Fabio Curto premiato a Musicultura
4 minuti per la letturaACRI (COSENZA) – Cinque anni dopo la vittoria a The voice of Italy, Fabio Curto guadagna nuovamente la ribalta nazionale, vincendo la XXXI edizione del prestigioso Musicultura.
Fabio, The voice è un format finalizzato quasi unicamente all’aspetto televisivo, che dura lo spazio di un mattino. Musicultura invece è decisamente nelle tue corde. In cosa è diversa, anche dal punto di vista umano, questa affermazione?
«The Voice è stato il mio primo approccio al grande pubblico, ma è avvenuto in un clima televisivo e in molti si sono riconosciuti in quella visibilità. Certo, si parlava di show business, in questo caso si parla solo di musica, con una certa serietà e una certa concentrazione sulla qualità musicale, sugli arrangiamenti. Io questo festival lo avevo puntato da anni, però ne avevo abbastanza dei concorsi, ma questo mi interessava troppo importante. Con Musicultura ero proprio nel mio ambiente e le differenze sono tante, perché se “The voice” è stato un trampolino di lancio, Musicultura è stata una conferma».
Qual è il sentimento prevalente: un senso di rivalsa, una iniezione di autostima o cos’altro?
«Una iniezione di autostima sicuramente; rivalsa, sì forse, più che per me forse per tutti quelli che mi seguono. Io mi metto nei panni di quelli che non mi hanno più visto in televisione e avranno potuto pensare: “se non è in televisione è sparito”. Io in questi anni ho avuto una forza e una tenacia di cui vado fiero, senza falsa modestia, perché al mio posto non so se tutti avrebbero fatto lo stesso. Non ho mollato un colpo e non l’ho fatto neanche quando le circostanze mi erano del tutto contrarie, quindi lo interpreto come un premio alla costanza, al grande lavoro che ho fatto in questi ultimi anni».
La vittoria a Musicultura l’hai dedicata alla famiglia, che, tra l’altro, al tuo ritorno ad Acri ti ha accolto in un clima di grande festa…
«Sì, l’ho dedicata alla famiglia, a chi c’è sempre, a chi non mi ha mai abbandonato. Sembrerà banale, lo scrivevo anche in un post, ma prendersi una giornata per andare a comprare dei palloncini, andarli a legare tra un lampione e un dirupo, organizzare un banchetto, organizzarti la sorpresa, queste sono cose che riempiono il cuore e quando questo è ricambiato ti fa capire il valore di una famiglia, il valore dell’amore».
Come cambiano i tuoi progetti nell’immediato? Cioè, tu vincesti The voice con “L’ultimo esame”; con tutto il rispetto per questo brano, ora ti sei imposto con “Domenica”. Do una lettura forse un po’ superficiale, ma sembra che ora tu possa essere meno accomodante con le esigenze commerciali e che al contrario sia legittimato a seguire la tua strada.
«È del tutto diverso, lì siamo usciti con l’impressione che dovessi scrivere un brano pop per poter stare in quel mondo, ma io lì capii che conta solo la musica e la verità della musica. Qui ho vinto con “Domenica”, un brano che addirittura era talmente scarno da non voler essere inserito nell’album “Rive volume 1” e che invece si è poi rivelato la perla di quell’album. Tra l’altro non era neanche tra i brani scelti per partecipare a Musicultura, ma non perché non fossi convinto della sua forza emotiva, ma perché avevo fatto altre valutazioni. Vincere con questo brano è stato come vincere con Fabio al 100%, sentirmi completamente rappresentato da una canzone, senza nessun tipo di compromesso».
Tra poco uscirà “Rive volume 2”. La vittoria con “Domenica” a Musicultura influirà sulla scelta dei brani che faranno parte dell’album?
«Sicuramente influenzerà il prossimo album, per un motivo molto semplice: se “Domenica” ha avuto questa risposta vuol dire che le mie sensazioni e le mie intuizioni che mi porto dietro da anni riguardo al mio pubblico erano giuste: un pubblico attento, mi vedo più a teatro ormai che nelle grandi piazze. Mi piacerebbe iniziare quel percorso che da anni sogno, quello delle tournée invernali a teatro, ho bisogno di quel pubblico lì e un pubblico come quello di Macerata mi ha dato delle soddisfazioni che io veramente non provavo da tempo e di quelle vibrazioni io personalmente ho bisogno. Sono finalmente ritornato a respirare un’aria buona e sono davvero molto contento di questo».
La vittoria a Musicultura accelererà l’uscita dell’album?
«Penso proprio di sì. Stiamo ragionando sulla formula, cioè se continuare a fare uscire a cadenza periodica i singoli, così davanti all’album ci sarà un pubblico diciamo già pronto. Vedremo».
Il premio in denaro per la vittoria era di 20.000 euro. Come li investirai?
«Finanzieranno i miei prossimi progetti musicali. Le uscite musicali sono assai costose, anche quando ti vuoi limitare ai social è esoso. Questo ci darà una buona mano».
Una curiosità: dopo la vittoria a Musicultura i Facchinetti si sono fatti vivi?
«Sì, Roby mi ha scritto la mattina dopo, è stato uno dei primi. Ho sentito sia Roby, che Roberto, il figlio che ha la mia età e con cui mi sento spesso».
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