Roberto Calderoli
4 minuti per la letturaLeggi di Autonomia differenziata, di un Governo che da forma al vecchio sogno bossiano della Lega, poi ti viene in mente la Brexit e la triste fine che sta facendo nel Regno Unito…
Leggi di Autonomia differenziata, di un Governo che ha deciso di dare forma compiuta al vecchio sogno bossiano della Lega. Pensi ai “lumbard” che dicevano: “Noi altri paghiamo le tasse e ci tocca di mantenere quella marmaglia meridionale”, pensi che ce l’hanno quasi fatta, che il mitico Calderoli c’è quasi riuscito a tenere in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna una grossa quota delle tasse pagate dai cittadini per utilizzarle a portare il Nord ai livelli economici e strutturali del Nord Europa lasciando definitivamente indietro il Sud piagnone e scansafatiche. Poi ti viene in mente la Brexit e la triste fine che sta facendo nel Regno Unito e ti torna la parvenza di un sorriso: sta a vedere che fra qualche anno i “lumbard” saranno a chiedere di tornare indietro perché i loro ospedali, le loro scuole, le loro aziende saranno piene di meridionali?
Certo, magari, si ferma tutto o finisce tutto in una bolla di sapone perché la resipiscenza di Fratelli d’Italia (e dei suoi sindaci meridionali) ha messo per ora una zeppa nel meccanismo dell’autonomia differenziata. In serata, infatti, è arrivato un emendamento che condiziona il passaggio delle materie alle regioni che le chiedono solo se alle altre viene garantito lo stesso Livello delle prestazioni. Siccome, così, è quasi impossibile garantirle, è possibile che si fermi tutto.
Ma chissà quanti altri colpi di scena ci riserverà questa vicenda prima che l’autonomia differenziata diventi legge, prima che Calderoli possa dire alla sua gente: potete tenervi le vostre tasse, ai poveracci ci penserà lo Stato con i livelli di prestazioni che si meritano. In mezzo ci sarà forse anche un referendum e chissà come andrà a finire.
Ma intanto resta quel pensiero che conduce a un piccolo sorriso di compiacimento. Perché questo indomito Paese, capace come pochi di adattarsi, di trovare tra bene o male le soluzioni per restare unito, era riuscito a trovare una strada per portare a poco a poco sullo stesso piano le sue parti più povere e quelle più ricche. Ricordate quando al Sud non c’era quasi nulla e la gente partiva per andare al Nord a lavorare. Quando a Torino scrivevano: “Non si affitta ai meridionali”, quando De Seta ci mostrava la Calabria dei diseredati?
Ne è passata di acqua sotto i ponti. È vero, anche oggi i nostri giovani vanno a lavorare al Nord ma si portano dietro la brillantezza scientifica dei loro studi e delle loro lauree magistrali prese all’Unical, o alla Magna Grecia o alla Mediterranea. E internet unisce l’intero Paese e, se mancano ancora tante cose: strade, ferrovie e ospedali, in Calabria ti sanno operare al cuore o al cervello proprio come a Roma o a Milano. E c’è ancora molto da fare, ma possiamo parlare di “Restanza” e anche a sognare di non partire, perché qui cominciano a esserci occasioni e cose da fare come nello hub di Entopan a due passi da Catanzaro o da Rubbettino e da Callipo.
L’Autonomia differenziata, prova a ributtarci indietro di mezzo secolo. Rinuncia a ridurre le distanze che ancora ci sono, accetta e fa suo l’egoismo di chi vuole tenersi le sue tasse dimenticando quello che c’è scritto nella Costituzione in termini di unità del Paese. Il risultato, se si attuerà, potrebbe essere un’Italia a due velocità proprio come lo era tanti anni fa. Nel senso che con l’autonomia differenziata si rinuncia a portare tutto insieme il nostro Paese ai livelli più alti in termini di servizi e risposte ai cittadini. Potrebbe essere la tomba della Calabria e di altre regioni del Sud, come scrive Tonino Perna proprio ieri sul Quotidiano.
Negli ultimi trent’anni, pur tra mille difficoltà abbiamo provato a far crescere sul serio il Meridione e ci siamo accorti che la cosa ha un senso e può riuscire. Pensano di costruire due Italie: una al top, l’altra ai Lep? Possono provarci, ma siccome non possono vietare la mobilità interna dei cittadini, si troveranno i loro ospedali, le loro università, i gruppi dirigenti delle loro aziende piene di meridionali che troveranno il modo per guadagnarsi il diritto a utilizzare le strutture migliori e diventarne dirigenti. E allora (ecco il motivo di quel sorriso), come gli inglesi con la Brexit, si accorgeranno di aver sbagliato e ci chiederanno di tornare a essere un Paese che cerca di camminare e di andare avanti tutto insieme.
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