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Verso le elezioni Europee: Forza Italia cresce al Sud; l’intervista al ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il numero uno del partito berlusconiano spiega perché si candida


Successore di Berlusconi alla guida di Forza Italia, la sfida per Antonio Tajani è quella di dimostrare che il partito è in grado di sopravvivere alla scomparsa del suo creatore. E le elezioni europee di questo weekend offrono un primo vero banco di prova.

Ministro Antonio Tajani, siamo agli ultimi giorni prima del voto, e forse si è parlato troppo poco di Ue: qual è il suo modello di Europa?

«L’obiettivo di Forza Italia è costruire un’Europa della sicurezza. Una sicurezza intesa da molti punti di vista: certo, adesso tutti pensiamo innanzitutto alle minacce esterne, come quelle della Russia che ha riportato la guerra nel nostro Continente come non avevamo mai visto dal 1945. Ma poi un’Europa della sicurezza del lavoro, della vita dei suoi cittadini. L’Europa deve essere percepita come una protezione per i paesi e i popoli che ne fanno parte. Una grande casa che ci protegga. Un’Europa che, senza danneggiare l’industria e l’agricoltura, sappia scegliere i modi giusti per tutelare l’ambiente. Bisogna cambiare alcune norme e tutelare la dieta mediterranea. Siamo l’unico continente dove non esiste la pena di morte: è un segnale che spiega chi siamo e quale è l’Europa che dobbiamo difendere».

Migranti, crisi climatica e crisi russo-ucraina sono temi centrali per la futura governance europea. Come affrontarli? E come sono stati affrontati finora secondo lei?

«L’Europa sta iniziando a dedicare a queste crisi molte delle sue attenzioni e anche delle sue risorse, molto meglio di quanto abbia fatto in passato.Non è ancora abbastanza, ma già facciamo molto di più: l’Europa inizia a muoversi concretamente in politica estera. Aggiungo un tema, quello della crisi in Medio Oriente, che seguiamo assai da vicino: nel Mar Rosso una missione navale europea guidata in mare dall’Italia protegge le navi portacontainer. A Gaza l’Europa attende una svolta nel negoziato politico per la tregua, e siamo pronti soprattutto noi come Italia con “Food for Gaza” a entrare nelle Striscia con i nostri aiuti umanitari. Sulla guerra in Ucraina avete seguito il dibattito di questi giorni sulle armi a Kiev: l’Europa comunque è centrale, i nostri sforzi, i fondi della Ue e di altri paesi liberali e democratici– in attesa che il Congresso USA sbloccasse gli stanziamenti – hanno permesso al governo di Kiev di resistere all’invasione russa, hanno consentito a un paese invaso di continuare a combattere. Non è ancora abbastanza, ma certo il contributo dell’Europa è decisivo».

Lei corre (anche) per la circoscrizione Sud, quali istanze della Calabria ritiene di portare avanti?

«La Calabria è una regione bellissima con potenzialità enormi. Seguo con attenzione il lavoro che sta portando avanti il presidente e vice segretario di Forza Italia, Roberto Occhiuto, che negli ultimi anni ha realizzato tantissime riforme e cambiato la percezione del vostro territorio a livello nazionale e internazionale. Penso per esempio al settore della Sanità, nel quale il governo regionale sta lavorando con uno spirito di innovazione moderno ed efficace, fuori da ogni schema di parte. Forza Italia al governo e in Europa continuerà a sostenere la Regione nella sua positiva strategia di attrazione di investimenti, di turismo, di risorse per la sanità e per le infrastrutture. Lo sviluppo della Calabria è un’opportunità per il Paese e siamo pronti a far fruttare al massimo le vostre specificità».

Un recente studio Istat ha fotografato il fallimento di vent’anni di politiche di convergenza al Sud, riscontrando come i divari non siano stati colmati. Una specificità tutta italiana, spesso documentata anche in termini di ritardo nella spesa e di fondi persi. È il caso di ripensare anche le politiche degli aiuti comunitari?

«Le spese per le politiche di coesione non hanno funzionato innanzitutto per difficoltà amministrative e progettuali. Di sicuro dovremo investire in una PA efficiente, come abbiamo visto anche con il PNRR. Poi certo, anche rivedere qualcosa nelle politiche di coesione, magari concentrandole su specifiche politiche per lo sviluppo ed evitando una progettazione troppo parcellizzata. I fondi europei rimangono essenziali per lo sviluppo, ma forse il meccanismo di spesa dovrebbe essere più fluido e più agile».

