3 minuti per la lettura
Aeroporti, nuove tratte previste da e per la Calabria ma le gare per i servizi vanno deserte e per l’estate ci sono meno voli del 2022
LAMEZIA TERME – In Calabria si registrano meno voli, al contrario ci sono movimenti record a livello nazionale. Ecco il nuovo corso del trasporto aeroportuale calabrese, targato Roberto Occhiuto. È caratterizzato dalla politica degli annunci roboanti per raccontare invece una realtà diversa. Mentre Occhiuto annunciava più voli da Reggio e Crotone e che sarebbero state tolte le limitazioni tecniche sull’aeroporto di Reggio Calabria, arriva dall’Enac l’amara risposta: «Permangono limitazioni».
Così come insufficiente è l’azione commerciale del presidente di Regione e dell’amministratore unico della Sacal spa Marco Franchini, visto che diversi bandi inerenti le rotte di Reggio e Crotone stanno andando deserti. Infatti, sono andati già deserti per l’aeroporto dello Stretto tre bandi per nuovi voli (Bologna, Torino e Venezia); e sono stati pure cancellati da Ryanair alcuni voli da Crotone per Bergamo nei prossimi mesi.
Ed ancora la gara per la riqualifica degli impianti di controllo e smistamento bagagli da stiva dell’aeroporto di Reggio Calabria ci sono voluti tre bandi e zero risparmi, alla terza gara con un ribasso del 1%. Mesi fa l’ambizioso annuncio Sacal per l’aeroporto di Reggio Calabria: «Secondo il Piano Nazionale, lo scalo potrebbe raggiungere i seguenti volumi di traffico al 2030 nei tre diversi scenari ipotizzati. Scenario minimo: 0,6 milioni di passeggeri; scenario medio: 0,7 milioni di passeggeri; scenario massimo: 1,0 milione di passeggeri».
Purtroppo, per il ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili (Mims) nelle previsioni del Piano Nazionale Aeroporti (Pna), elaborato dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), il perimetro d’interesse dei tre scali calabresi indica parametri diversi. Secondo le previsioni di traffico per il 2035 (fonte ministero trasporti – Enac) le potenzialità di mercato in termini di passeggeri per Lamezia Terme vanno da un minimo di 3.843.093 passeggeri ad un massimo di 4.540.724; Reggio Calabria da un minimo di 422.373 ad un massimo di 486.167; Crotone da un minimo di 218.833 ad un massimo di 260.082. Intanto Marco Franchini ha dichiarato che «Reggio Calabria e Crotone registrano annualmente una perdita superiore ai 2 milioni di euro. La situazione fallimentare dei due Aeroporti di Crotone e Reggio Calabria con qualsiasi altra gestione, cioè con una gestione privatistica, ne avrebbe comportato l’immediata chiusura».
Ed ecco l’amara realtà del 2023. Da Lamezia i voli Ita per Roma in piena stagione estiva rimangono 3 andate e 3 ritorni; i voli per Milano Linate saranno 3 andate e 3 ritorni. Come si spiega che negli anni passati i collegamenti con Roma erano 5 a/r? Forse dipendeva dalle gestioni precedenti? Inoltre, la stessa Sacal in un recente documento ufficiale (il bando degli stagionali Gh) ha dichiarato che i voli della stagione estiva 2023 saranno inferiori non solo rispetto alla stagione 2019, anno record per passeggeri transitati dallo scalo di Lamezia, ma addirittura inferiori al 2022. Cosa succede in Calabria? Proprio alcuni giorni fa Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti, osservava che il settore aeroportuale, si conferma resiliente e strategico per lo sviluppo del Paese con un traffico da record, mentre da queste premesse la Calabria rischia di essere esclusa.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA