UN giornale deve contribuire fattivamente alla crescita culturale e sociale del proprio territorio e fare della propria libertà il manifesto che ne rafforzi l’autorevolezza. Questa è da sempre la nostra idea imprenditoriale e con grande riconoscenza possiamo dire che Matteo Cosenza l’ha interpretata fino in fondo assolvendo in pieno il mandato di fiducia che gli abbiamo conferito nel lontano 2007. Il lettore sa che un giornale può rappresentare uno strumento di grande potere, capace di condizionare le scelte e gli orientamenti della società e, in quanto tale, capace dunque di incidere direttamente sulla vita di ogni cittadino. Ma il lettore cerca l’equilibrio, una qualità che una testata gli può maggiormente garantire quando alla sua guida si trova un Direttore che, nell’interpretare la linea editoriale affidatagli dall’editore, riesce a garantire l’autonomia, l’indipendenza e il rigore. Questo riteniamo sia stato il pregio indiscusso di Matteo Cosenza la cui guida editoriale in questi ultimi 7 anni ha accresciuto l’autorevolezza della testata e la fiducia dei nostri lettori.
Non è stato infatti un caso ritrovarsi in 40.000 a Reggio Calabria a dire no alla ’ndrangheta; in migliaia ad Amantea a protestare contro l’avvelenamento del nostro territorio; a ritrovarsi uniti attorno alle figure straordinarie delle donne calabresi che hanno abiurato contro le proprie famiglie per dire no alla violenza e ai soprusi: a riconoscersi in fondo in una serie di valori su cui crediamo debba fondarsi una società civile e moderna capace di svilupparsi economicamente e socialmente ricostruendo una identità positiva spesso vituperata da luoghi comuni che hanno trovato vita facile per indolenza e acedia. Per tutti questi motivi, quando Matteo ci ha comunicato l’intenzione di rimettere il proprio mandato al raggiungimento dell’età pensionabile il primo sentimento è stato di “vuoto” e smarrimento.
Ma la successiva convinzione è stata che in questi 7 anni Matteo non ha saputo solo “sferzare” i calabresi pigri, richiamandoci tutti all’assunzione di responsabilità per contribuire ciascuno con senso civico alla costruzione di una società migliore, ma ha saputo, anche e soprattutto, formare e migliorare i giovani giornalisti che ha guidato in questi lunghi e spesso difficili anni: la sua eredità è diventata patrimonio collettivo e continuerà a estrinsecarsi quotidianamente dalle pagine di questo giornale. A Matteo, quindi, il nostro profondo ringraziamento e i nostri auguri per il futuro che lo riporteranno nella sua Napoli ma sempre con la mente e il cuore “un po’ più a sud”.