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Cura del territorio, in Calabria la spesa più alta ma servizi scarsi, il quadro disarmante che emerge dalla relazione del Cnel sulle performance dei Comuni italiani
IL PRIMATO è del Molise, ma la Calabria segue di poco: i suoi Comuni, nella relazione annuale del Cnel – Consiglio nazionale economia e lavoro – sui servizi pubblici, conquistano la seconda piazza per spesa pro capite per i servizi al territorio, con una media di 90 euro a cittadino. Il Molise, ‘primo della classe’, ne spende 93. Per servizio ‘Territorio’ il Cnel intende tutte quelle attività riguardanti l’urbanistica, l’assetto del territorio, la difesa del suolo, la tutela, valorizzazione e recupero ambientale, le aree protette, i parchi, la tutela delle risorse idriche, la qualità dell’aria e la riduzione dell’inquinamento. Più spendi meno spendi, recita un adagio. O, in questo caso, potremmo dire più spendi meglio stai.
Non sembra però sia questo il caso, ahinoi. Tutt’altro. Il Cnel lo chiama ‘fattore Sud”, ma potremmo forse definirlo anche paradosso Sud. È la situazione in cui «a costi più elevati corrispondono livelli inferiori di servizio. Questo scenario si osserva in particolare – dice il Cnel – nei servizi di gestione del territorio e della viabilità, nella gestione dei rifiuti e degli asili nido.
La spesa, in ogni caso, è solo uno degli indicatori presi in considerazione dal Cnel. Vengono analizzati anche indicatori di processo (dalle ordinanze ambientali emesse alla pulizia dei fiumi) e indicatori di risultati (dalla potatura degli alberi alle piante messe a dimora), che dovrebbero fotografare il livello di performance di interesse immediato per le comunità. E anche qui la Calabria conquista in realtà dei primati.
CALABRIA E SPESA PER IL TERRITORIO, LA SPESA PER PULIZIA DEL GRETO E LA SECONDA IN ITALIA
Per pulizia del greto dei fiumi la Calabria è seconda solo alla Liguria per interventi (0,35 ogni mille abitanti, contro una media nazionale di 0,17 e un dato ligure di 0,39). Eppure, ad ogni alluvione con danni sul banco degli imputati finisce, anche, la mancata manutenzione e cura del greto di fiumi, torrenti e fiumare. In realtà lo stesso Cnel spiega che il dato quantitativo registrato nel report va preso con le pinze. «Andrebbe affiancato da informazioni maggiormente qualitative (ampiezza dell’intervento, frequenza, etc.) per poter fornire una valutazione più significativa» si legge nella relazione.
La Calabria primeggia poi per interventi di potatura delle piante. È un’attività qui parecchio intensa, come nel resto del Sud: in Calabria viaggiamo su una media di 25,3 piante potate ogni mille abitanti, contro una media di 16,5 al Sud e 12,5 nazionale. Anche qui è un mero dato quantitativo, che nulla ci dice su necessità o tempestività dell’intervento.
Più semplice leggere invece un altro dato, ovvero quello della piantumazione di nuovi alberi. La Calabria non brilla con una media di 1,87 alberi messi a dimora ogni mille abitanti, ben più basso del dato nazionale pari a 4,25.
MANCA LA VALUTAZIOEN DELL’EFFICACIA DEL SERVIZIO “TERRITORIO”
Quello che manca in ogni caso, nell’analisi del Cnel, è una valutazione dell’efficacia del servizio ‘Territorio’, perché non esiste – spiega la relazione – un indicatore unico e complessivo di risultato. Esiste però un indicatore complessivo, che valuta insieme i servizi per il territorio e la viabilità, elaborato dalla piattaforma OpenCivitas. E alla Calabria qui non va troppo bene. Per ogni chilometro di strada in regione si spendono 1.638 euro, che è uno dei dati più bassi a livello nazionale. Se si considera però la spesa pro capite – qui complessiva per viabilità e territorio – il dato schizza in su: 134 euro per residente, secondo dato dopo il Molise (il Cnel, ricordiamo, prende in esame solo le regioni a statuto ordinario). A fronte però di un livello di spesa così alto, il livello dei servizi è mediocre: primeggiano Emilia, Umbria, Toscana mentre la Calabria è quintultima.
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