Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci
4 minuti per la letturaCRESCE sempre di più il fronte dei sindaci del Mezzogiorno che vuole giocarsi la partita dei fondi europei per la crescita e la riduzione del gap con il Nord, «riportando al Sud i cervelli che abbiamo perso, attivando le risorse dei nostri territori e scommettendo sulla coesione».
Dagli iniziali 50 aderenti, in pochi giorni si è giunti agli attuali 104 comuni, sparsi tra Puglia, Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata, Molise, Sardegna e Abruzzo che hanno così abbracciato l’iniziativa ‘Recovery Sud’ partita dal sindaco di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, Davide Carlucci per creare una rete dei sindaci meridionali per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Più che raddoppiate, fino ad oggi, le iniziali cinquanta adesioni, che ora comprendono anche sindaci di capoluogo, come Rinaldo Melucci e Domenico Bennardi, primi cittadini di Taranto e Matera, che presidenti di provincia, come Giovanni Gugliotti, presidente della provincia ionica e sindaco di Castellaneta. Una causa sposata anche da singoli amministratori, come nel caso del vicesindaco di Parete (Ce), Emiliano Pagano, il vicesindaco di Morigerati (Sa), Cono D’Elia, e la consigliera comunale di Altamura (Ba), Anna Lillo. Ma l’elenco delle città coinvolte è lungo: si va da Acate (Ragusa) a Villetta Barrea (L’Aquila), da Acquappesa (Cosenza) a Verzino (Crotone), passando per Lampedusa, Caivano, Pisticci, Alberobello, Marcianise e molti comuni molisani.
«La richiesta, affidata a una lettera già inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi – spiegano – è una sola: rendeteci protagonisti della gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza perché diventi una reale occasione di crescita per il Mezzogiorno, anche quello più isolato e a rischio di spopolamento». I sindaci hanno deciso di scendere in campo perché «non vogliono, in alcun modo, veder passare il treno del Recovery Fund senza che esso riporti nei nostri Comuni quei giovani talenti che negli ultimi anni, con un’emorragia lenta ma costante, abbiamo visto andare via», come hanno sottolineato nella lettera inviata al presidente del consiglio, Mario Draghi. E chiedono, inoltre , che vengano «considerate adeguatamente tutte le esigenze specifiche dei territori, e in particolare delle aree interne e marginali».
Nelle ultime ore sono in corso contatti con ministri, sottosegretari e parlamentari, con organizzazioni sindacali e Confindustria. E la porta è ancora aperta ad altri sindaci. «È una rete spontanea, trasversale e senza finalità politiche – spiega il sindaco di Acquaviva delle Fonti, Carlucci – ma con l’unico obiettivo di trasformare il Recovery in una reale occasione di riscatto di tutto il Mezzogiorno». I sindaci sono pronti a dare il proprio contributo al Governo in questo processo di cambiamento che dovrà arrivare dai fondi europei.
«Non vogliamo arrivare a questo appuntamento impreparati. E se possiamo già dare un contributo nella revisione del Pnrr, fornendo il nostro punto di vista affinché sia quanto più possibile aderente alle necessità dei nostri territori, siamo pronti a darlo – hanno scritto a Draghi – Ogni giorno nei nostri uffici entrano cittadini impauriti per il futuro dei loro figli. Nonostante tutte le misure adottate per attutire il colpo attraverso ristori, ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza, leggiamo negli occhi di commercianti, madri, imprenditori, lavoratori in cassa integrazione, disoccupati, studenti, lo sconforto e l’incapacità di reagire. Ma noi non vogliamo limitarci a chiedere che gli obiettivi del Recovery siano all’altezza della gravità della situazione nei nostri territori. Vogliamo essere messi in condizione di svolgere bene il nostro ruolo di sindaci, chiedendo di avere in tempi rapidi un cronoprogramma e una sorta di “manuale delle istruzioni” del Pnrr. Dobbiamo capire cioè cosa saremo chiamati a fare, quali procedure dovremo attivare, ecc., per consentire un utilizzo quanto mai celere dei fondi». Tra le proposte dei primi cittadini meridionali al premier c’è quella «di dare concretezza al suo proposito di “irrobustire le pubbliche amministrazioni del Sud” attraverso un piano di assunzioni che consenta a ogni nostro Comune di dotarsi di uno staff di almeno 4-5 giovani collaboratori pronti a lavorare sugli obiettivi del Pnrr, da selezionare a livello nazionale attraverso una procedura rigorosa che riconosca una premialità a coloro che hanno acquisito esperienze significative fuori delle nostre regioni».
Prima dei sindaci a far sentire la propria voce erano stati i governatori del Sud, che a dicembre dopo essere stati ignorati dall’ex premier Giuseppe Conte, sono adesso tornati all’attacco, attraverso il governatore della Campania, promotore dell’iniziativa. «Abbiamo rinnovato al presidente del Consiglio la richiesta di incontro con i governatori regionali del Sud – ha detto Vincenzo De Luca – Nessuno ci ha ancora detto quante saranno le risorse destinate al Sud nell’ambito del Recovery plan, per il quale sono stati stanziati 209 miliardi di euro. Ci auguriamo di avere notizie, ma soprattutto notizie positive».
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