmente sta accadendo in questi ultimi mesi. Ecco, quell’immagine di Wenders ora può essere rilanciata e il centrosinistra, scrollandosi di dosso la sicumera verso chi ha governato prima, dovrebbe fare tesoro di quel passato che appartiene alla collettività, al patrimonio di questa terra di cui andare fieri. Oggi più che ieri.
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