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COSENZA – C’è bisogno di tenere desta l’attenzione sull’Alta velocità in Calabria perché se è vero che ci sono i fondi per i primi lotti, i rimanenti dovranno essere finanziati attraverso risorse al momento non identificate. È quanto sostiene in una lunga nota il segretario generale della Uil calabrese, Santo Biondo.

Il sindacalista dice di aver letto tutti i documenti di Governo e Rfi inerenti la questione alta velocità. Il punto di partenza è quello che sappiamo tutti ovvero che nel Pnrr per l’alta velocità sono previsti solo 1,8 miliardi, in pratica i quattrini necessari a realizzare il primo lotto da Battipaglia a Romagnano.

Nel fondo complementare invece sono previsti altri 9.4 miliardi che serviranno al completamento degli altri lotti fino al rifacimento della galleria Santomarco all’altezza di Paola, Cosenza. In un prospetto presentato dalla commissaria straordinaria di Rfi, Fiorani, si legge che «sono stati stanziati altri 35 milioni di euro nel Decreto Rilancio a copertura dell’intero progetto di fattibilità dell’opera».

Così si arriva a metà Calabria, per la restante parte dell’intervento si dovrebbe attingere ad altre forme di finanziamento.

Secondo Biondo, però, di questi soldi non v’è traccia o meglio vi è qualche riferimento ma solo generico. In assenza, per il momento, della manovra di bilancio il sindacalista è andato a spulciare il Dpef. «Alla pagina settantacinque dello stesso allegato al Documento di economia e finanza, però – scrive Biondo – i tecnici del ministero sono più chiari quando, esplicitamente, parlano di “realizzazione di un primo lotto funzionale ad Alta Velocità sulla Salerno- Reggio Calabria”». Ad irrobustire i dubbi di Biondo, poi, c’è anche il Documento strategico della mobilità ferroviaria di passeggeri e merci reso pubblico dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile».

Documento recentissimo visto che porta la data del 30 dicembre 2021. Ebbene a pagina 64 di questo documento si può leggere chiaramente che degli oltre 17 miliardi di euro previsti per lo “sviluppo delle principali direttrici ferroviarie con interventi volti a garantire una connettività a rete su tutte le principali direttrici interpolo lungo i corridoi Core della rete Ten-T, con l’obiettivo di aumentare progressivamente il numero di capoluoghi collegati tra loro in meno di 4 ore e trenta”, una fetta non molto grande degli stessi verrà utilizzata per “i primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria”. Questo in una regione che, come si può apprezzare scorrendo lo stesso documento, presenta la vetustà media delle opere civili, quali gallerie, ponti, viadotti e sottovie, più alta d’Italia e stimabile in 93 anni». Nel documento si legge anche che per il completamento degli interventi previsti da Rfi mancano circa 54,6 miliardi. Gran parte dei quali saranno quelli dell’alta velocità calabrese.

«Volendo fare i “conti della serva” per la realizzazione dell’alta velocità sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria, lunga 445 chilometri – continua infatti l’esponente della Uil – servirebbero quasi 23 miliardi, così suddivisi: Lotto 0 Salerno/Battipaglia, 40 km, 2,5 miliardi di euro; Lotto 1 Battipaglia/Praia, 127 km, 6,1 miliardi di euro; Lotto 2 Praia/Tarsia, 58 km, 3,9 miliardi di euro; Lotto 3 Tarsia/Paola, 30 km, 1 miliardo di euro; Lotto 4 Paola/Lamezia, 66 km, 3,2 miliardi di euro; Lotto 5 Lamezia/Gioia Tauro, 79 km, 3,2 miliardi di euro; Lotto 6 Gioia Tauro/Reggio Calabria, 45 km, 2,9 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti i 35 miliardi, stanziato con il Decreto ristoro a copertura del progetto di fattibilità dell’intero tracciato». Questo è quanto si desume dalla lettura delle carte consegnate appunto da Rfi alla commissione Trasporti.

«Il punto – spiega Biondo – è duplice. Innanzitutto apprendiamo che in Calabria fino al 2023 non si muoverà una pietra. Il secondo è che per il futuro che si parla di risorse che devono essere individuate. Non so se lo Stato avrà la capacità di effettuare investimenti miliardari per la Calabria su questo bisogna tenere alta l’attenzione. Certo ci preoccupa il fatto che il presidente Occhiuto, che pure ha ottimi rapporti a Roma e di certo non ha deficit di informazioni, condivida i nostri stessi dubbi. Prendiamo per buona la volontà di questo Governo, ma dovremmo tenere alta l’attenzione per trasformare quelle promesse in investimenti reali».

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