INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Onorevole Orrico sull’autonomia differenziata l’opposizione, o almeno una sua parte, chiama alla mobilitazione. Ma quali sono i margini reali d’intervento? Il ddl ha già incassato il primo sì al Senato.
- 2 Il testo – dice però Forza Italia e lo ha ribadito di recente il presidente Occhiuto – sarebbe uscito migliorato dal Senato, soprattutto perché subordina le intese sulle materie alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) – dunque dei diritti sociali e civili – su tutto il territorio. È così?
- 3 Onorevole Orrico, qual è l’obiettivo della battaglia sull’autonomia differenziata alla Camera?
- 4 Come vanno i rapporti con il Pd?
- 5 Immagino abbia visto le immagini di Pisa e Firenze, con le cariche della polizia. Che succede nel Paese?
- 6 Che giudizio dà del Governo regionale?
- 7 L’opposizione in Consiglio regionale però non brilla forse per compattezza. A partire dal gruppo del M5S, con Afflitto che ha votato in difformità al gruppo e con la maggioranza.
- 8 Tema caldo del periodo è anche la città unica Cosenza-Rende-Castrolibero. Cosa ne pensa?
- 9 Quindi al referendum farete campagna per il no?
- 10 Come va con la definizione delle candidature per le Europee?
Intervista ad Anna Laura Orrico (M5S) che attacca su autonomia differenziata e governo regionale: «Non difende i calabresi, non mantiene le promesse»
L’AUTONOMIA differenziata per Anna Laura Orrico? «Una secessione legalizzata, uno scippo ai danni di Regioni che già soffrono». La deputata e coordinatrice regionale del Movimento 5 Stelle, del ddl Calderoli non salva nulla. Neanche quello che ne è stato il prologo, vale a dire la riforma del titolo V nell’ormai lontano 2001.
Onorevole Orrico sull’autonomia differenziata l’opposizione, o almeno una sua parte, chiama alla mobilitazione. Ma quali sono i margini reali d’intervento? Il ddl ha già incassato il primo sì al Senato.
«I margini sono ridotti, ma questo non deve limitare la protesta, né la costruzione di un’opinione pubblica. Questo è un tema che riguarda tutto il Paese. Anche le regioni del Nord. Regole diverse, politiche diverse tra le regioni non limitano la capacità delle imprese di investire? Al Senato abbiamo fatto una battaglia serrata, richiesto più di un centinaio di audizioni su tutte le materie che potranno essere oggetto di intesa. Daremo battaglia anche alla Camera contro quello che si presenta come uno scippo legalizzato ai danni di quelle regioni, che per ragioni già solo demografiche, non hanno la stessa capacità fiscale delle altre. Speriamo che i colleghi prendano coscienza».
«Non c’è nessuna garanzia che vengano finanziati i Lep. Non ci sono i fondi. Si stima un fabbisogno di 80/100 miliardi: dove li reperiamo, se l’ultima legge di bilancio è stata di 24 miliardi? Se è stato anche tagliato il fondo di perequazione, introdotto e finanziato dal Governo Conte 2? Il presidente Occhiuto oggi dice che non si farà fregare, avverte che ‘no money, no party’. Ma non avrebbe dovuto accordare parere favorevole in Conferenza Stato-Regioni, in quello che è stato il preludio all’avvio dell’iter legislativo del ddl. Lì si sarebbe dovuto opporre. Ora sembra pentito, ma pur apprezzando il pentimento non possiamo ritenerlo sufficiente. Una volta che il ddl sarà legge e che si potrà dare il via alle intese delle regioni sulle singole materie, le Regioni potranno trattenere il residuo fiscale e mancheranno anche ulteriori risorse per garantire la perequazione. Quello che dice Forza Italia, impegnata ora a fare campagna elettorale, è una grande bugia».
Onorevole Orrico, qual è l’obiettivo della battaglia sull’autonomia differenziata alla Camera?
«Provare a fermare questa pericolosa deriva e mettere in sicurezza i Lep. Che poi i margini sono ridotti, sì, ma dipende molto dalla capacità di fare opposizione. Se si è uniti, si ha la forza di contrastare la maggioranza».
Come vanno i rapporti con il Pd?
«Sull’autonomia stiamo votando insieme, così come su altri temi. Siamo contenti che il Pd abbia deciso di convergere sulla nostra battaglia per il salario minimo e che si sia ravveduto sul Reddito di cittadinanza. Ci sono altri temi, penso all’ambiente o alle guerre in corso, su cui c’è difficoltà a raggiungere un’intesa. Io credo che se si vuole costruire un’alternativa, sia necessario parlarsi di più e avere una voce unica e forte. Alle amministrative, a Vibo, la quadra è stata trovata: si è formata una coalizione progressista, con l’apporto anche di forze della società civile. Credo sia sano procedere così, costruire intese passo dopo passo, sui temi».
Immagino abbia visto le immagini di Pisa e Firenze, con le cariche della polizia. Che succede nel Paese?
«C’è un’aria molto pesante. E sono preoccupata quando il ministro dell’Istruzione propone di bocciare chi occupa e protesta o quando qualcuno dal centrodestra arriva a ipotizzare un Daspo per gli artisti che in tv esprimono le proprie idee. O quando, ancora, gruppi di persone che manifestano vengono manganellate. Credo che il centrodestra debba dare un messaggio in tal senso: la libertà di manifestare – in modo non violento, è chiaro – non può essere messa in discussione. A me pare invece ci sia un eccesso di esercizio di potere nell’ordine pubblico, che non vorrei sfociasse in un abuso di potere. Il fatto è che questo Governo, dal decreto rave, ha mostrato una costante paura del dissenso, alimentando questa deriva securitaria».
Che giudizio dà del Governo regionale?
«Non è un governo che difende le istanze dei calabresi. Non mantiene le promesse, basti pensare a sanità e infrastrutture. Sulla sanità, a parte reclutare i medici cubani, non abbiamo visto altro. I pronto soccorso implodono, non è stata riorganizzata la medicina territoriale, i nuovi ospedali sono fermi al palo, mentre 250 milioni di fondi erogati per l’emergenza Covid ai governi Santelli e Occhiuto sono stati rimandati indietro, con l’uscita di scena dell’emendamento Cannizzaro al Milleproroghe. Sulle infrastrutture, Occhiuto ha esultato per aver ottenuto 3 miliardi spalmati in 15 anni, che serviranno a finanziare solo il tratto Sibari-Corigliano, mentre ha ceduto un pezzo di Fsc per il Ponte sullo Stretto. Un’opera che costerà 12 miliardi per appena 3 chilometri. Non c’è una sproporzione? E noi non siamo quelli che dicono che il Ponte è un’opera fallimentare. Non è però prioritaria. Quei 12 miliardi, spesi su altre infrastrutture della regione, avrebbero migliorato la qualità della vita dei calabresi e reso il territorio più attrattivo per gli investimenti».
L’opposizione in Consiglio regionale però non brilla forse per compattezza. A partire dal gruppo del M5S, con Afflitto che ha votato in difformità al gruppo e con la maggioranza.
«C’è stato un incontro a Roma, alla presenza anche del presidente Conte, in cui si è discussa la debolezza che mostra il gruppo consiliare. Il consigliere Afflitto ha manifestato la volontà di restare nel Movimento e di rientrare nell’alveo dell’opposizione. Sa che la sua attività in aula è costantemente monitorata e che ci si aspetta sia coerente con il ruolo che ci è stato affidato dagli elettori. Il consigliere Tavernise, dall’altro lato, sta facendo un ottimo lavoro, non solo per le interrogazioni e le proposte di legge presentate, ma anche per l’attività di ascolto che lo vede impegnato su tutto il territorio».
Tema caldo del periodo è anche la città unica Cosenza-Rende-Castrolibero. Cosa ne pensa?
«È una legge che non ci piace, nel metodo e nel merito. Non siamo contrari alla città unica, che nei fatti come agglomerato urbano esiste già. Ma bisogna attuare processi che partano dal basso, confrontandosi con i cittadini e discutendo la fattibilità economica e sociale. Il diritto alla partecipazione ora è fortemente limitato, tanto più che il referendum non è vincolante. Il consigliere Tavernise ha depositato una proposta di legge che punta a modificare questo aspetto, per rendere il referendum vincolante e subordinando l’esito positivo alla vittoria del sì in tutti i comuni interessati. Il punto è che il centrodestra in questa partita ha un interesse elettorale personalistico. Noi abbiamo come interesse solo il bene della comunità. Per questo chiediamo un percorso meno affrettato».
Quindi al referendum farete campagna per il no?
«Intanto presenteremo degli emendamenti alla proposta. Vedremo come saranno accolti. In base a questo decideremo il da farsi».
Come va con la definizione delle candidature per le Europee?
«Aspettiamo le linee guida per la selezione delle candidature (c’è anche in sospeso la questione di una eventuale deroga al doppio mandato, in assenza della quale l’uscente Laura Ferrara sarebbe fuori, ndr). Nel frattempo, poter contare sul professor Pasquale Tridico, calabrese, come capolista è già un ottimo punto di partenza. Stiamo facendo dei primi incontri, molto partecipati, nel corso dei quali il professor Tridico ha riscosso grandi apprezzamenti. La sua presenza dà anche maggiore forza alla selezione delle candidature e ci dà garanzia di presentarci in Europa con una voce forte e autorevole, com’è stato con Laura Ferrara».
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