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Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e il general manager di Uber Italia, Lorenzo Pireddu

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – A quanto pare il servizio a noleggio privato del colosso americano Uber (da poco presentato alla cittadella regionale dal presidente Roberto Occhiuto e dal general manager di Uber Italia, Lorenzo Pireddu) ha bisogno di un periodo di rodaggio. Sono diverse, infatti, le lamentele in questi primi giorni di avvio del servizio in Calabria (in particolare dall’aeroporto di Lamezia Terme, lo scalo dove maggiormente i passeggeri usufruiscono dei servizi a noleggio, taxi compresi) che ha già dovuto superare ostacoli come i ricorsi alla Corte Costituzionale e le proteste dei sindacati dei tassisti e dei noleggiatori con conducente che di recente hanno anche scioperato.

Sono infatti partiti i servizi di mobilità Uber Black e Uber Van (con le celebri berline nere di Uber Black e i più capienti Uber Van, entrambi operati dai proprietari di autovetture e dai titolari di autorizzazioni noleggio con conducente calabresi) negli aeroporti e nelle principali aree turistiche. Sono già 50 gli operatori in servizio per come era stato annunciato. Peccato che più di qualcuno si sia lamentato (oltre al sindacato Usb Taxi Calabria tornato nuovamente alla carica dopo lo sciopero dei giorni scorsi). «Provate a prenotare una corsa con Uber dall’aeroporto di Lamezia Terme a Lamezia Centro – fa sapere R.C. sui social – aspetta e spera che poi si avvera. Caro presidente Occhiuto, era sicuramente un’opportunità interessante ma ha dimenticato che siamo in Calabria e la mentalità resta sempre quella preistorica». A quel punto gli viene chiesto: «Cioè non ti hanno dato disponibilità?». R. C. risponde: «Praticamente peggio, ma evito di scriverlo».

Contattato dal Quotidiano del Sud, R. C. conferma quanto scritto sui social spiegando l’accaduto: «Sceso dall’aereo all’aeroporto di Lamezia Terme ho chiamato Uber con l’applicazione per raggiungere il centro di Lamezia Terme, la prenotazione va a buon fine ma dopo pochi minuti, Uber mi contatta dicendomi che non riuscivano a raggiungermi per come avevamo stabilito al primo contatto e mi chiude la telefonata senza più altre spiegazioni. Ricontatto Uber fino alle 13 ma inutilmente. Mi chiedo allora, a cosa serve questo servizio se poi non c’è disponibilità?».

Una “falsa partenza”, quindi. Forse. Di certo lo sbarco in Calabria della multinazionale Uber non ha fatto piacere al sindacato Usb Taxi Calabria che da tempo contesta l’arrivo in Calabria di Uber. «Perché puntare – si chiede Saverio Bartoluzzi dell’Usb Taxi Calabria – su una multinazionale e non migliorare la lotta all’abusivismo di mezzi, pulmini senza licenze o autisti che non sono iscritti all’ordine?». Aggiunge che ciò «è un dato di fatto», quello di «accanirsi contro i taxi che pagano le tasse in Italia e offrono il servizio al pubblico con un costo inferiore del 25/30%, definendoli impropriamente lobby in senso dispregiativo». Viene ribadito che come Usb Taxi Calabria «mesi fa abbiamo chiesto di essere ricevuti con una delegazione dei tassisti lametini che offrono il servizio sull’aeroporto di Lamezia Terme per discutere sulle differenze fra Uber e taxi pubblici locali».

Usb si spinge oltre e si chiede se il presidente Occhiuto «è a conoscenza che il fatturato miliardario di Uber finisce nel paradiso fiscale olandese? E sa che la società Uber ha trasferito i suoi diritti di proprietà intellettuale dalle Bermuda ai Paesi Bassi, dove ha trovato un regime tributario più favorevole». E che «secondo la Cictar, la multinazionale Uber ha utilizzato circa 50 società di comodo olandesi per ridurre il proprio carico fiscale globale». Usb Taxi Calabria è a conoscenza che «questa forma di trasloco dalle Bermuda all’Olanda ha convinto Uber a trasferire nel 2019 i suoi diritti di proprietà intellettuale, consentendo alla multinazionale con sede a San Francisco di dichiarare una perdita di 4,5 miliardi di dollari nonostante avesse guadagnato 5,8 miliardi di entrate globali nel 2019». E ancora: «Secondo quanto rivelato da Business Insider, Uber ha trasferito la sua proprietà intellettuale attraverso un “prestito” da 16 miliardi di dollari provenienti da una delle sue sussidiarie a Singapore che, a sua volta, possiede una delle società di comodo olandesi di Uber. Una manovra che concede alla società una detrazione fiscale di un miliardo di dollari ogni anno per i prossimi 20 anni, sostengono i ricercatori del Cictar».

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