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CATANZARO – La cenerentola dell’economia e delle esportazioni del Paese, per una volta, balla con i più grandi. Nel primo trimestre del 2018, la Calabria è la regione italiana «più dinamica» nell’export. Confrontando il valore delle merci vendute nei primi tre mesi dell’anno scorso, la variazione tendenziale è stata del 34,3 per cento. Meglio di tutti, anche della Valle d’Aosta (+19,2 %), Sicilia (+9,5%), Campania (+8,3%) e anche della regina nazionale dei mercati, la Lombardia ( + 7,9 %). Un’impennata valorizzata nel contesto della più blanda crescita dei valori del Mezzogiorno in cui l’incremento è stato complessivamente pari al 3,9 per cento.
I dati pubblicati ieri dall’Istat confermano quindi il trend positivo per gli scambi calabresi con l’Europa e il resto del mondo dopo che il controvalore annuale delle vendite nel 2017 era cresciuto del 12,9 per cento rispetto al 2016. Una crescita che si conferma pure rispetto agli ultimi mesi dello scorso anno. Nonostante l’export complessivo nazionale abbia subito una contrazione in termini congiunturali (in questo caso, il parallelo è fra i primi mesi dell’anno con gli ultimi del 2017), la Calabria infatti viaggia ancora in terreno positivo (circa il 6 per cento in più). Cionondimeno, la parabola sprizzante dell’ultimo ciclo va sempre contestualizzata con il fatto che l’export calabrese rimane una parte assolutamente residuale sull’ammontare globale commerciato dal Paese.
I 139,2 milioni di prodotti calabresi esportati fra gennaio e marzo rappresentano soltanto lo 0,1 per cento del valore cumulato nazionale, arrivato invece a 112,5 miliardi di euro. I motivi del boom hanno nomi e cognomi. Fenomenale è stato l’apporto derivante dalla vendita dei motori, generatori e trasformatori elettrici, passati nel giro di dodici mesi da poco più di 61 mila euro a poco meno di 13,9 milioni di euro.
Eccellente è stato poi l’apporto degli autoveicoli (+500 per cento) passati da 1 a 6 milioni di euro. La chimica si conferma fra settori più prolifici dell’export regionale. La vendita degli «altri prodotti chimici» (nella dizione merceologica Istat), anno su anno, è lievitata del 41,9 per cento toccando la soglia in termini assoluti di 31,3 milioni di euro. Altra nota positiva arriva dalla vendita di locomotive e materiale rotabile ferro- tramviario, che l’anno prima era pressoché nullo (poco più di 3 mila euro) e fra gennaio- marzo di quest’anno vale 2,7 milioni, peraltro tutti finiti negli Stati Uniti. In sofferenza, in questa prima parte del 2018, si sono mostrati invece il segmento legato alla commercializzazione dei metalli e quello dei macchinari.
A livello territoriale l’espansione del valore delle esportazioni non è distribuito in maniera uniforme. Anzi, si può dire che buona parte dell’ascesa sia localizzabile nella provincia di Reggio Calabria il cui valore delle merci esportate è aumentato del 73,3 per cento. In valori assoluti si traducono in +33,3 milioni di euro che assorbono la quasi totalità della crescita regionale di poco superiore a 35,5 milioni. Segnali positivi dunque, in attesa di mettere alla prova la fase attuativa della Zes.
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