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L’esercizio della querela a tutela della propria onorabilità è un diritto per tutti anche per un magistrato come l’ex Procuratore Aggiunto della Dna Alberto Cisterna. Ci sta dunque, che anche un magistrato, se si sente diffamato, ricorra a questo strumento. Ma in questa vicenda denunciata da Michele Inserra (LEGGI L’INTERVENTO DI INSERRA) quello che colpisce, è l’accanimento. Non una, ma una lunga serie di querele in un arco di tempo relativamente breve.
Quasi ad ogni articolo è scattata una querela. Quasi si volesse mandare un segnale chiaro a chi scrive fino a tentare di zittirlo. Un segnale pesante per chi le riceve e soprattutto per chi le attiva perché introduce elementi che aggravano il clima di veleni e contrapposizioni che da anni vive la città di Reggio Calabria ed aggiungono nuove ombre e sinistri messaggi.
Il giornalista può anche incorrere in errori. Ci sta. Così anche un magistrato inquirente o giudicante che sia. Ma questo non può in alcun modo portare all’annientamento dell’altro, a tappargli la bocca o a bloccargli la penna. Il Dottor Cisterna, che ha risposto alla denuncia di Inserra (LEGGI LA RISPOSTA DI CISTERNA), dovrà in qualche modo chiarire le ragioni per le quali ha voluto riservare al nostro collega questo stillicidio di querele, visto che non ha fatto la stessa scelta cosa con altri giornalisti che si sono occupati delle sue vicende giudiziarie, almeno per quanto riguarda l’intensità degli atti di denuncia.
Ma c’è di più, a leggere la sua risposta ci colpiscono le allusioni, i tentativi sagacemente allusivi ad ipotetici suggeritori che avrebbero guidato il lavoro di Inserra. Allusioni che condanniamo e respingiamo con forza. Il dottor Cisterna del resto, conosce e troppo bene, il rapporto esistente tra il mondo dei magistrati e quello dei giornalisti e sa che questi ultimi quando hanno una notizia, dopo averne verificato la fonte la pubblicano. Questo è il nostro lavoro. E nel nostro lavoro non ci sono notizie da pubblicare o altre che possono essere epurate o nascoste. La notizia si pubblica in ogni caso anche correndo il rischio di incorrere in querele.
Da noi nulla si nasconde e nulla si aggiusta. Questa è la nostra libertà. Il Cdr del Quotidiano della Calabria, esprime, quindi, la totale solidarietà al collega Michele Inserra, consapevole che i magistrati che si occupano di queste vicende e delle pesanti querele proposte dal dottor Cisterna sapranno valutare con serenità e con obiettività il suo lavoro.
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