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BOLLETTE più salate per le famiglie e imprese a rischio per i rincari. Il Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria non può non tener conto, nelle analisi sul contesto, dell’impatto che il costo per energia e carburante ha avuto nel 2022 sul fragile tessuto produttivo calabrese.
LA MAZZATA IN BOLLETTA
Già il 2021, alla voce costi per energia, si era rivelato esoso. Il costo delle bollette dell’energia elettrica, unitamente a quello del gas, nel 2021 «è schizzato alle stelle – si legge nel Defr – e le famiglie hanno speso, in media, 1.558 euro, valore in aumento del 30 per cento rispetto al 2020». La bolletta elettrica era stata, in media, pari a 645 euro, con un rincaro annuo del 40 per cento, mentre quella del gas era arrivata a 914 euro, con un aumento del 24 per cento rispetto al 2020. Per il 2022 possiamo far riferimento a dati, per ora parziali, elaborati da Demoskopica e che, a ottobre scorso, segnalavano per le famiglie calabresi un aumento di quasi 1.400 euro (+119 per cento) rispetto all’anno precedente, con una spesa media di circa 2.500 euro.
LE IMPRESE
Il Defr qui riprende il recente rapporto di Confartigianato. «Il caro-energia – si legge – mette a rischio 25mila 883 micro e piccole imprese in Calabria con 62mila 784 addetti, pari al 24% dell’occupazione del sistema imprenditoriale calabrese». Le aziende più a rischio sono quelle riconducibili alla categoria “energy intensive” come ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Ma non sono al sicuro neanche il settore manifatturiero, i servizi, la logistica.
GLI AIUTI? DALLO STATO
La Regione ha di recente varato il Fondo energia imprese, che destina alle aziende 45 milioni di euro per l’installazione di impianti di produzione e accumulo di energia da fonti rinnovabili. Ma i ristori diretti sono tutt’altra storia. L’aiuto deve arrivare dallo Stato. La manovra di bilancio del Governo affronta «in parte alcuni di questi problemi e ne lascia aperti altri, ai quali si spera di trovare adeguate soluzioni, con apposite proposte emendative, in sede di approvazione definitiva del documento contabile in Parlamento – si legge nel Defr – Risulta, peraltro, evidente come diverse criticità possano essere adeguatamente affrontate soltanto con il contributo del Governo centrale, non soltanto per la dimensione finanziaria che le stesse richiedono, ma anche perché la sostenibilità dell’intervento regionale risulta condizionata da una serie di vincoli normativi e di questioni irrisolte che limitano fortemente l’attuazione di manovre di bilancio significative con le risorse autonome disponibili, il cui ammontare deve essere destinato a finanziare la spesa a legislazione vigente, a garantire il funzionamento della macchina amministrativa e a far fronte agli accantonamenti previsti dalle recenti regole di finanza pubblica e necessari alla tutela degli equilibri di bilancio. La scarsa disponibilità di risorse autonome è ulteriormente aggravata dall’introduzione di numerose disposizioni che hanno obbligato le Regioni ad operare secondo modalità completamente diverse dal passato (pareggio di bilancio, armonizzazione contabile, bilancio consolidato, introduzione di forme pervasive di controllo)».
BOLLETTE CARE ANCHE PER LA REGIONE
Del resto anche la Cittadella deve far fronte alle batoste in bolletta. Per la Calabria l’incremento su base annua nel 2022 rispetto al 2021, per l’acquisto di prodotti energetici, è stato pari al 294 per cento e per il 2023 si prevede una maggiore spesa, rapportata sempre al 2021, di 2,8 milioni di euro.
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