La presidente Giorgia Meloni alla Camera
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LA SEMPLIFICAZIONE delle procedure amministrative, una sempre maggiore trasparenza, l’incremento delle conoscenze e delle competenze degli operatori pubblici e l’innovazione tecnologica. Sono alcuni degli interventi contenuti nel decreto recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, il cosiddetto “decreto Pa”, su cui il governo ha posto, nell’Aula della Camera, la questione di fiducia. Questione di fiducia che ha ottenuto 203 sì, 134 no e tre astenuti. Dopo l’esame degli ordini del giorno e il voto finale, il testo passerà all’esame del Senato per essere convertito in legge, pena la decadenza, entro il prossimo 21 giugno.
LE CONTESTAZIONI
«Il provvedimento, composto da 30 articoli per un totale di 163 commi, appare riconducibile, anche sulla base del preambolo, alla complessiva finalità di definire misure volte a garantire il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, nonché il potenziamento e la riorganizzazione delle associazioni e delle società a partecipazione pubblica», si legge nel parere reso dal Comitato per la legislazione. Le opposizioni hanno contestato, in particolare, nei loro interventi nell’emiciclo in sede di dichiarazione di voto sulla questione di fiducia, l’emendamento presentato dall’Esecutivo, approvato nei giorni scorsi dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro di Montecitorio, che prevede lo stop al controllo concomitante della Corte dei conti sulle spese legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Una misura che ha provocato non poche tensioni e polemiche con la magistratura contabile e con la stessa Commissione europea, e che dispone anche una proroga fino a fine giugno del 2024 dello scudo erariale. «Avete usato questo decreto come un cavallo di Troia per mettere il bavaglio a chi vi richiama alle vostre responsabilità – ha sostenuto la vicepresidente vicaria del gruppo del Partito democratico alla Camera, Simona Bonafè – Agitate il capro espiatorio per nascondere la vostra incapacità. Non vi permetteremo di giocare a nascondino con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr è un bene comune di questo Paese».
IL DIBATTITO
«Questo decreto vi è servito per eliminare il controllo concomitante della Corte dei conti sul Pnrr. Cioè quello più utile – ha detto l’esponente del Movimento cinque stelle, Dario Carotenuto. Quello che permette di individuare i problemi e aiuta a garantire trasparenza. La realtà è che costruite nemici per la vostra propaganda. E lo fate solo perché vi serve distrarre l’opinione pubblica dai problemi che non riuscite a risolvere». «Oggi le opposizioni gridano allo scandalo, ma la norma sulla Corte dei conti è stata voluta da Draghi e Conte – ha sostenuto la deputata della Lega, Tiziana Nisini – In quei governi, Partito democratico e Cinque stelle erano presenti. La coerenza parla e ci dice che le loro critiche sono deboli, strumentali e fanno male al Paese. Bene, dunque, la strada indicata da questo governo. L’Italia ha bisogno di una riforma dei controlli: se ne fanno troppi e molti sono inefficaci. Questo non lo diciamo noi, ma Sabino Cassese, presidente emerito della Corte costituzionale».
«Non c’è una deriva autoritaria – ha osservato dal canto suo la parlamentare di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli – Lo stesso presidente della Corte dei conti ha affermato che non c’è, che non esiste una norma bavaglio. La verità è che questo governo e questa maggioranza stanno lavorando per una Pubblica amministrazione che non sia di ostacolo alla iniziativa privata e che ambisca ad avere una Pa più efficiente, più snella, più capace dellìiniziativa privata, e questo vi dà fastidio, questo successo in una narrazione di un fallimento che, però, è soltanto vostro».
LE MISURE
Tra le misure presenti nel testo, ci sono la fissazione al 10 per cento della soglia minima per le assunzioni delle persone con disabilità nell’ambito sempre della Pubblica amministrazione, la previsione di un sistema di sostegno psicologico per gli studenti negli istituti e l’aumento di quasi tre milioni di euro in due anni per adeguare le retribuzioni del personale a contratto delle rappresentanze diplomatiche italiane, degli uffici consolari e degli istituti di cultura all’estero. Tra le misure presenti nel decreto anche la sostituzione della parola “razza” con “nazionalità” negli atti delle Pubbliche amministrazioni, passando per la stabilizzazione del personale in quelle Regioni che rientrano nelle “aree sisma”.
E ancora: sostegno psicologico per gli studenti, maggiori risorse per gli uffici di diretta collaborazione di alcuni ministeri, istituzione di un Osservatorio nazionale del turismo e riorganizzazione degli organi di Crea e Ismea. Le pubbliche amministrazioni possono potenziare le proprie strutture, con particolare riguardo a quelle coinvolte nell’attuazione del Pnrr o nella tutela della salute e dell’incolumità pubblica. Previste circa 3.000 assunzioni nei ranghi della P.a, di cui oltre 2.000 nelle forze dell’ordine. È prevista anche la possibilità di stabilizzare le persone assunte a tempo determinato, che abbiano maturato 36 mesi nelle pubbliche amministrazioni, con esito positivo della loro attività.
Agli enti territoriali viene data la possibilità di assumere a tempo indeterminato chi negli ultimi otto anni è stato impiegato con contratti a tempo. Prevista anche l’istituzione dell’Osservatorio del lavoro pubblico, con abrogazione dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche e della Commissione tecnica per la performance. Il decreto, dopo aver incassato la fiducia alla Camera dei deputati, attende il via libera finale di Montecitorio prima di passare al Senato, dove l’esame si preannuncia blindato.
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