La campagna elettorale per le Europee, più che incentrarsi sui temi europei, appare concentrata – come sempre, o forse più di sempre – solo sull’impatto che il voto avrà sugli equilibri interni. Non crede che questo alimenti lo scarso interesse e la disaffezione dei cittadini verso le istituzioni europee? Anche la corsa dei leader a candidarsi non rischia di non essere compresa? Lei resterà a Roma dopo l’elezione?

«Per giorni ci sono state molte discussioni sui “nomi”: Giorgia si oppure Giorgia no, Antonio sì oppure no, questo sì o quest’altro no. Spiego la mia scelta: sono fra i politici italiani quello che ha avuto il privilegio di servire le istituzioni europee nei suoi 3 ruoli, ovvero il Parlamento, la Commissione e adesso il Consiglio, che riunisce i ministri europei dei singoli Stati membri. Ho conoscenza di tutti i meccanismi dell’Europa. Ho voluto dare un segnale forte agli elettori italiani: sono in prima fila per ricordare che Forza Italia è il partito degli “specialisti in Europa”, dei politici italiani che conoscono i meccanismi europei, che sanno governarli e sapranno orientare le decisioni futura a favore delle nostre comunità. Aggiungo una cosa: Silvio Berlusconi, il leader e fondatore di Forza Italia, è scomparso poco meno di un anno fa: sono stati mesi difficili, Forza Italia è sopravvissuta a chi prevedeva la nostra scomparsa, ma deve essere ancora rafforzata. E il suo segretario, ovvero il sottoscritto, non poteva rimanere in seconda linea mentre i suoi colleghi uscivano dalla trincea per andare a combattere».

Il centrodestra italiano sembra incontrare difficoltà a darsi un “assetto” europeo. Forza Italia non ha mai messo in dubbio la sua appartenenza al Ppe, ma Fdi e Giorgia Meloni sembrano oscillare tra Vox, Von der Leyen e Orban. Sono solo scaramucce elettorali o ci sono problemi reali? Vede possibili ripercussioni in Italia?

«Tradizionalmente i partiti del centro-destra hanno avuto apparentamenti differenti in Europa. Le maggioranze nel nostro Paese non ricalcano quelle in Europa e viceversa. Detto questo Forza Italia è favorevole a una maggioranza composta da Popolari, Liberali e Conservatori. Nessun problema con i nostri alleati italiani, ne avremmo invece molti con chiunque abbia posizioni antieuropeiste, come i Lepenisti in Francia o AFD in Germania. Quello che io però ricordo sempre è questo: chi dà le carte in Europa, chi decide le alleanze, chi guida la Commissione e fa le leggi che poi applichiamo in Italia è il Partito Popolare. Per far contare l’Italia a Bruxelles bisogna far contare Fi nel Ppe. Perché il Partito popolare europeo è la prima forza politica a Bruxelles e non si può prendere nessuna decisione importante senza questa forza politica».

Tornando alla sfida interna, con la Lega la competizione si avverte. Avete discusso, a distanza, anche sulla bandiera europea…

«Con la Lega siamo alleati leali, ma ci distinguono molte cose, nella cultura politica, nel linguaggio, negli atteggiamenti. Io però non ho alcuna competizione con i nostri partner di governo, lavoro solo per raccogliere il maggior numero di consensi per Forza Italia: il nostro spazio politico è tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Cerco il sostegno dei cittadini con la testa sulle spalle, che hanno capito che l’Europa è una risorsa, è un’occasione. Il mio obiettivo è allargare il centrodestra, ma non a danno degli alleati, vogliamo far diventare Fi il centro della politica italiana».

Che risultato vi aspettate in Calabria? La Lega in questi mesi ha ampliato le sue fila, rafforzando il gruppo in Consiglio regionale a scapito di Forza Italia.

«La Calabria e Forza Italia hanno un rapporto profondo, in cui certo incrociamo molte dinamiche individuali. Katya Gentile è passata alla Lega, ma Forza Italia haaccolto altri due consiglieri regionali, Cirillo e Talerico. Il saldo è comunque per noi positivo. Senza contare le centinaia di sindaci e di amministratori locali che negli ultimi mesi, anche grazie al lavoro del coordinatore regionale Francesco Cannizzaro, hanno aderito al nostro movimento. Forza Italia è da sempre un partito inclusivo, sta crescendo in tutto il Paese. In Calabria faremo come sempre un ottimo risultato».

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