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L’ALTRO giorno il “Quotidiano” ha preso un “buco”. Come accade nella vita dei giornali dove i “buchi” si prendono e si danno. La notizia riguardava l’indagine sul figlio del senatore Antonio Gentile. L’arrabbiatura, come capita in queste occasioni, fu grande anche perché la notizia era su altri giornali cartacei e on line. E lo era a maggior ragione perché il giorno prima i nostri cronisti, fatta una verifica della notizia già presente su un sito, non erano riusciti ad avere alcuna conferma.
La vicenda sarebbe finita qui se il direttore de “l’Ora della Calabria”, Luciano Regolo, nel denunciare il sabotaggio che il suo giornale avrebbe subito con la mancata stampa a seguito del suo rifiuto di ritirare l’articolo sull’argomento, non avesse dichiarato che il senatore Gentile avrebbe detto per interposta persona che la notizia che riguardava suo figlio non sarebbe uscita sugli altri giornali. Dunque, il senatore Gentile avrebbe saputo che noi avremmo preso un “buco”. Addirittura si poteva insinuare che avrebbe ottenuto la censura della notizia.
Da una mia ricognizione tra i giornalisti del “Quotidiano” nulla è risultato che potesse far pensare ad una possibilità del genere. Ora, le ipotesi sono molteplici: 1) il direttore Regolo si è inventata la rassicurazione sul silenzio degli altri giornali e, quindi, su quello del “Quotidiano”; 2) l’editore Alfredo Citrigno ha mentito nel dirgli che il senatore Gentile sapeva del silenzio degli altri giornali; 3) lo stampatore Umberto De Rose avrebbe fatto altrettanto nei confronti dell’editore Alfredo Citrigno; 4) il senatore Gentile non avrebbe parlato con nessuno. Ma non posso non considerare un’altra possibilità: il senatore Gentile ha saputo da qualcuno del “Quotidiano” che avremmo preso un “buco” sull’argomento che gli stava a cuore.
Di certo nessuno mi ha telefonato o incontrato, ma questo è nella norma perché da sette anni e mezzo mai nessuno si è permesso di chiedermi alcunché su quello che il giornale stava facendo e men che mai di non pubblicare qualcosa o di pubblicarla in un certo modo. Due calci nel sedere sarebbero stati il minimo. Le mie direttive – la prima è che le notizie, tutte le notizie, anche quelle che riguardassero il direttore, devono essere pubblicate il giorno dopo sul giornale – sono talmente chiare e categoriche che i giornalisti procedono in automatico, in piena e totale autonomia e libertà. Nessun giornalista del “Quotidiano” ha mai subito una censura. Facciamo tanti errori ma questa è l’architrave su cui si regge questo giornale: la pulizia, la correttezza, l’onestà, la credibilità.
In cuor mio escludo che qualcuno abbia potuto dare all’esterno informazioni per così dire delicate sulla fattura del giornale, ma non posso chiuderla con i sentimenti. Chiedo pubblicamente al senatore Gentile o di smentire che abbia mai parlato con qualcuno del “Quotidiano” della notizia che riguardava suo figlio o di fare nome e cognome del suo eventuale interlocutore. In questa seconda ipotesi immediati saranno i provvedimenti del caso.
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