SINORA ho mantenuto un profilo basso sulla vicenda che da lunghi mesi mi vede coinvolto. Sono stato in silenzio e ho continuato a fare il mio lavoro. Ma ora sono stanco di essere vittima di una singolare anomalia. Pago la colpa di aver pubblicato le notizie e non di averle gestite, come è buona usanza in alcuni ambienti della stampa reggina, tra il silenzio accomodante di tanti. E la cosa più semplice da fare per cercare di zittire un giornalista “libero”, che non si limita a pubblicare la velina di turno, sapete quale è? Querelarlo. Mica una volta. Ben tredici querele dalla stessa persona. Caso raro, se non unico in Italia. Querelato non da una persona qualsiasi. Bensì da un magistrato: Alberto Cisterna, l’ex vice dell’allora procuratore nazionale Piero Grasso, oggi presidente del Senato, trasferito dal Csm a fare il giudice a Tivoli, provvisoriamente, per aver agito “al di fuori dei suoi doveri istituzionali”. Non entro nel merito delle varie vicende, né contesto il suo diritto di difesa, che va affrontato nelle sedi deputate a farlo, ma il metodo adottato. Cisterna si è sentito diffamato persino dalle virgole dei miei servizi.
Ebbene, delle tredici querele otto sono state archiviate dalla Procura di Cosenza, anche dopo opposizioni di Cisterna. In quattro circostanze sono stato rinviato a giudizio. Ma non finisce qui. Perché tra i quattro rinvii a giudizio ben due sono stati ottenuti su imputazione coatta richiesta da un gip di Cosenza, a fronte di richieste di archiviazione da parte del pubblico ministero. Anche questo un caso raro, se non unico in Italia. Basti pensare che nel corso dell’anno 2012 alla Procura di Reggio Calabria saranno state al massimo tre-quattro le imputazioni coatte. E tutte a persone legate ad ambienti criminali. Su una querela soltanto attendo ancora l’esito. In Italia la più recente giurisprudenza ritiene che le querele pretestuose, fatte solo per intimidire i giornalisti, possono essere soggette ad una penale per chi le presenta. Non mi fermerà di certo questa azione anomala messa in campo da Cisterna. Naturalmente della vicenda informerò l’Ordine dei giornalisti nazionale, il Consiglio superiore della Magistratura, il presidente del Consiglio Letta e il ministro della giustizia Cancellieri. E’ giusto che anche il nuovo procuratore di Reggio, Federico Cafiero de Raho, sappia cosa sta accadendo da tempo. Avrei potuto farlo in camera caritatis, ma preferisco farlo pubblicamente, alla luce del sole. Mi auguro a questo punto che la Legge sia davvero uguale per tutti, e non sia questo solo uno dei tanti slogan. Ringrazio sin da ora quei pm e quei gip della Procura di Cosenza che hanno avuto la professionalità e la determinazione di ritenere tutti uguali davanti alla Legge.